Avventure missionarie: proverbi

Avventure missionarie: proverbi

Padre Oliviero Ferro

Questa si potrebbe definire una “avventura culturale”. E’ la scoperta o la riscoperta dei proverbi. Da piccoli, anche in Italia, ce lo insegnavano, scuola compresa. Ma in Africa li ho riscoperti. E’ una parte della saggezza popolare e questo, come tante altre cose, richiede attenzione, ascolto, umiltà nell’imparare, Come con la corda della saggezza della tribù Warega (su cui mettono degli oggetti che poi richiamano i proverbi e dei valori da vivere nel villaggio e nella vita) così i proverbi, spesso, sono la conclusione dei racconti che rimangono impressi nella mente. E’ un po’ la cosiddetta “morale della favola: e più si entra in contatto con loro, più diventa facile ricordarli e trasmetterli agli altri. E’ quello che hanno fatto con me gli anziani in Africa e anch’io cerco di donarli agli altri. Li mescolo ai discorsi, alle omelie, agli incontri e vedo che piano piano sono ascoltati, perché la saggezza, anche se cambiano i tempi, non tramonta mai. E ora proviamo prenderne qualcuno a caso. “Chi vuole avere un oggetto che si trova sotto il letto, si deve abbassare” (cioè per ottenere qualcosa, bisogna faticare, non stare lì ad aspettare) e a questo ci aggiungo un altro simile “la scimmia, a furia di aspettare, ha perso la coda” (se vuoi ottenere qualcosa, devi darti da fare), senza dire: lo farò domani). Eccone un altro che spesso usiamo “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. In Africa si direbbe “si fa passare per cieco, mentre ci vede bene”. Una cosa che mi ha colpito è che i proverbi si rassomigliano in tante parti del mondo, cioè vuol dire che ogni cultura ha la saggezza e quindi è bene conoscerla. E questo è un modo molto semplice, ma utile, per sentirsi parte, cittadini del mondo, anche a livello culturale. Ci sono le differenze, ma se conosciute, ci arricchiscono. Molti proverbi riguardano l’educazione dei bambini, data dai genitori e dalla società, come questo “un campo dove sono state piantate le arachidi, non manca di avere i frutti” (il bambino cresce con l’educazione ricevuta). E un altro lo possiamo collegare a questo “bisogna seguire l’albero mentre cresce. Dopo che è cresciuto, non si potrà fare più niente” (seguire l’educazione del figlio da piccolo e non delegare ad altri, quando ormai sarà troppo tardi). Per concludere, noi diciamo “non mettere il carro davanti ai buoi” e l’africano direbbe “la zappa non conduce il contadino” (ma al contrario). I proverbi e la cultura che li ospita (lo stesso vale per noi) sono (devono essere)“uniti come l’anello col dito”.

Cagliari 15-3-2023