Definito l’Ambasciatore di Padre Pio, Luigi Gaspari nell’aprile 1968 trascrisse nel piccolo manoscritto le rivelazioni di Gesù ispirategli dal Santo del Gargano. Cinque mesi dopo, il 23 settembre, lo “stigmatizzato” morì.  
Giuseppe Zingarelli
“Stasera ti devo parlare e tu ascoltami!. È importante quello che voglio dirti. È dell’amore, è di Me che ti devo far capire. Io sono nel cuore di tutti e nei cuori degli uomini vive il mio amore. Sono felice di abitare dove sono accolto con calore. Sono Io che vi conduco a conoscere l’inutilità delle vostre brame, dei vostri desideri. Voglio farvi capire che tutto quello che cercate è solo in Me. Affannarsi di che? Perchè? Venite da Me solamente e troverete tutto il bene che volete. Io sono generoso più di quanto credete e vi dò molto di più di quanto chiedete. Che volete da Me? Domandate ed otterrete. Che domandate? Un vero bene. Ve lo concedo subito. Un bene che non è un bene? Non posso darvelo perchè vi voglio bene. Quale bene vi darei? Vi darei tutto se voi foste capaci di donarmi tutto il vostro cuore, ma il vostro cuore non è mai tutto per Me. Una parte lo date spesso a Me, ma un’altra parte lo tenete di riserva per le vostre brame, per le vostre ricerche fuori di Me. In quell’angolo che mi serbate Io adesso mi nascondo e sto a guardare. Che volete da Me? Io posso darvi tutto perchè tutto è mio, Io ho creato tutto. Vi  vedo affannati, stanchi, delusi e scontenti. Siete sempre angosciati e non volete capire il perché. Il perchè è l’assenza di Me. Perchè vi chiedo amore? Per aumentare la vostra felicità. Più mo amate più mo conoscerete. Ciò che voi donate a me è niente. Ciò che Io dono a voi è tutto. Perchè vi agitate? Voi avete tutto quello che ho Io. Dovete solo volerlo”.
San Giovanni Rotondo, 14 aprile 1968. Pasqua di Resurrezione.
“Io sono risorto per portare al Padre Mio la vita di tutti voi. Vi ho riconciliati con Lui ed ho portato per ognuno di voi l’offerta del Mio sacrificio. Il Padre ha accettato l’offerta e nella mia Resurrezione ha resuscitato voi tutti da morte. Il mio Cuore ha sanguinato e cessato di vivere per dare vita al vostro. L’ amore del Padre per Me si è fatto amore per ognuno di voi. Tutte le cose create sono rientrate nell’amore assieme alle vostre vite, alla mia vita in voi. È per questa ragione che tutti potete ottenere vivendo a Me uniti. La Resurrezione mia per voi vi ha dato il diritto di chiedere e di offrire, di chiedere e di ricevere, di offrire il poco che già possedete per avere in cambio beni inesauribili. Sono morto in croce per voi, per soffrire al posto vostro, per avere diritto di chiedervi di amarmi, per tutto l’amore che ho saputo dimostrarvi. Sono risorto non per allontanarmi da voi ma per farvi risorgere insieme a Me. Sono ritornato nel Regno del Padre per approntarvi le sedi più belle, ho ripreso il Mio posto per aiutarvi ad occupare il vostro. Il mio ritorno tra voi, come è stato già, sarà un ritorno per chiedervi di tenermi con voi. Per farvi risorgere vi ho mandato un uomo che è già risorto, un uomo che vi insegnerà a risorgere ogni volta che avvertite di volermi, di farmi risorgere. Il mio risorgere, il vostro risorgere, è fare rivivere la mia vita nella vostra. Se voi non mi chiamate direttamente Io arrivo per altra via.”. E ancora: “Io so chi siete, da dove venite, dove dovete andare, perchè la vostra vita è energia emanata dalla mia volontà di donare quello che Io sono, quello che possiedo. Io posso farvi conoscere in un giorno, in un attimo, tutto quello che non riuscireste a conoscere in una intera vita. La conoscenza di voi stessi è possibile solo nel contatto diretto con Me. Spesso non mi riconoscete e non mi vedete perchè agisco per mezzo di un uomo. Ma in quell’uomo sono Io, il vostro Dio!”. Sono soltanto alcune delle rivelazioni che Gesù riferì a Padre Pio da Pietrelcina e che Luigi Gaspari, figlio spirituale del santo cappuccino, per ordine dello “stigmatizzato” del Gargano trascrisse nell’aprile 1968, soltanto cinque mesi prima della scomparsa del religioso, in un  piccolo libricino: il Quaderno dell’Amore.
Gaspari era farmacista ed esercitò la sua professione a Bologna. I genitori di Luigi, Augusto Gaspari e Ida Tebaldi, insieme ad alcuni soci gestivano un mulino a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena. Dopo una vita di lavoro, i coniugi Gaspari, in seguito ad un dissesto finanziario si ritrovarono a dover fronteggiare gravissime difficoltà economiche. La signora Ida, donna di grande fede, aveva sentito parlare di un frate che in un piccolo convento di uno sperduto paesello dislocato sulle alture del Gargano operava miracoli. La donna inviò una lettera a Padre Pio. Nella missiva ella espose al religioso la difficile situazione famigliare. La risposta dell’umile frate di Pietrelcina fu breve. La famiglia Gaspari, con i suoi dieci figli di cui Luigi l’ultimo, doveva trasferirsi da San Felice sul Panaro a Pavignane, sempre nel modenese. Sette anni dopo, nel 1933, il frate sannita fece pervenire alla signora Ida una seconda lettera in cui consigliava alla famiglia Gaspari di trasferirsi nuovamente da Pavignane a San Matteo della Decima, una piccola frazione del comune di San Giovanni in Persiceto, iin provincia di Bologna. Da allora lo “stigmatizzato” seguì costantemente le vicende della famiglia di Luigi, la cui situazione economica ritornò pian piano ad essere florida e prospera. Nel 1949 Ida Gaspari si recò a San Giovanni Rotondo per ringraziare Padre Pio. Nove anni prima, il 15 marzo 1940, Luigi Gaspari, insieme alle sue sorelle, Gabriella e Anna, avevano incontrato Padre Pio nel convento di Santa Maria delle Grazie. Luigi all’epoca aveva 14 anni. Dopo aver conseguito il diploma, nel 1943 ed essersi laureato nel 1950 in Farmacia, presso l’Università di Bologna, il “dottore”, cosi lo chiamava il religioso, nel 1954 si stabilì a vivere a San Matteo della Decima insieme alla madre, rimasta vedova l’anno precedente. Luigi avrebbe voluto sposarsi ma Padre Pio gli rivelò che Dio gli aveva affidato una missione da compiere. Per molto tempo Gaspari, denominato  l’Ambasciatore di Padre Pio, si mise a disposizione del santo frate. Per 14 anni, aiutando il mistico  operò a Roma, città nella quale una nobildonna conosciuta alla stazione di Foggia anni prima, anche ella figlia spirituale di Padre Pio, la baronessa Bianca Biffoli Remy, gli aveva messo a disposizione la sua casa e le sue conoscenze. La baronessa Remy, nata l’8 ottobre 1888 a Cavriglia, in provincia di Arezzo, era coniugata con il barone Giorgio Remy di Turicque, nato a Pescara nel 1876 e scomparso a Firenze nel 1923. La baronessa, pittrice e miniaturista, allieva di Adler e Bergès, per un periodo della sua vita visse a Parigi laddove espose le sue opere, maturando conoscenze anche in Inghilterra, a Londra, città che apprezzò notevolmente i suoi lavori artistici. Sono gli ultimi giorni del 1967. Gaspari è in confessionale. Sta confessandosi da Padre Pio. Ad un certo punto il santo gli fa una rivelazione: “Preparati, perchè nel 1968 non avremo più tempo da perdere. Dovremo lavorare molto!”. Le parole di Padre Pio si impressero nella mente del suo figlio spirituale che, in realtà, in quel momento non le comprese affatto. Nell’aprile 1968 Padre Pio ispirò Luigi a scrivere il libricino: “Le parole che scriverai nel quadernetto sono scritte in Cielo!”. Gaspari, alla fine di quello stesso mese, fece pervenire al cappuccino una copia manoscritta del primo Quaderno dell’Amore. ll mistico di Pietrelcina voleva che il piccolo manoscritto recasse un altro titolo, cioè Testamento-Promessa di grazie, intendendo riferirsi alle grazie promesse da Gesù agli uomini che avrebbero accolto lo spirito delle  parole trascritte nel libretto. Il 25 maggio 1968 si doveva celebrare a Saint Louis, negli Stati Uniti, una grande festa in onore del Sacro Cuore di Gesù. Padre Pio voleva far giungere per quella data il libretto in America e ne aveva incaricato un suo figlio spirituale, il celebre direttore d’orchestra messicano Alfonso D’Artega, ma il maestro non potè partire e il quadernetto non giunse nella città del Missouri. Il frate ne fu molto addolorato perchè affermava che le parole del libricino erano una promessa di grazie del Cuore di Gesù offerte al mondo senza pace. Una edizione incompleta del manoscritto, senza prefazione, fu stampata a Roma nel giugno 1968 da Ugo e Cecilia Ammassari e Michele Famiglietti, amici di Gaspari. La seconda edizione del libricino uscì completa nell’agosto 1968. Qualche giorno prima della morte di Padre Pio, un amico di Gaspari, Primo Capponcelli, si era recato in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo per consegnare al frate numerose copie definitive dello stampato e farle benedire da lui. Era il 20 settembre 1968 e Gaspari, su consiglio di Padre Pio, non era con Capponcelli nel paese garganico. Si era recato a Chianciano-Terme con il suo amico di Roma, Michele Famiglietti. Verso le ore 18 del 21 settembre 1968, in bilocazione, Padre Pio apparve a Gaspari dicendogli: “Devo anticipare la mia partenza per il Cielo per salvare il salvabile. Qui, sulla terra, non mi ascoltano più, neppure molti che si proclamavano miei fedelissimi. Non piangere! Io ti seguirò dal Cielo. Anche se la fede non c’è stata nelle pare a te date, parole che io ti dissi di chiamare Testamento-Promessa di Grazie il manoscritto, quello che si poteva salvare per mezzo del libricino lo scorso giugno, ora non si può più salvare. Gli scritti serviranno ugualmente a beneficio delle anime che lo leggeranno!”. Padre Pio avrebbe desiderato un titolo diverso per il libricino, tuttavia assicura che gioverà ugualmente alle anime che lo leggeranno. Il giorno successivo, 22 settembre 1968, Gaspari rimase in albergo assalito da un’infinita tristezza e nel pomeriggio, verso le 17, riposando nella sua stanza, sognò Padre Pio, tutto splendente di Luce che, in mezzo ad un esercito innumerevole di bellissimi Angeli, avvicinandosi a lui ed abbracciando gli disse: “Non piangere per la mia morte che ieri ti ho annunciato, resta forte e sereno nella mia gioia, io metterò a tua dispisizione il mio esercito di Angeli ed essi ti obbediranno in tutto. Io ti sarò sempre vicino e ti dirò quello che dovrai fare e dire per il bene tuo e di tutto coloro che vorranno accogliere le parole tue e mie. Porterò in Cielo il pensiero tuo, lascerò a te il pensiero mio!”. Il sogno continuò. Padre Pio strinse tra le sue mani la testa di Gaspari, avvicinandola alla sua. A quel contatto Gaspari avvertì come uno svuotamento della sua testa che, invece, si stava riempiendo di una sostanza nuova. Gaspari trascorse la notte tra il 22 e il 23 settembre 1968 sentendo nel cuore la voce di Padre Pio che gli sussurrava di rileggergli il Quaderno dell’Amore, poi si addormentò. Era il 23 settembre 1968. Alle ore 07.00 di mattina una telefonata da Roma raggiunse Gaspari e lo informò che Padre Pio era morto. Lo stesso frate profetò a Luigi Gaspari che un giorno, il ‘Quaderno dell’Amore’ sarebbe stato letto da eminenti teologi, dalla gerarchia ecclesiastica e da un Papa. Quel Pontefice, leggendolo, avrebbe compreso tutto. Così fu. Il 17 ottobre 1968 il libricino giunse nelle mani di Paolo VI. Circa 10 giorni dopo, infatti, Papa Montini, tramite Monsignor D’Andrea, ringraziò Gaspari affermando queste parole: “È alta mistica. Che bello questo amore tra il Padre e il Figlio! Non c’è nessuna parola da togliere!”. Il Pontefice aveva compreso il contenuto del piccolo quadernetto. Alla mente di Luigi Gaspari ritornarono le parole di Padre Pio: “Ricordati. Non devi piangere per me. L’ Angelo di Dio ti sarà sempre ed in tutto di scorta, di sostegno e di guida!”. Gaspari, dopo la scomparsa del santo di Pietrelcina, presenziò molte conferenze. Parlò delle rivelazioni contenute nel libricino non solo in Italia, ma amche all’estero, a Parigi, Mosca e Vienna. Morì a Cesenatico il 18 novembre 1995, nella sua abitazione sita al numero 56 di viale Leonardo Da Vinci. Con l’aiuto di Padre Pio e della Provvidenza Il piccolo manoscritto è stato pubblicato in molte lingue, inglese, francese, russo, spagnolo, tedesco, portoghese, greco, rumeno, cinese, ungherese, armeno, catalano, albanese, arabo, polacco, fiammingo, croato, catalano ed anche in latino, ed è stato diffuso nel mondo in oltre cinquecentomila copie.
[3/5, 12:18] S. Giov. Rot. Giuseppe Zingarelli: È contenuta la profezia  di Padre Pio. UN GIORNO IL LIBRICINO GIUNGERÀ NELLE MANI DI UN PAPA CHE LO LEGGERÀ E CAPIRA TUTTO. Così avvenne 🙏lo lesse Paolo VI 💪🙏