Il cardinale Christoph Schonborn e gli angeli
Mons. Schonborn è nato nel 1945 a Skalken (Repubblica Ceca), nel 1963 entra nell’Ordine dei frati domenicani. Dopo aver studiato filosofia e psicologia a Walberberg presso Colonia, e a Vienna , prosegue gli studi teologi a Regensburg e a Parigi. Nel 1970 viene ordinato sacerdote e dal 1973 al 1975 è assistente spirituale degli studenti a Graz. Dal 1975 al 1991 è docente di Dogmatica e di Storia delle Chiese orientali a Friburgo (Svizzera). Membro dal 1981 della Commissione Teologica Internazionale, dal 1987 diviene il segretario della redazione che ha elaborato il Catechismo della Chiesa Cattolica. Nominato vescovo ausiliare della diocesi di Vienna nel 1991, nel 1995 ne diventa arcivescovo. Nel 1996 ha predicato gli esercizi spirituali quaresimali al Santo Padre. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tradotte in varie lingue, di argomento patristico, cristologico, dogmatico e spirituale. Nel suo libro “ Al centro della nostra fede” ( Jaca Book, Milano 1997) che è un breve commento al credo nel catechismo della Chiesa Cattolica così scrive l’illustre teologo cardinale di Vienna riguardo agli spiriti celesti: “Rimanete, voi angeli, rimanete presso di me”: così comincia una commovente aria della cantata di Bach per la festa dell’arcangelo Michele. A questo proposito scrive Walter Nigg: “Evidentemente Bach percepì che la cristianità rischiava di perder qualcosa di centrale. Gli sembrò che gli angeli stessero lentamente abbandonando gli uomini, avvertendo ciò come una grave disgrazia … Che cosa facciamo se gli angeli non rimangono con noi, se rimaniamo senza la loro protezione e il loro aiuto?”. Gli angeli appartengono al nucleo della fede? Essi non sono certamente il punto centrale della nostra fede, ma neanche noi! Il centro della fede è il mistero del Dio trinitario e il mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Tutto il resto gira attorno a questo centro, anche gli angeli. Anche noi! Nessun angelo contesterà questo (tranne gli “angeli caduto”, che sono tali proprio perché si sono posti al centro), al contrario: la magnificenza e la beatitudine degli angeli sta nel fatto che essi vivono proprio per questo centro, servono con tutta la loro natura il Dio vivente e adorano il mistero di Cristo. Quindi esistono, e la loro esistenza è una verità di fede (CCC 328). Come il cuore non esiste da solo, così neanche il cuore della fede. L’esistenza degli angeli è una certezza della fede e come tutte le verità di fede anche la conoscenza dell’esistenza di queste creature di Dio puramente spirituali è un aiuto per la nostra vita, come testimonia la Sacra Scrittura. Gli angeli non possono essere eliminati dalla storia della salvezza. Per noi la loro esistenza è misteriosa e inafferrabile, poiché sono creature puramente spirituali. Essi godono di una particolare vicinanza a Dio, al punto che, nell’Antica Alleanza, Dio appariva e parlava spesso per mezzo dei suoi angeli. Quando riflettiamo sulle numerose apparizioni degli angeli nella Bibbia (cfr. CCC 332 – 333), dobbiamo evitate di giudicarli in modo precipitoso, come espressioni di una concezione antica del mondo. Piuttosto, è probabile che la percezione della nostra fede nei confronti della realtà degli angeli sia offuscata rispetto a quella dei credenti che ci hanno preceduto. La vita di Gesù è circondata dal servizio degli angeli, dell’annuncio e dalla nascita fino all’agonia nel Getsemani, alla mattina della resurrezione e all’ascensione. Anche la vita della Chiesa e dei cristiani è circondata dagli angeli. “Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita”, dice san Basilio, testimoniando la fede nell’ “angelo custode” che Dio mette accanto ad ogni uomo (CCC 336). “abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui” dice Dio al suo popolo e ad ognuno di noi (Es. 23, 21). Come nel “Sanctus” uniamo le nostre voci alla loro lode, così il nostro sentiero di vita percorso assieme a loro ci condurrà sicuramente alla meta. La Chiesa prega affinché gli angeli ci accompagnino al di là della morte, fino in paradiso (CCC 1020)”.