Russia sotto attacco: Kiev distrugge 41 aerei Tupolev 45, Putin a Trump “Possibile escalation”

Nuova escalation della tensione. Si riaccendendono ansie e preoccupazioni. Lo spettro di un conflitto mondiale. Medio Oriente infuocato. Altre vittime nella striscia di Gaza.
Giuseppe Zingarelli
Il 28 maggio scorso, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ricevendo a Berlino il premier ucraino Zelensky, rilasciò una serie di dichiarazioni che non sono passate inosservate nel quadro della inquieta ed instabile situazione politica internazionale. Merz aveva dichiarato di essere pienamente disposto a sostenere militarmente l’Ucraina nel conflitto contro la Russia di Putin: “Aumenteremo il sostegno militare agli ucraini e non ci saranno restrizioni. Aiuteremo Kiev a produrre armi a lungo raggio. Continueremo ad aumentare la pressione su Mosca anche, e soprattutto, per aprire la strada ai negoziati. Faremo il possibile affinchè il gasdotto Nord Stream 2 non sia rimesso in funzione. La guerra ha cambiato le relazioni tra la Germania e Ucraina. Siamo diventati più vicini”. Da Berlino, Zelensky, dal canto suo, aveva rilanciato e chiesto che Kiev fosse invitata al prossimo vertice NATO, evidenziando che il suo ministro della Difesa aveva avuto un colloquio telefonico con il responsabile del team dei negoziatori russi. Zelensky aveva riferito chiaramente a Merz che l’assenza dell’Ucraina dal vertice della Nato rappresenterebbe una grande vittoria per Putin. È anche vero, però, che Kiev aveva fatto intendere di essere disposta ad un trilaterale, Putin-Trump-Zelensky, per discutere le condizioni di pace. Lo stesso Zelensky, inoltre, aveva fatto notare di non aver ancora ricevuto da Mosca il “memorandum” russo che definisse, sia pur a grandi linee, una minima proposta di pace. Proposta che sancirebbe, in teoria, l’inizio di un avvicinamento tra i due Paesi, divisi da oltre tre anni di durissima belligeranza. L’ incontro di Berlino, Merz-Zelensky, sembrerebbe dire che se la proposta avanzata di attuare un bilaterale non fosse ben vista, o se Putin non fosse a suo agio con un incontro bilaterale, la soluzione ideale sarebbe un vertice tra Putin, Trump e il leader ucraino. Tutto ciò mentre Mosca faceva convergere 50.000 soldati nella regione di Sumy. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, aveva riferito a Donald Trump, in risposta alla sua dichiarazione, “Putin sta giocando con fuoco”, di aver pienamente compreso che, nonostante ciò, il tycoon, ribattezzato di recente con un nuovo nome, “Taco”, desidera una soluzione rapida al conflitto in Ucraina, ma che gli interessi nazionali della Russia sono pur sempre al di sopra di ogni altra cosa. La mediazione di Trump è gradita alla Russia che, di fatto, non si fida nè di Zelensky, nè della Nato, nè della UE, nè dei loro accordi. In Medio Oriente, nel 600esimo giorno di guerra tra Israele e Hamas, come riportava Haaretz, i familiari degli ostaggi israeliani ancora detenuti nella Striscia di Gaza menifestavano a Tel Aviv. Un importante arteria stradale nel centro della città veniva bloccata mentre i dimostranti chiedevano un accordo che dia garanzie circa la liberazione degli ostaggi e la fine del conflitto. I familiari degli ostaggi avevano duramente accusato il premier Benjamin Netanyahu di fare “terrorismo psicologico” tramite annunci decisamente contrastanti sugli ostaggi, costringendolo ad andare a riferire alla Knesset, il Parlamento israeliano, sulla questione: “Israele, con un attacco mirato e pianificato, ha eliminato il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Mohammed Sinwar, fratello minore di Yahna. L’ attacco è stato condotto con successo dai nostri soldati ed attuato nei pressi dell ospedale europeo”. Poi, rivolto volto all’opposizione, il premier israeliano ha rincarato la dose:
“Avete parlato di zero successi. Dove vivete? Vivete sulla terra o su un altro pianeta? Dovete sapere che in tutte le guerre istaeliane non ci sono mai stati cosi tanti successi e su cosi tanti fronti”. Mentre ad Istambul la delegazione ucraina e quella russa sono al lavoro per tentare una nuova tornata di colloqui nel tentativo di raggiungere un accorso di pace, il ministro degli Esteri ucraino, Kyslytsya, ha avuto colloqui con funzionari di Italia, Germania e Regno Unito prima di incontrare la delegazione russa. Zelensky preme sull’acceleratore: “Se anche Instabul non porterà a niente, serviranno nuove sanzioni da UE e USA”. Intanto la situazione diventa sempre più rovente e preoccupante. A Boulder, in Colorado, Mohamed Sabry Soliman, 45 anni, urlando ‘Palestina libera’ ha lanciato una bomba molotov sui partecipanti alla marcia organizzata per ricordare gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza. Sei persone sono rimaste ferite, una donna è gravissima. L’ attentatore è stato arrestato. Il suo visto era scaduto. Altre 54 vittime nelle ultime 24 ore negli attacchi israeliani a Gaza. Lo conferma Al Jazeera citando fonti mediatiche palestinesi, non verificate da fonti indipendenti. Tra loro ci sarebbero i 35 palestinesi uccisi mentre erano in attesa della distribuzione del cibo nei pressi di due centri per gli aiuti umanitari della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), tra cui quello di Rafah. La GHF smentisce la notizia dei morti nei suoi punti di distribuzione e Israele nega di aver aperto il fuoco. Si apprende che un attacco ucraino ha distrutto 41 aerei russi Tupolev 95, bombardieri strategici in grado di operare attacchi nucleari. L’ operazione, denenominata ‘Sito Web’, è stata portata a termine dall’ufficiale Vasilj Maluk. Sarebbe stata pianificata da oltre un anno con la supervisione di Volonimir Zelensky, Capo delle Forze Armate ucraine. Una delle basi colpite è ubicata al confine con la Finlandia e la Norvegia.