Guerra di posizione
Giulio Caso
Dopo la I guerra mondiale condotta da generali con preparazione “ottocentesca” venne meno, si sperava definitivamente, la guerra di posizione. Quella delle trincee, piccole conquiste, grandi massacri raggiunti più per incapacità e menefreghismo delle vite umane, da parte dei generali che dagli stessi nemici.
Famoso rimane l’appello degli ufficiali austriaci ai soldati italiani che dovevano conquistare una collinetta ben difesa, ma non avevano alcuna possibilità e morivano come mosche, inutilmente, tanto che gli stessi ufficiali austriaci li imploravano di andare via. Furono tutti trucidati.
Quindi era, questa una guerra statica, inumana ( come tutte le guerre).
Si passò alle incursioni, alla fantasiosa guerra lampo e ai mezzi di distruzione di massa come le bombe atomiche.
Oggi che le guerre sono molteplici e sofisticate, si è ritornati ad una specie di guerra di posizione.
Qualcuno lancia missili, l’altro reagisce magari più incisivamente. Il primo fa un’altra mossa etc. , e tutte le azioni sono previste se non conosciute proprio. Se non è guerra di posizione questa e guerra di impostazione, di provocazione e distruzione di vite innocenti.
A latere della criminale drammaticità, in un angolo dell’ironia cerebrale, vengono in mente le risse di Stanlio e Ollio quando attendevano che si compisse la mossa dell’avversario per ricambiare.