Salerno: Conservatorio “G. Martucci” – Parrocchia di Sant’Anna in San Lorenzo, concerto Stabat Mater

Salerno: Conservatorio “G. Martucci” – Parrocchia di Sant’Anna in San Lorenzo, concerto Stabat Mater

Scende in campo il Conservatorio “G. Martucci” per i riti della Settimana Santa e lo fa con un concerto in forma scenica preceduto da un corteo in costume. L’appuntamento è per domani alle ore 18 in Piazza Alfano I per il corteo in costume “Il rumore del silenzio” seguendo il quale si ascenderà alla chiesa di Sant’Anna in San Lorenzo in cui, alle ore 20, verrà eseguito uno delle icone dei riti delle tenebre, lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi.

Un concerto di tradizione, voluto fortemente dal direttore Fulvio Maffia e dal Presidente Luciano Provenza, che saluterà i soprani Maria Rosaria Vitale e Giada Campione e i mezzo-soprani Assunta Minerva e Miriam Tufano, soliste, con il coro, il tamburo di Alessandro Calicchio, nella trascrizione per pianoforte cui siederà Carmine Rosolia e per la regia, scene e costumi di Carlo Costa.

Lo Stabat Mater considerato l’icona sacra più emblematica di Pergolesi, commissionato con tutta probabilità da Marzio IV Carafa duca di Maddaloni, protettore del compositore, per i Cavalieri dell’Arciconfraternita della Beata Vergine dei Sette Dolori, fu composto tra il 1735 e il 1736 a Pozzuoli negli ultimi mesi di vita. Oltre all’intensità poetica, si carica del legame con la religiosità appassionata del secolo di San Francesco, esaltata dall’attribuzione a Jacopone da Todi, riflettendo un mondo spirituale che voleva rivivere quasi in prima persona le sofferenze di Cristo e quelle di sua madre, assunta nella devozione non come impassibile Theotókos, ma come madre che ha patito il dolore più lacerante che si possa patire. Un altro Ordine Mendicante nato in questo stesso clima spirituale, quello dei Servi di Maria, promuove la devozione all’Addolorata, della quale lo Stabat Mater è il canto per eccellenza. Questa contemplazione fortemente sentimentale della Passione percorre il Medioevo e ritrova nuova linfa, in tutt’altro contesto culturale e teologico, nella religiosità post-tridentina. Sia che si tratti delle sacre rappresentazioni e delle processioni rivolte alla devozione popolare, sia che si tratti della pratica liturgica, il fedele è chiamato a un impegno principalmente individuale e interiore; la contemplazione e l’immedesimazione nel sacrificio di Cristo e nei dolori della Vergine trovano riscontro nella pratica del Santo Rosario e nel culto dell’Addolorata e poi del Sacro Cuore, non a caso fortemente promosse dalla Chiesa in questi secoli. In questa temperie, la musica di Pergolesi ottiene uno straordinario successo proprio perché esprime in modo vivamente drammatico, per qualcuno anche troppo “melodrammatico”, gli stati d’animo, gli affetti, i sentimenti della Vergine, traducendoli in espressioni sonore non dissimili a quelle usate nel linguaggio operistico. Pur conservando alcuni dei procedimenti contrappuntistici tradizionalmente associati alla musica sacra, nello Stabat predominano i mezzi più moderni del “patetismo” stilistico, con abbondanza di dissonanze, contrasti dinamici, espressivi accompagnamenti, sino al fugato che si pone a chiusura dell’opera.