Giuseppe Zingarelli
L’ Italia è travolta dalla Norvegia nella prima partita verso i Mondiali USA 2026. Azzurri inguardabili e incommentabili. Sterile palleggio iniziale della Nazionale di Spalletti. La Norvegia è concreta, fisica, agguerrita, impeccabile. Atleticamente reattiva, tatticamente spettacolare, consapevole di poter vincere il match, la squadra scandinava, sotto l’incessante pioggia dell’Ullevaal Stadion, inizia il foorcing che la porterà ad ottenere la vittoria più prestigiosa della sua storia. La formazione allenata da Stale Solbakken ha badato al sodo. Basta un’imbeccata di Nusa per Sorloth, la linea difensiva è errata,   Bastoni sta a guardare e Donnarumma è battuto. Al 14esimo la Norvegia è già in vantaggio. È solo l’inizio di una della più terribili disfatte della storia della Nazionale azzurra. Si attende la reazione dell’Italia. Inesistente. Gli azzurri non sono in campo. La Norvegia continua a distendersi in avanti con ordine ed eleganza. Si vede che ha voglia di vincere e al 34esimo raddoppia. Assolo spettacolare di Nusa che salta due difensori e deposita il pallone sotto la traversa, laddove Donnarumma non può arrivare. Per nulla paghi del 2 a 0 i calciatori scandinavi continuano a premere sull’acceleratore. Si giunge al 42esimo e Il solito Haaland si fa trovare pronto all’appuntamento con il gol. Su imbeccata dell’attivissimo Odegaard, migliore in campo, il biondo attaccante del Manchester City fa tris.
Nella ripresa continua l’indecorosa prestazione dell’Italia. Una figuraccia storica che non ammette giustificazioni. Per pura sfortuna i padroni di casa non realizzano il poker. Berge, dal limite dell’area, con un destro perfetto, calcia verso Donnarumma. Volo del portiere del PSG, fresco vincitore della Champions contro l’Inter,  che non ci arriva. La sfera centra in pieno il palo e rimbalza in campo. Gli azzurri sono disorientati, incapaci di imbastire una manovra degna di questo nome. I quattro volte Campioni del Mondo sono lo specchio di Euro 2024. L’ alibi della stanchezza, più volte invocata, assume risvolti ridicoli al cospetto degli scandinavi che, con altrettanti impegni, continuano incredibilmente ad attaccare a testa bassa. Cincischiando il pallone in area azzurra la Norvegia non riesce a gestire al meglio un altro paio di buone opportunità per rendere più pingue il proprio bottino. Al 92esimo giunge il primo ed unico acuto dell’Italia su colpo di testa di Lucca, bloccato facilmente in tuffo da Nyland. Troppo poco. Inizia di nuovo ad aleggiare lo spettro di non andare per la terza volta alla fase finale di un Mondiale. Per gli Azzurri un ko da incubo.
I tifosi a fine gara hanno sonoramente fischiato la prestazione della Nazionale. Più di qualche calciatore non è da maglia azzurra. Il disastro di Oslo segna diversi record negativi. Nelle qualificazioni ai Mondiali, infatti, mai l’Italia aveva subito tre reti in un primo tempo, mai aveva raccolto due sconfitte di fila e mai non aveva segnato per tre gare consecutive. Negli ultimi 45 anni, inoltre, è solo la seconda volta che l’Italia subisce almeno tre gol in due partite di fila. Era accaduto a giugno 2013. Donnarumma fa “mea culpa”: “La prima rete era evitabilissima e la prestazione della Norvegia è da incorniciare. Hanno saputo aspettare molto bene nella loro metà campo e per noi tutto è diventato più difficile. Non ho spiegazioni per questa brutta sconfitta. Dico solo che i tifosi non meritano questo. Facciamoci tutti un esame di coscienza!”. Il ct Spalletti, dal canto suo, difende a spada tratta il gruppo: “Io ho scelto questo gruppo e con questo gruppo vado avanti. Occorre migliorare sotto certi aspetti, ma questo è il progetto tecnico. Ci sono mancati i giocatori che saltano l’uomo. Loro negli spazi larghi hanno avuto ottime individualità. Noi abbiamo fatto troppi regali. In ogni caso ho bisogno di parlare con il Presidente Gravina”. Il clamoroso tonfo di Oslo arroventa polemiche. È in gioco la credibilità del calcio italiano. Dopo lo squallido Europeo disputato lo scorso anno dall’Italia in Germania, l’idea di rassegnare le dimissioni non sfiora in alcun modo le menti di Spalletti e Gravina.