I manifesti e la comunicazione
Giulio Caso
Oggi noto che, spesso, si ha difficoltà a comprendere il messaggio dei vari manifesti che dovrebbero propagandare una manifestazione o un evento culturale.
Difficile trovare il paese, l’orario, l’oggetto reale che viene, di fatto, nascosto da caratteri minuscoli, quasi illeggibili e introvabili, come le scadenze su vari prodotti alimentari, e da terminologie in inglese.
Manca il motivo, chi, di fatto, organizza etc .
L’unica cosa che risalta a caratteri grandi è un disegno o una frase che dovrebbe riassumere tutto.
Sta ritornando l’epoca dei geroglifici?
Ricordo che un ottimo cittadino di un paese della provincia di Salerno, un uomo con meriti culturali riconosciuti, quando si candidò come consigliere comunale, riempì la sua cittadina di manifesti bellissimi che attraevano e che tutti lessero con interesse. Ripeto trattavasi di un cittadino molto stimato a cui tutti avrebbero dato, volentieri, il voto. Eppure non fu eletto. Egli si arrabbiò molto, specie con gli amici più vicino a lui, che lo seguivano, gli volevano bene. Questi rimasero stupiti a chiedere:
“Ma perchè, eri candidato?”
Infatti dal manifesto, pur così attraente, non si evinceva questo semplice fatto: – Che lui fosse candidato.
Questo lo si doveva scoprire seguendo processi mentali e sequenziali più difficili di un anagramma. E pochi ci riuscirono.