Un evento miracoloso  accadde a Lucera, in provincia di Foggia, nel 1959. Una vicenda dagli aspetti inspiegabili si collega a Rosa Lamparelli, la mistica di Lucera scomparsa nel 2000 in concetto di santità. Ebbe numerose visioni di Gesù e della Madonna. Tra il 1959 e il 1963 ricevette dalla Santa Vergine otto rivelazioni. Nel convento di Santa Maria delle Grazie  incontrò anche Padre Pio da Pietrelcina.  
 Giuseppe Zingarelli
Nel 1959, l’improvvisa guarigione di una malattia ritenuta letale, guarigione che meravigliò gli stessi medici che ne avevano diagnosticato la gravità, fu testimoniata da una signora di Lucera, Tommasina Colagrossi, coniugata De Juliis, probabilmente nativa di San Marco la Catola (Foggia). Dal 1954 la signora Colagrossi accusava disturbi che si attenuavano e si ripresentavono periodicamente. Talvolta essi si associavano ad una sensazione di generale malessere. In seguito i disturbi aumentarono. Decise così di prenotare una visita a San Giovanni Rotondo. I medici di Casa Sollievo della Sofferenza, a seguito dell’esame specialistico, optarono per il ricovero onde poter predisporre ed eseguire una serie di accertamenti più approfonditi. I sanitari le diagnosticarono un angioma al fegato e, dopo un consulto, decisero di sottoporla ad un primo intervento chirurgico per constatare a fondo la gravità del male. Dopo l’operazione la signora Colagrossi fu invitata a tornare a distanza di più di un mese per essere sottoposta ad una cura che venne effettuata mediante bruciature. Da quel momento Tommasina, impressionata dal suo male, iniziò a rivolgere sempre più preghiere alla Madonna. La cura con le bruciature non dette i risultati sperati, cosicchè le sue condizioni di salute iniziarono a peggiorare. Ciononostante, pur reggendosi in piedi a malapena, il 5 maggio del 1958, ella trovò la forza di andare a recitare il rosario al nella chiesa di Santa Caterina nella quale era stata collocata l’immagine dell’Immacolata. La chiesa di Santa Caterina, eretta canonicamente nel 1334 ma fatta costruire da Carlo II d’Angiò nel 1300 sulle rovine di una grande moschea islamica, è ubicata nelle immediate vicinanze di Palazzo Mozzagrugno, sede degli uffici comunali  della meravigliosa città sveva. Camminando stentatamente Tommasina entrò in chiesa, gremita di fedeli. Sedette accanto ad una signora che ella non conosceva. Ad un tratto, come per incanto, alla signora Colagrossi parve che la folla si aprisse dinanzi a lei e il viso della Madonna, che prima le era nascosto, le apparve in tutta la sua radiosa luminosità. In quel preciso istante, Tommasina, stupita, si accorse che la signora che le era seduta accanto colloquiava con una persona “invisibile”, come se stesse ricevendo un messaggio dalla Madre di Dio. La signora Colagrossi ebbe percezione che qualcosa di soprannaturale era in atto. Rivolgendosi a lei, Tommasina la pregò di intercedere per lei presso la Santa Vergine. Alla sua richiesta la signora le rispose: “Tu continua ad aver fede. Il tuo male scomparirà. È solo questione di tempo. Guarirai!”. Tommasina uscì dalla Chiesa di Santa Caterina con le lacrime agli occhi e con tanta speranza nel cuore. Non raccontò a nessuno quello che le fu rivelato. Alcuni giorni dopo la Madonna le apparve in sogno dicendole di aver fede. Il giorno successivo Tommasina cercò di sapere chi fosse la signora che le aveva predetto la sua guarigione ma non vi riuscì. Dopo circa una settimana il sogno si ripetè. La Santa Vergine rassicurò l’ammalata: “Tommasina, sei guarita!”. Dovendo recarsi a San Giovanni Rotondo per un nuovo controllo e proseguire le cure, sentendosi sempre male, la Colagrossi iniziò sempre più a preoccuparsi. Nel frattempo riuscì a sapere il nome della misteriosa signora al fianco della quale aveva recitato il rosario nella chiesa di Santa Caterina: Rosa Lamparelli. Erano gli inizi di ottobre del 1959 quando le due donne si incontrarono nuovamente. Tommasina raccontò alla mistica di aver sognato la Madonna e le chiese cosa dovesse fare: “Tu stai già meglio, ma per guarire completamente devi attendere ancora un pò”. Per altri due mesi la signora Colagrossi fu sottoposta ad ulteriori cure e accertamenti presso Casa Sollievo della Sofferenza. Poi, una mattina, i medici di Casa Sollievo della Sofferenza constatarono che Tommasina era completamente guarita. La scienza non seppe mai spiegare quella improvvisa guarigione. Rosa Lamparelli nacque a Lucera il 6 marzo 1910. Nel 1915, a soli 5 anni, vide Gesù che sotto le spoglie di un ragazzo le parlò: “Qual’è il tuo nome?”. La piccola Rosa rispose: “Mi chiamo Rosinella”. Gesù le rispose: “No. Tu non ti chiami Rosinella. Ti chiami Rosa. Sei la rosa del mio giardino e di te, del tuo profumo, mi voglio inebriare!”. Nel 1920 la Lamparelli ricevette le prime visite della Madonna. Nel 1926 vide in casa Gesù che le chiese “riparazioni” per i peccatori e la scelse per una missione che ella operò umilmente a Lucera, per la salvezza delle anime. La Madre Celeste, apparendo alla mistica, le consegnò otto messaggi molto forti. Sei di essi le furono annunciati mentre era in preghiera nella chiesa di Santa Caterina. Era il 6 gennaio 1959. Rosa Lamparelli vide un lampo sfolgorante  guizzare nel presbiterio e, dall’abside, dileguarsi alle spalle della statua dell’Immacolata Concezione. Era un segno divino. La veggente fissò la statua della Vergine. La vide animarsi, disgiungere le mani e, con un gesto, invitare l’umile donna ad avvicinarsi alla balaustra per ascoltare il messaggio: “Figli Miei l’uragano è alle porte. Verrà la guerra e la fame e, come fieno, sarete falciati. Destatevi. La notte della sciagura avanza. I lupi entreranno in mezzo agli agnelli e faranno strage. Rimarrete in pochi. Pregate il Rosario. Quanto marciume nel mondo! Il Pontificato di Papa Giovanni XXIII sarà breve. In questo poco tempo egli dovrà rivedere due cose del 13esimo Capitolo del Nuovo Testamento e mettere fuori la rivelazione del mio Divin Cuore. Poi si addormenterà. Io proteggerò chi mi pregherà!”. Il 2 febbraio 1959, alle 6.50 del mattino, sempre nella chiesa di Santa Caterina, mentre Rosa pregava, ancora un lampo precedette la seconda apparizione: “A Dio fanno paura i peccati dell’umanità. L’ Oriente andrà verso l’Occidente, si incontreranno, si cozzeranno e si fracasseranno. Poi si rialzeranno, si riprenderanno e volgeranno il passo a Mezzogiorno. Lì sarà la conclusione di una giornata tempestosa. Sarà un orrore. I morti non si conteranno. Cadranno ammassati come cadde la manna nel Vecchio Testamento. La storia, in venti secoli, non ha mai scritto una pagina così luttuosa. Sarà una guerra breve. Pregate affinchè queste cose non avvengano di sera!”.
Terzo messaggio di Maria Santissima a Rosa, il 3 marzo 1959: “Ieri parlai a Lourdes ad una generazione non buona. Pregate l’Ave Maria. Quando si scatenerà la bufera, aggiungete questa invocazione, O Maria lacrimosa ai piedi della Croce pregasti il Redentore per la salvezza dei peccatori. Non temete e non abbiate paura. Neanche un capello vi verrà toccato. Ho fatto di Lucera e di Lourdes una cosa sola perché a tutte e due ho svelato gli arcani del Padre Mio. A Lucera formate una crociata di cuori giovani. Fate le sentinelle al mio Cuore Immacolato. In questa chiesa di Lucera ho poggiato i miei piedi. I miei occhi luminosi hanno guardato Lucera!”. Il quarto messaggio, il 6 aprile 1959, alle ore 6.30: “Figlia Mia, quando la Mamma parla è necessario che i figli stiano vicini alle sue ginocchia. Io e voi siamo una cosa sola perchè siamo fatti della stessa Carne e con lo stesso Sangue. Grande è il mio amore  per voi. Grandi sono i miei affanni nel vedervi incamminare verso la deriva. Dio non esitò un istante nel mandare all’umanità il suo Figlio Unigeniito, concependolo nel mio seno ed affidandogli l’incarico della redenzione. Rivela a tutti ciò che hai ascoltato dalle mie parole. Restaurate questa chiesa perchè qui verrà molta gente. Scrivete sul frontespizio della chiesa che questa è la casa di Maria. Qui guariscono gli infermi, i lupi spietati piegheranno le loro ginocchia e piangeranno le loro colpe. Qui troveranno la vita!”.
Il 5 maggio 1959, il quinto messaggio: “Figlia Mia, sono cinque volte che ti parlo con tanto amore, ma il mio amore non è amato. Il vostro amore è come una notte senza luna e senza stelle. Vi siete smarriti in questo mondo tenebroso. Avete bisogno di luce per schiarire le vostre menti e di calore per  infiammare i vostri cuori. Tu parla a questo mondo sconvolto. Le tue parole saranno come un fermento vivificatore. Parla al Papa Giovanni XXIII e digli di allargare le sue braccia per abbracciare tutti i figli che raminghi vanno per il mondo. Spalancasse le chiese, riempisse i confessionali, predicasse alla gente la penitenza, perchè ognuno ha colpa di tante scelleratezze.
L’ ora sta per suonare!”. Il 3 giugno 1959, mentre faceva il ringraziamento alla comunione, il sesto messaggio: “Figlia Mia, vengo a te per dirti con la mestizia nel cuore di eliminare il peccato. Ammonticchiate tanti Rosari quanti sono i granelli di sabbia che stanno nel mare. Le mamme non si rendono più conto del loro comportamento. Dovrebbero far rincasare presto i figli e non mandarli a pascere nei pascoli del piacere. Lì troveranno la morte. I lupi divoreranno la parte più bella che essi hanno. La notte favorisce il peccato!”.
Il settimo messaggio fu dato alla mistica con una locuzione interiore. Era l’8 ottobre 1959: “Figlia Mia, un proverbio dice, ‘Tempo al Tempo’. Il tralcio muore se viene staccato dalla vite. Riferisci ai miei figli che le tenebre scendono e la notte avanza. Sarà brutto camminare nel buio. Come il navigante senza la bussola si smarrisce nell’oceano, così molti si sono smarriti nel peccato della sensualità. Il Padre mio sta per inviare un lavacro di sangue per eliminare tutte le sozzure di cui molti si sono imbrattati. Il mio cuore è dolente nel vedere tanti figli cadere nel vuoto. Prendete la corona tra le vostre mani e recitate tanti Rosari quante sono le stelle che brillano nel firmamento e che a me fanno corona. Mio Figlio, un giorno, con gli occhi pieni di lagrime, pianse su Gerusalemme. Oggi piange su tutta l’umanità!”. Il 6 gennaio 1963, l’ottavo ed ultimo messaggio. La Madre di Dio le apparve nella sua umile abitazione: “Figlia Mia, sono passati quattro lunghi anni da quando l’Eterno Genitore mi mandò a te per avvertire i miei figli che la catastrofe era prossima. Allora l’uragano soffiava alle porte, ora l’avete alle spalle. Il vostro sonno è simile a quello degli apostoli nel momento in cui il mio Gesù pregava e sudava sangue nell’orto degli Ulivi. Quando i discepoli si svegliarono, il Maestro era già stato consegnato nelle mani dei nemici. Quando  voi vi risveglierete  sarà tardi. Satana non dorme, marcia a passi veloci e voi nulla potete fare per arginare le sue azioni. Avete un’arma potente, la corona del Rosario, ma essa giace nelle vostre tasche. Gli astri cadranno, i monti  crolleranno e la terra tremerà!”
Rosa Lamparelli ebbe molte altre visioni di Gesù e della Madonna. La serva di Dio lucerina venerava con singolari affetti anche San Giuseppe, il Serafico Padre San Francesco, era Terziaria Francescana, San Michele Arcangelo, San Antonio da Padova, San Francesco Antonio Fasani e la venerabile Genoffa de Troia, entrambi nativi di Lucera, il Servo di Dio don Alessandro di Troja, Papa Giovanni XXIII e Padre Pio da Pietrelcina. Conobbe di persona lo stigmatizzato del Gargano quando accompagnò una sua conoscente dal santo. Un’ amica della Lamparelli voleva chiedere a Padre Pio il suo parere circa la presentazione di una domanda per adottare una bambina in quanto, dopo il matrimonio, non riusciva ad avere figli. In realtà, la mistica le aveva già predetto, prima di recarsi a San Giovanni Rotondo, che avrebbe adottato una bambina e che poi ne avrebbe avuto un’altra “sua”. Quando Rosa giunse nel convento di Santa Maria delle Grazie, Padre Pio era attorniato da una grande folla. Fu il santo ad andare da lei: “Tu sei Rosa di Lucera!” La Lamparelli si inginocchiò davanti a Padre Pio che, sorridendo, ben conosceva  la missione salvifica affidata da Gesù a Rosinella. Molti abitanti di Lucera andavano dal santo frate per confessarsi da lui, o chiedere un consiglio, una parola di conforto per affrontare i problemi della vita, ma il cappuccino era piccato nella risposta: “Uagliò, io non ho un minuto da perdere. Cosa venite a fare qui da me se a Lucera avete già Rosinella? Andate da lei!”. Straordinario fu quanto accadde la sera del 9 ottobre 1958. Mentre la Lamparelli se nexstava in orazione fu rapita in estasi e, in ispirito, si ritrovò a Roma, in una stanza di  Castel Gandolfo, laddove Papa Pio XII era sul letto di morte. Papa Pacielli le disse: Figliola, sto per andare nel luogo da cui più non si torna. Gli anni del mio Pontificato sono passati come un lampo. Molti dei miei giorni sono stati inquieti, ma ci saranno giorni peggiori. Il mio successore sarà migliore di me, ma avrà un papato breve e non ce la farà a vedere tutto ciò che avrà iniziato. Morirà sulla breccia. Dopo il mio trapasso, coloro che sono stati apatici con me, raccoglieranno melma e la getteranno sul viso del “dolce Cristo in terra. Allora il mondo vedrà giorni neri come una notte senza luna e senza stelle”. Quella notte stessa Papa Pio XII spirò.