Tutti i leader politici internazionali, da Putin a Trump, da Xi Jinping a Zelensky, da Macron a Milei, seguiranno con grande interesse i lavori del Conclave. In gioco il futuro della chiesa. Aria da resa dei conti in chi disapprovò le scelte operate da Bergoglio. Modernizzare il Vaticano o custodire l’antica dottrina della Chiesa?. Scontro frontale tra porporati progressisti e conservatori.
 Giuseppe Zingarelli
Lontani dagli occhi del mondo ma non dalle sue orecchie, si susseguono le Congregazioni dei porporati che eleggeranno il successore di Papa Francesco. Il Conclave del 7 maggio si conferma il più importante e, probabilmente, il più imprevedibile della storia della Chiesa. Molti dei cardinali elettori non si sono mai incontrati in precedenza e non si conoscono. Nei giorni scorsi sono emersi segnali di tensione, voci sulla esistenza di fazioni opposte, tentativi di orientare il voto attraverso logiche di appartenenza ideologica piuttosto che di vero e proprio discernimento spirituale circa la individuazione del nuovo “Pastore” che dovrà guidare la Chiesa cattolica. ll Conclave si sta preparando sotto una cappa di sospetti, conflittualità, manovre opportunistiche e disaccordi. Roma sembra immersa in un’ atmosfera apparentemente serena, tipica delle grandi vigilie ecclesiali, ma sull’Urbe grava un silenzio elettrico e tensioni ben celate. Un senso di allerta aleggia sui Sacri Palazzi. Si ha fondato timore che in questo Conclave è in gioco non solo il destino della Chiesa ma anche e soprattutto la fedeltà di molti cardinali alla Verità proclamata dalle Sacre Scritture. Anche il cardinale *Raymond Leo Burke*, ex Arcivescovo Metropolita di Saint Louis e canonista statunitense, non sbilanciandosi più di tanto, ha parlato esplicitamente di una situazione grave e preoccupante: “Non si può più far finta di niente!”. Detto da uno come il cardinale Burke, deciso conservatore, questa affermazione assume un significato rilevante e carico di significati. In una recente intervista, il cardinale tedesco *Walter Kasper*, 92 anni, teologo, membro della Congregazione per la Dottrina della Fede e di quella per le Chiese Orientali, nonchè membro della Segnatura Apostolica e del Pontificio Consiglio, ha affermato in modo sibillino e cintraddottorio che il nuovo Pontefice dovrà continuare la linea di Papa Francesco, anche se un Francesco II non ci sarà. Il porporato tedesco ha altresì evidenziato che al termine del Pontificato di Bergoglio, tra le mura vaticane, si respira un’atmosfera di grande rinnovamento nella Chiesa e che questo rinnovamento potrebbe anche proseguire, lasciando “porte aperte” al verificarsi di “inattese” novità. Con altrettanta sincerità Kasper ha anche ammesso e confermato che nel prossimo Conclave vi sarebbe un gruppo organizzato di cardinali che detiene un terzo dei voti. In virtù di ciò, questa cordata potrebbe bloccare quasi a piacimento l’elezione del Pontefice, decretando una lunga serie di fumate “nere”.   Riuscendo in tal modo ad imporre il suo gioco per poi ricominciare tutto da capo. Il Conclave ostaggio dei calcoli e delle strategie delle cordate?. Il cardinale Kasper, invece, non ha fatto alcun riferimento alla dottrina, alla tradizione ed alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Questo indurrebbero ad ipotizzare che i cambiamenti introdotto da Papa Francesco potrebbero non fermarsi e, in prospettiva, potrebbero essere aperte le porte a molte altre novità “inattese”. Alle dichiarazioni di Kasper hanno fatto seguito quelle di un altro cardinale tedesco, *Gerhard Ludwig* *Muller*, conservatore, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinale Muller, contrariamente al cardinale Kasper, siederà in Conclave. Muller è stato perentorio nelle sue affermazioni: “Sulla cattedra di Pietro deve sedersi non solo chi è capace di custodire gelosamente la dottrina della Chiesa come un tesoro prezioso, ma anche chi è capace di difendere coraggiosamente la Chiesa da ogni sorta di meschini attacchi rivolti nei suoi confronti. Sulla cattedra di Pietro deve sedersi anche chi è capace di portare avanti la missione apostolica senza accettare  compromessi e senza cedere alle lusinghe ed alle ingannevoli ideologie del mondo”. In una recente intervista, il cardinale Muller aveva espressamente affermato che un grande pericolo sovrasta la Chiesa cattolica: “Una parte della gerarchia ecclesiale sta preparando una nuova Chiesa, un nuovo catechismo, una nuova morale e una nuova fede. Un Papa che dovesse avallare questa trasformazione  distruggerebbe alla radice l’unità della Chiesa”. Una dichiarazione sconvolgente quella del religioso renano. Cosa sta realmente accadendo in Vaticano?. Le divergenze teologiche e dottrinali in seno alle gerarchie della Chiesa sono davvero così profonde ed insanabili?. Rischiano davvero di evocare ataviche profezie ed inquietanti scenari escatologici?. Questo Conclave potrebbe realmente provocare uno scisma nella Chiesa?. Lo stesso cardinale Muller, alla vigilia del Conclave, ha risposto in modo inequivocabile a questi interrogativi: “Il rischio di uno scisma esiste ed è concreto. I cardinali non dovranno affatto eleggere un continuatore delle idee personali di un Papa defunto”. Una
dichiarazione che suona come uno schiaffo a chi vorrebbe trasformare il Conclave in una specie di elezione politica o  amministrativa dove conta la simpatia, la nazionalità e il carisma mediatico del candidato. Muller psembra non voler risparmiare nessuno: “Sia ben chiaro. La Chiesa non è una ONG e il Papa non è un influecer. Il
Pontefice è ed incarca semplicemente il visibile principio e il fondamento dell’unità della Chiesa nella Verità rivelata. Non serve eleggere un Papa italiano, o tedesco, o americano, oppure africano, e non occorre eleggere neppure un Papa abile nella comunicazione solo per piacere al mondo e compiacere i potenti della Terra. Occorre fondamentalmente individuare ed eleggere un Pontefice che abbia il coraggio di confermare i fratelli nella fede come Gesù Cristo ha comandato di fare a Pietro!”.