Nocera Superiore: IC Fresa Pascoli, Dirigente Michele Cirino “Educare alla pace”

Dirigente Scolastico Michele Cirino
La scuola, in quanto agenzia educativa, ha il dovere di agire e intervenire attraverso un vero e proprio processo di rieducazione civile che deve cominciare tra i banchi in classe e nei luoghi di aggregazione e deve proseguire nella vita sociale grazie al supporto ed alla partecipazione di chi crede veramente nei valori della legalità e della libertà.
È necessario un impegno nell’educazione dei giovani alla cultura della legalità nella convinzione che le mafie si combattono, come diceva il giudice Paolo Borsellino, non soltanto con la repressione ma soprattutto con la formazione di una nuova coscienza civile.
In primo luogo con questo momento si consolida la comunicazione progettuale con il territorio, la mission di scuola come servizio alla persona e finalizzata ad una autentica promozione personale.
Un modello di scuola centrato sulla costruzione collaborativa, consapevole e concorde di discenti e docenti.
In secondo luogo si amplifica la Vision di scuola organizzata a sistema complesso che offre pari opportunità educative, che garantisce l’autonomia amministrativa e didattica, che si configura come un sistema dinamico complesso capace di interagire, in modo costruttivo, con la società del cambiamento e dell’innovazione.
Una scuola che esalta un percorso formativo multidimensionale per formare l’uomo e il cittadino.
La battaglia culturale per la legalità “quale premessa ineludibile nella lotta alle varie mafie si compone di singoli comportamenti, di quotidianità, di impegno personale ciò che richiama l’alto compito educativo della scuola ed impone maggiori doveri di collaborazione alle famiglie”.
La scuola, quindi, deve “lavorare per costruire la nobiltà del sentimento nazionale, a partire dal dovere, che è la cifra più alta dell’educazione alla cittadinanza, contrastando costumi ispirati alla violenza, al pregiudizio, al disprezzo e all’accaparramento del successo a volte in forme effimere”.
La scuola è il nostro più importante presidio di democrazia, il luogo della cultura e del confronto dove si formano le nuove generazioni di cittadini, istruiti e consapevoli. Dove le istituzioni si aprono al dialogo”.
Citando la frase di Antonino Caponnetto secondo cui “la mafia teme più la scuola della giustizia, la mafia prospera sull’ignoranza della gente sulla quale può svolgere opera di intimidazione e soggezione psicologica” si può affermare che noi tutti, insieme, dobbiamo raccogliere concretamente” le idee di Falcone “e farle camminare sulle nostre gambe.
Agli enti ed alle Istituzioni di continuare a far sentire il calore civile e democratico di cui la scuola ha continuo bisogno e senza il quale non potrebbe affermare la sua vision e la sua mission così complessa e delicata. Il futuro dei giovani dipende da questi legami forti e indissolubili che colmano e annullano la paura della crisi, l’incertezza del futuro per disegnare sentieri rosei e sostenibili.
L’attuale società post-industriale è definita della comunicazione (dal latino comunis mettere in comune, condividere azioni e progetti).
La didattica, le modalità processuali di insegnamento/apprendimento sono il luogo ideale dove si può affermare forte la dimensione comunitaria e comunicativa della scuola. Di una scuola al di là degli spazi, delle mura, degli ordini e delle differenze organizzata e dimensionata per un fine comune, quello della crescita civile e democratica. È il fine comune che fa esistere una comunità. E la scuola è una comunità. Lo è malgrado tutto. Essa è insieme alla famiglia, la comunità più importante nella vita delle giovani generazioni. È la scuola il luogo ideale dove l’incomunicabilità può essere ridimensionata e annullata e con essa il prevalere delle forme esteriori sulla comunicazione interiore e interpersonale.
La PACE E LA NON VIOLENZA è il punto nodale su cui si snodano sentieri di ampliamento e potenziamento dell’offerta formativa, strade su cui si consolidano sinergicamente formazione e istruzione. Con questo assioma la scuola diventa luogo di superamento dell’incomunicabilità tra le persone che, purtroppo, rappresenta la causa prima del disagio esistenziale. L’incomunicabilità tra famiglia, scuola, società, è la causa prima delle devianze giovanili.
Ecco perché emerge la necessità tra i docenti e tutti gli operatori scolastici di saper organizzare le proprie scuole in arcipelaghi di certezze costruttive, attraverso il dialogo con gli allievi, con i genitori e con i cittadini stessi del territorio, in cui opera la scuola. Da ciò deriva il ruolo determinante della scuola nel promuovere la comunicazione, finalizzata alla comprensione umana profonda. Si ritrova in questo la missione propriamente spirituale dell’educazione: insegnare la comprensione dei problemi interiori, dei modi di pensare e di sentire propri e degli altri, quale condizione e garanzia di quella comunicazione profonda che è il fulcro stesso della crescita intellettuale ed etica degli individui.
È la scuola il luogo dove promuovere il pensiero positivo, la riflessione o l’introspezione per scoprire nell’interiorità la vera e comune humanitas pur nella complessità del mondo di oggi. Ed è proprio l’educare alla consapevolezza della complessità umana che apre al docente la via della sintonizzazione emotiva e cognitiva, come capacità di immedesimarsi con l’altro, chiunque egli sia.
Per fare ciò, evidentemente c’è bisogno dell’apporto, dell’interesse, della motivazione, dell’entusiasmo e della compartecipazione di tutti i docenti delle classi o sezioni chiamati a dare visibilità alla propria utenza. In questo modo e in questa prospettiva il sito web ed il giornale di Istituto rappresentano la faccia speculare di un’offerta formativa di qualità al servizio dell’utenza, un momento importante di incontro tra famiglia e scuola, un punto cruciale di compartecipazione alla comunità scolastica.
La scuola – è chiaro – nel suo difficile percorso formativo non può viaggiare da sola. Ha bisogno nel suo cammino di compagni fidati rappresentati dagli enti, istituzioni e associazioni che sono l’humus della democrazia