Sacra Sindone tra Scienza e Fede

Il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione continua ad affascinare studiosi di tutto il mondo. Gli scienziati della NASA elaborarono un’accurata ricostruzione computerizzata dell’immagine del volto di Cristo analizzando le immagini tridimensionali del telo sindonico.
Giuseppe Zingarelli
Capelli lucidi, sottili, color castano-biondo, che specie nel ricciolo finale assume decise tonalità biondo rame. Fronte spaziosa e molto alta. Tempie lievemente incavate sulle quali le vene azzurrine mettono lievi ombre d’indaco, trasparendo sotto la pelle bianchissima. Una pelle di colore bianco latte, delicatissima, con una sfumatura tendente all’avorio. Una pelle simile al candido petalo di camelia. Il naso, lungo e diritto, sottile e ben modellato, con appena accennata una lieve curvatura in alto, verso gli occhi, a loro volta bellissimi, tendenti all’azzurro. Sopracciglia e ciglia folte, ma non troppo, lunghe, lucide, di colore castano scure. Bocca regolare. Labbra ben modellate, al centro tonde ed accentuate, in bella curva, che si aprono su una dentatura regolare che presenta denti bianchissimi e piuttosto lunghi. Le guance magre, ma non scarne. Il viso è ovale, stretto e lungo, bellissimo, dagli zigomi non pronunciati nè troppo sfuggenti. La barba, folta sul mento e bipartita in due punte crespute, circonda ma non copre la bocca sino al labbro inferiore. Essa sale più corta verso le guance, dove all’altezza degli angoli della bocca diviene corta, limitandosi a proiettare un’ombra sul pallore delle guance stesse. Dov’è folta, la barba è di un colore rame oscuro. Così sono anche i baffi. Non molto folti, tenuti corti, in modo da coprire appena il labbro superiore fra il naso e il labbro, si limitano agli angoli della bocca. Le orecchie, medie e ben modellate, non sono affatto sporgenti. Lo sguardo è luminoso, profondo, incredibilmente rassicurante, vivido e penetrante. È l’immagine di Gesù ottenuta negli anni ’70 dagli scienziati della NASA, l’Ente Nazionale responsabile del programma spaziale e della ricerca aerospaziale degli Stati Uniti d’America. Gli studiosi americani elaborarono una eccezionale ricostruzione computerizzata dell’immagine del volto del Nazareno, analizzando in dettaglio le immagini tridimensionali della Sindone di Torino. Essi ritennero autentico non solo il sudario del Risorto ma anche le narrazioni evangeliche della crocifissione del Maestro di Nazareth.
La Sindone ha sempre affascinato studiosi di tutto il mondo e di ogni epoca. Lo conferma il fatto che il Sacro telo è oggetto di studi sempre più approfonditi da circa sette secoli. L’ Europa è il continente che più si è interessato ai “misteri” della reliquia più conosciuta al mondo. Reliquia per i cristiani, un oggetto misterioso e inspiegabile per la scienza. La prima apparizione della Sindone ufficializzata dalla storia risale all’ incendio scoppiato nella notte tra il 3 e il 4 dicembre 1532 nella cappella della cattedrale di Chambery. Le fiamme danneggiarono il Sacro Lenzuolo e le bruciature furono riparate all’epoca dalla suore clarisse con dei rattoppi. Al dibattito sulla Sindone si è aggiunto il contributo iperealista dell’innovazione tecnologica di Midjourney. L’ Intelligenza Artificiale, infatti, “studiando” la Sindone ha fornito una immagine ben definita del volto di Gesù, adoperando un nuovo metodo di analisi che utilizza i raggi X. Mentre Gesù, condannato a morte, si dirigeva al Calvario carico della pesante croce, fu avvicinato da una delle pie donne, la Veronica, che con un panno gli asciugò il volto sporco di sangue. L’ immagine del volto del Nazareno si fissò nel fazzoletto. Nella Basilica del Volto Santo, a Manoppello, in provincia di Pescara, si custodisce quel velo. La misteriosa reliquia, un fazzoletto di bisso marino di circa 17 x 24 centimetri, raffigura un volto maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande. L’ immagine del volto riprodottasi sul velo è visibile ugualmente su entrambi i lati attraverso il tessuto che lo compone. La reliquia ha origini ignote. Giunse a Manoppello nel 1506, portata da uno sconosciuto pellegrino, scomparso senza lasciare traccia subito dopo averlo consegnato ad un medico, Giacomo Antonio Leonelli. Se sovrapposti, il volto della reliquia di Manoppello coincide perfettamente con il volto dell’uomo della Sindone di Torino. Un’ altra immagine del Santo Volto di Gesù, avente dimensioni 18 x 24 centimetri, sanguinò due volte a Cotonou, nello stato del Benin, nell’Africa occidentale. La prima volta accadde il 17 febbraio 1996, la seconda il 15 marzo dello stesso anno. Ben 25 testimoni assistettero al verificarsi dei due eventi. Il sangue fu subito raccolto in provette e fatto analizzare in laboratorio. Risultò trattarsi di sangue umano del gruppo AB, Rh positivo, lo stesso gruppo presente sulla Sindone. Peraltro, l’ immagine sanguinante del Santo Volto di Gesù di Cotonou, nel Golfo di Guinea, si rapporta ai segni evidenti della coronazione di spine sul capo dell’uomo sindinico, in particolare alle impronte puntiformi e tondeggianti simili a ferita da punta e al colamento di rivoli di sangue venoso e arterioso presenti in modo evidente sulla Sacra reliquia di Torino. Più volte Gesù apparve ad un sacerdote napoletano, don Dolindo Ruotolo. Il presule partenopeo qualche anno prima della sua morte, avvenuta il 19 dicembre 1970, aveva chiesto alla pittrice Lucia Altomare, nativa di Trani, di raffigurare il volto del Signore dipingendolo su un quadro così come egli lo vedeva nelle apparizioni. Le spoglie mortali di don Dolindo riposano a Napoli, nella chiesa di San Giuseppe dei Vecchi, lungo la navata che conduce alla Cappella di Lourdes. Sulla tomba di don Dolindo è stato posto il volto di Gesù realizzato dalla pittrice pugliese. È simile al volto del Cristo elaborato dalla NASA e dalla Intelligenza Artificiale. Lo stesso don Dolindo, in una lettera scritta alla Altomare, l’epistola è datata 5 febbraio 1966, le rivelò che fu Gesù a guidare la sua mano quando dipinse il Suo volto. Ad Oviedo, nell’antica terra delle Asturie, in Spagna, nella Camera Santa della cattedrale del San Salvadore è custodito un telo di lino rettangolare. Le sue dimensioni, 53 x 86 centimetri. La reliquia è associata alla Passione e Risurrezione di Gesù. Si tratta del Sudario di Oviedo, secondo la tradizione cristiana e il Vangelo di San Giovanni, il sudario coprì il capo del Cristo subito dopo la sua morte e sino all’arrivo al sepolcro, quando, secondo l’uso dell’epoca, veniva tolto prima di avvolgere il cadavere nel lenzuolo funerario. Sul sudario di Oviedo non appare nessuna immagine, ma le macchie di sangue che vi si sono impresse sono scientificamente compatibili, per composizione, tipo di gruppo sanguigno e diffusione geometrica, con quelle presenti sulla Sindone di Torino. Il sangue presente sul “Lino” di Oviedo è sangue umano, di sesso maschile, del gruppo AB. Sulla reliquia “spagnola”, inoltre, sono stati riscontrati anche depositi di granelli di polline, tracce di aloè e mirra. Gli stessi resti di vita vegetale presenti a Gerusalemme e in Israele al tempo della crocifissione di Gesù. Gli stessi resti di vita vegetale accertati da altri studiosi anche sul “Lenzuolo di Torino” tra gli anni ’70 e gli anni ’90. Inoltre ancora, la composizione del tessuto del Sudario di Oviedo è uguale a quello della Sindone, per filatura, dimensione delle fibre e torcitura. Il tessuto ha una trama con orditura ortogonale, mentre quello sindonico è a spina di pesce. La sera del 22 febbraio 1931, Gesù apparve a suor Faustina Kowalska chiedendo alla religiosa polacca di far dipingere un quadro riproducente l’immagine della Sua apparizione, con i due raggi, uno rosso l’altro bianco, che fuoriuscivano dal Suo Cuore. Suor Faustina affidò l’incarico al pittore Eugeniusz Kazimirowski, che a Vilnius, in Lituania, nel 1934 ultimò il quadro dopo circa sei mesi di lavoro, presentandolo ufficialmente il 28 aprile 1935.
L’ immagine del Cristo Misericordioso dipinta da Kazimirowski, a sua volta, denota una grande somiglianza non solo con le immagini del volto di Gesù elaborate dalla NASA e dalla Intelligenza Artificiale, ma anche con l’immagine dipinta da Lucia Altomare, che nel 1966 raffigurò il volto del Nazareno posto sulla tomba di don Dolindo Ruotolo. Il volto dell’uomo della Sindone non cessa di attrarre studiosi e scienziati di tutto il mondo. L’ immagine impressasi sul venerato lenzuolo di Torino fu causata dalla esplosione di luce sprigionatasi dal corpo di Gesù al momento della risurrezione?.