La Voce e la Vita della Chiesa: ”La donna nella Chiesa, nella famiglia e nella società“

La Voce e la Vita della Chiesa: ”La donna nella Chiesa, nella famiglia e nella società“

Diac. Francesco Giglio

Mi viene voglia di dire che, finalmente, una Chiesa che ha sempre pensato ed agito al “maschile” oggi possa dare spazio alla componente femminile in essa presente. Vi è stato in passato, ma ancora presente, un modo maschile sia intellettivo che comportamentale di rispondere alle problematiche scientifiche, storiche, la vita e finanche la dottrina della Chiesa. Credo sia il caso di dire giustamente che arrivato il tempo di dare più spazio al genio femminile in tutti i campi. Da qui la necessità di meglio specificare il ruolo della donna nella Chiesa e nella società. Quando si parla della Chiesa si dice che essa è “il Popolo di Dio” e ci si dimentica spesso che questo “Popolo è formato sia da uomini che da donne”. Allora è necessario che la Chiesa  si sforzi di non pensare ed agire al maschile, perché risulta con grande chiarezza che nessuna discriminazione esiste sul piano del rapporto con Cristo, nel quale «non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 28) e quindi tutti sono chiamati a partecipare  alla vita e alla santità della Chiesa. Considerando quindi importante far crescere il ruolo della donna in tutti i campi dell’umana convivenza, è necessario, come ha affermato Papa Francesco, rendere sempre più efficace  la presenza della donna negli ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro, in tutti quei luoghi dove si adottano o si prendono le più importanti decisioni. Anche nella Chiesa è necessario ripensare e riscoprire la “vocazione” al femminile, affinché la donna possa mettere la propria vita e la propria fede al Suo servizio universale e particolare. È importante ricordare che spesso i Papi si sono soffermati sull’importanza della donna e del suo ruolo nei vari campi dell’umana convivenza. Nel 1955 nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, essa venne definita “educatrice di pace”. Anche San Giovanni Paolo II nella sua lettera apostolica del 1988 “Mulieris dignitatem” ne riconosceva la dignità e la vocazione e soprattutto “la sua forza morale e spirituale”. Papa Francesco, citando la sua esortazione apostolica “Evangelii gaudium” dice: “Ho ricordato l’indispensabile apporto della donna nella società, in particolare con la sua sensibilità ed intuizione verso l’altro, il debole e l’indifeso; mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; ed ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa”. Se questo è l’auspicio del Santo Padre, credo sia importante allora dare spazio alle seguenti tematiche:

 1) Che cosa dice la Chiesa in merito al ruolo della donna nel suo interno?

senza dubbio alcuno, la Chiesa riconosce la forza spirituale e morale della donna, come si legge nei documenti del Vaticano II e più precisamente nella Lettera Apostolica “Mulieris Dignitatem di S. Giovanni Paolo II. La sua presenza nelle realtà parrocchiali,  l’impegno profuso nell’accompagnamento di famiglie e gruppi, l’approfondimento e lo studio delle discipline teologiche e della Sacra Scrittura sono il chiaro segno di una condivisione pastorale e la possibilità di riempire gli spazi per una più incisiva presenza nella Chiesa  con la possibile condivisione di responsabilità pastorali accanto ai parroci. Il tutto motivato dalla particolare sensibilità verso i più piccoli ed i più deboli. Le donne con la loro esperienza femminile possono rendere un grande servizio alla missione stessa della Chiesa senza peraltro ridurre la loro presenza a qualche  attività,  ruolo o funzione con il solo desiderio di gareggiare con la componente maschile al fine di dimostrare la propria capacità di essere migliore o più intelligente contribuendo così a creare una inutile lotta di esercizio del potere.

 2) Cosa le donne possono fare e dire con la loro presenza nella Chiesa?

Poiché la Chiesa è “Madre e Maestra”, chi più della donna può portare nell’interno di essa l’esperienza esaltante di parlare di Dio attraverso la testimonianza di chi concepisce, porta dentro di sé la vita e le dà luce arricchendo così la famiglia, la società e la stessa Chiesa. Esse con la loro sensibilità, delicatezza e tenerezza non solo rappresentano e sono l’essenza della famiglia ma contribuiscono a far crescere il clima ideale affinché, in tutte le realtà in cui sono presenti, possa nascere un’armoniosa serenità di vita. Il dono della maternità arricchisce sia la società che la Chiesa, perché senza la vita non può esistere la chiamata al “servizio” ai fratelli e alle sorelle nella comunità ecclesiale e civile. Ci viene in soccorso la presenza della Madonna nella Chiesa nascente. Maria è presente nel Cenacolo con gli apostoli e in preghiera ella rende possibile la nascita della Chiesa. Maria è l’icona e lo strumento mediante il quale si realizza il mandato del Signore: edificare la sua Chiesa. La sua presenza è stimolo e segno di continuità. Gli apostoli non si sentono soli e Maria diventa l’anello di congiunzione con il loro Maestro. Ancora oggi questo si può realizzare con il concorso e la presenza femminile in filiale collaborazione con i vescovi, i presbiteri e i diaconi.

 3) Quale contributo può apportare la presenza della donna nella famiglia?

La riposta a questa domanda ce la fornisce Papa Francesco quando afferma che: il «genio femminile» nel lavoro e nella sfera pubblica è «importante», ma il ruolo della donna nella famiglia è «insostituibile». Anche in questo caso il nostro pensiero va alla famiglia di Nazaret dove, ancora una volta, troviamo Maria, madre e sposa, che in spirito di servizio accudisce Giuseppe e cresce il fanciullo Gesù. Di certo ella non trascurava di essere come la donna del libro dei Proverbi: capace di dare felicità al marito, laboriosa e lavoratrice, attenta alle necessità dei suoi e di quanti a lei si rivolgevano. Per tutto questo è diventata oggetto di lode e di ammirazione. Maria ha ben compreso il valore della creazione e quindi, grata al Creatore, ha vissuto la sua vita operosa e vigilante con la sicura speranza di sentirsi chiamare “serva buona e fedele”. Proprio perché ha compreso appieno il disegno di Dio su di lei è entrata di diritto nella gioia del Regno. Naturalmente è necessario tener presente le mutate situazioni economiche, sociali e culturali per cui la donna d’oggi alla vita della famiglia spesso abbina anche quella di una vita lavorativa. Certamente non è facile oggi essere sposa, madre, lavoratrice e quant’altro. Bisogna avere tanta forza di volontà per essere in tutti i campi d’impegno donna degna di “essere lodata alle porte della città” cioè essere riconoscibile ed apprezzata per impegno, costanza e volontà.

 4) Quale è il contributo della donna nella società odierna?

Bisogna prendere atto che la donna, nella nostra società, è diventata sempre più protagonista; spesso sentiamo dire che in moltissimi campi e professioni che un tempo erano di competenza degli uomini, oggi esse raggiungono anche gradi di eccellenza. Naturalmente tutto questo in passato ha comportato un impegno non indifferente da parte delle donne nel demolire la mentalità che le vedeva solo “angeli del focolare” e non sempre parte attiva della società. Per grazia di Dio anche queste barriere sono state abbattute ed oggi la loro presenza, non derivante solo dalle pari opportunità, nei vari campi della società è divenuta fonte di ammodernamento e di progresso. Personalmente credo che la loro presenza in tutti i luoghi sia il segno che la nostra società ha scoperto che tutti possiamo contribuire alla conservazione e alla custodia del creato e che ogni uomo e donna dei nostri tempi è chiamato a dare il meglio di sé in prospettiva di una maggiore crescita sociale, morale, culturale ed economica della nostra società. La presenza femminile sicuramente serve ad ingentilire ed umanizzare tanti ambienti che per vari motivi nel corso degli anni si sono chiusi al dialogo, al confronto e all’ascolto. Sola la pazienza e la disponibilità femminile, accoppiata alle sue tante qualità, possono essere segno di mutamento e di miglioramento. A maggior ragione il pensiero cristiano e la fede devono diventare strumenti efficaci e idonei per ridare a questa nostra società secolarizzata e materialista una ventata di freschezza e la possibilità di riscoprire il senso autentico della vita, del lavoro, del servizio e della missione. Ancora una volta ci viene in aiuto la figura femminile per eccellenza e cioè la Madonna. A modo suo e nel contesto del suo tempo, ha saputo incarnare il ruolo autentico di donna, sposa, madre. Ha con amore messo al mondo il Figlio di Dio, ha allietato la casa di Giuseppe, ha cresciuto e educato Gesù, lo ha accompagnato e sostenuto nella sua missione, ha superato le tante prove della vita: dall’Annunzio del messo celeste ai piedi della croce; dalla paura delle sue scelte all’amorevole custodia della casa di Nazaret; dalla morte di Giuseppe alla via dolorosa del figlio. In tutto questo, donna del “si, della gioia, della sofferenza”, è rimasta sempre fedele nell’adempimento della volontà di Dio e con il suo “SI” ha cambiato la storia del mondo e della nostra vita ristabilendo con il suo “silenzioso servizio” il patto interrotto tra Dio e l’umanità.

Al termine di queste povere riflessioni, credo sia buono e giusto ringraziare il “ Datore di ogni dono “ per aver pensato all’uomo ed alla donna come suoi buoni amministratori e di aver messo nelle loro mani i tantissimi tesori della creazione, con l’unico scopo di fare di questo nostro mondo l’anticamera del suo Regno. Speriamo solo che in spirito di umiltà e francescana letizia, sull’esempio dei tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduti, possiamo un giorno, dopo aver portato a termine la nostra missione, uomini e donne, sentirci chiamare operatori di pace, costruttori della civiltà dell’amore, ma soprattutto “servi buoni e fedeli nel poco per entrare a far parte di quel Regno”, che con cristiana fortezza abbiamo cercato di costruire su questa terra.