Antonio Conte: “Lo scudetto? Impresa straordinaria”

Il Napoli è Campione d’Italia. L’ allenatore salentino ha guidato i partenopei alla conquista del quarto titolo della sua storia.
Giuseppe Zingarelli
Antonio Conte, 56 anni, di Lecce. È lui che in questa avvincente stagione ha concretizzato il sogno dello scudetto a Napoli, il “regista” che ha condotto il Napoli al trionfo in campionato, il condottieri che ha pilotato con freddezza e coraggio la corazzata partenopea sul tetto d’Italia. Conte ha trasferito al suo Napoli la sua personalità, forgiandolo a somiglianza del suo carattere: deciso, combattivo, grintoso, tenace, a volte severo e intransigente. Il tecnico salentino nello scudetto ci ha sempre creduto e ci creduto fino in fondo. Ha lottato fino in fondo. Ha sofferto in panchina come nessun altro, forse anche più dei suoi ragazzi in campo. Alla fine la vittoria è arrivata. Forse è stata la più bella, la più sospirata, la più attesa da un’intera città. A Napoli sono tutti d’accordo. Con Conte in panchina può iniziare un nuovo ciclo, vincente ed entusiasmante. Il tecnico del Napoli, un vero e proprio manager del calcio che ha dimostrato di essere vincente e di saper ripartire e ricostruire dalle fondamenta una squadra, ha stabilito altri due records. È il primo allenatore del Sud a vincere lo scudetto con una squadra del Sud. Il secondo è che ha vinto il suo quinto scudetto personale con tre differenti club. In realtà gli scudetti vinti sarebbero sei, se si considera la Premier vinta a Londra con il Chelsea. Nell’entrare in campo, prima dell’inizio del match contro il Cagliari, andando a prendere posto in panchina, Conte qualche brutto pensiero per la testa lo ha avuto, come lui stesso ha confermato: “Entrando in campo non sò quanta gente era presente sugli spalti. Un pensiero mi è balenato per la testa e mi diceva, e se andiamo a deludere tutte queste persone?. Ce la saremmo portata dietro per parecchio tempo sta cosa”. Poi, soddisfatto e commosso, ha dichiarato: “È stato lo scudetto più inaspettato. Avevo bisogno di questa sfida. È un impresa straordinaria. Io e De Laurentiis? Siamo diversi, ma vincenti!” Bocca cucita sul suo futuro. Anche il Presidente De Laurentiis, dal canto suo, ha espresso un desiderio: “Vorrei che Conte rimanesse e si cimentasse a Napoli con la Champions. Quando lo conobbi mi colpì molto la sua mentalità vincente. Cosa che ha dimostrato. Ogni allenatore ha la sua personalità e va rispettata, anche se ci sono i contratti obbligarli è controproducente. A volte le scelte degli allenatori sono imprevedibili!”. Intanto sotto il Vesuvio sono iniziati i festeggiamenti per il quarto scudetto. Dopo quello conquistato da Luciano Spalletti nel 2023, altrettanto indimenticabili sono le date degli storici successi ottenuti negli anni della presidenza di Corrado Ferlaino, costruiti attorno al “Pibe de Oro”, Diego Maradona. Il 17 maggio 1987, primo scudetto partenopeo vinto dal compassato Ottavio Bianchi e quello conquistato da Maradona e soci il 29 aprile 1990, con in panchina mister Albertino Bigon, ex calciatore tra l’altro di Milan e Foggia. Napul’ è mille colori, cantava Pino Daniele, napoletano doc. Dopo la vittoria contro il Cagliari la città partenopea si è scrollata di dosso anche le mille paure accumulate domenica scorsa nella concitata altalena di risultati che avevano fatto tremare il Napoli. L’Inter, in vantaggio al Meazza sulla Lazio per 2 a1 fino all’89esimo, aveva lo scudetto in tasca. Poi il rigore assegnato ai capitolini al 90esimo e trasformato da Pedro ha permesso al Napoli di conservare il punto di vantaggio in classifica sui nerazzurri. Un punto che si è rivelato decisivo. Quanti ingredienti nel quarto scudetto del Napoli: pazienza, lavoro, sacrificio, concentrazione, gestione dei calciatori. Nulla è stato semplice. Del resto, vincere non è mai stato semplice. Conte ha saputo miscelare gli ingredienti al punto giusto ed ha saputo dare la giusta carica a McTominay e compagni, ottimizzando la squadra nella volata finale contro l’Inter.
L’ ex capitano e centrocampista della Juventus ha iniziato a tirare i primi calci ad un pallone nella squadra della sua città. Cresciuto nel settore giovanile del Lecce, club che porta sempre nel cuore, ha militato per ben otto stagioni, tra Serie A e Serie B, nelle fila giallorosse dove ha collezionato 88 presenze ed una rete. Nel 1991 Giovanni Trapattoni lo chiamò alla Juventus. Per 13 lunghi anni il ragazzo di Lecce veste la maglia bianconera, diventando una delle bandiere storiche delle “zebre” torinesi. Con la Juventus vince cinque scudetti nelle stagioni 1994-95, 1996-97, 1997-98, 2001-02, 2002-03, poi la Coppa UEFA il 19 maggio 1993, battendo il Borussia Dortmund per 3 a 0, già strapazzato in Germania nella gara d’andata, e il 22 maggio 1996 la Uefa Champion League, battendo in finale l’Ajax 5 a 3, dopo i calci di rigore. La finale contro i “lancieri” di Amsterdam nei tempi regolamentari, e dopo i supplementari, era terminata in parita: 1 a 1. A questi due prestigiosi titoli, con la maglia della Juventus, Conte aggiunge anche la Coppa UEFA Intertoto, vinta nel 1999. Con i bianconeri vanta in campionato ben 295 presenze e 29 reti all’attivo. Storica una sua doppietta, l’unica della sua carriera, nel derby contro i granata. Nel 1994 è convocato in Nazionale da Arrigo Sacchi. Indossa 20 volte la maglia azzurra e segna 2 reti. Il suo esordio in una gara amichevole contro la Finlandia. Era il 27 maggio 1994. Nello stesso anno è vicecampione del mondo. Sei anni dopo, nel 2000, vicecampione d’Europa. Dopo il ritiro dal calcio giocato, il 14 marzo 2004, con il contemporaneo e definitivo ritiro di Marcello Lippi dalla panchina bianconera, rifiutando peraltro un ulteriore rinnovo di contratto propostogli dalla stessa Juventus, Conte intraprende la carriera di allenatore. Allena l’Arezzo, l’Atalanta e il Bari. Con i “galletti” biancorossi centra due importanti traguardi. Prima li salva dalla retrocessione in Serie C e poi li porta in Serie A, conquistando nella stagione 2008-2009 il primo posto in Serie B. Nella stagione successiva allena il Siena. Con lui in panchina i bianconeri toscani salgono in Serie A per la prima e unica volta nella loro storia. Nel 2011 Conte ritorna a Torino ad allenare la sua ex squadra: la Juventus. Con i bianconeri vince tre scudetti consecutivi, 2011-12, 2012-13, 2013-14 e 102 partite su 151 gare complessive.
Tra il 2014 e il 2016 è alla guida della Nazionale e gli azzurri accedono alla fase finale dei Campionato europeo. Nel 2017 decide di fare esperienza all’estero. Allena in Inghilterra. A chiamarlo è il Chelsea. A Londra nel 2018, trionfa con i “blues” allo Stamford Bridge. Vince la PremierLeague e la FACup. Nel 2019 ritorna in Italia e allena l’Inter. Con i nerazzurri raggiunge la finale della UEFA Europa League 2019-2020. Al Rhein Energy Stadion di Colonia, il 21 agosto 2020, l’Inter viene sconfitta dal Saviglia per 3 a 2. Nella successiva stagione 2020-2021, con i nerazzurri, Conte vince lo scudetto. Ritorna in Inghilterra. Questa volta è sulla panchina del Tottenham. Il tecnico salentino ha in programma di riportare velocemente gli “Spurs” ai vertici della Premier britannica e riesce subito a riportare i “Bianchi d’Inghilterra” in Champions League. Dopo alterne vicende, nel marzo 2023 lascia il club inglese e nel 2024 si accasa con il Napoli firmando un contratto triennale fino al 2027. È stato eletto nel 2009 “Panchina d’argento” e, per ben quattro volte, “Panchina d’oro”, nel 2012, 2013, 2014 e 2021. Quattro volte è stato eletto miglior allenatore AIC (Associazione Italiana Calciatori) e, nel 2013, miglior allenatore al Globe Soccer Awards. 17 anni fa, nel novembre 2008, Conte si è anche laureato in Scienze Motorie all’Università di Foggia con il massimo dei voti.