La Voce e la Vita della Chiesa: ”La Messa è finita ma continua nella vita “

La Voce e la Vita della Chiesa: ”La Messa è finita ma continua nella vita “

Diac. Francesco Giglio

Capita spesso sentire dire da parte chi ha partecipato a un pellegrinaggio durato alcuni giorni o agli esercizi spirituali o a un corso di formazione spirituale:” Se tutte le Messe fossero così, allora sì che ci andrei volentieri “. La stessa cosa però non sempre si percepisce da parte di chi va a Messa la domenica. È difficile poter dare una risposta o trovare una spiegazione al perché di questa disaffezione. Sono molte le cause che creano questo disagio. Ma quante sono le persone che la domenica vanno a Messa? La frequenza media settimanale dei cattolici è in calo come lo è il numero delle parrocchie. Lo stesso dicasi dei matrimoni, dei battesimi e dei funerali. È da evidenziare che questo stato di crisi si riscontra anche tra gli  Evangelici e Protestanti. Naturalmente bisogna tener presente anche quanto è avvenuto in seguito della pandemia. I dati riportati dai vari sondaggi ci fanno capire che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca, radicale e profondo che interessa tutta l’Europa e non solo l’Italia. Nell’anno 2010 la Conferenza Episcopale italiana  pubblicava il testo: “Educare alla  buona vita del Vangelo” e al n° 9, così scriveva:” Considerando le trasformazioni avvenute nella società, alcuni aspetti, rilevanti dal punto di vista antropologico, influiscono in modo particolare sul processo educativo: l’eclissi del senso di Dio e l’offuscamento della dimensione dell’interiorità, l’incerta formazione dell’identità personale in un contesto plurale e frammentato, le difficoltà di dialogo tra le generazioni, la separazione tra intelligenza ed affettività. Si tratta di nodi critici che vanno compresi e affrontati senza paura, accettando la sfida di trasformarli in altrettante opportunità educative”. Il Concilio Vaticano II, ribadisce che la Messa è  «fonte e culmine di tutta la vita cristiana». Certe liturgie vissute come atti dovuti possono, alla fine divenire uno stile di vita cristiana monotono e ripetitivo. L’abitudine a fare certe cose finisce, con lo svilire e spegnere l’interesse a vivere un momento che può ridestare e rimettere in vita la nostra esperienza di fede. Nasce quindi la necessità di risvegliare in noi la meraviglia, la commozione, il raccoglimento e l’autentica partecipazione alle funzioni religiose. Molti sono quelli che dicono di credere in Gesù Cristo e nel Vangelo, ma non sempre si comportano di conseguenza. Ci viene in aiuto S. Giacomo che, nella sua lettera (2,26) , spiega che “la fede senza le opere è morta” e ci invita sull’esempio dei santi, a dimostrare la nostra fede mettendo in pratica il Vangelo. La Messa è il mezzo attraverso il quale riusciamo a mettere in relazione religione e vita. Il Papa continuamente ci ricorda che le liturgie o le ritualità, anche se belle, sono vane  “se non toccano il cuore e l’esistenza del popolo di Dio”. Non è una bella coreografia o un fatto emotivo a coinvolgere l’anima e il corpo, ma è Cristo che fa vibrare il cuore ed è Lui che attira lo spirito”. Andare a Messa solo per realizzare un incontro sociale – dice sempre Papa Francesco – “ porta a svilire un’esperienza indispensabile alla vita cristiana. Anche se viviamo in una società rumorosa è importante riscoprire il valore del silenzio che invece aiuta l’assemblea e i celebranti a concentrarsi su ciò che si va a compiere. Si può far rumore anche con le troppe parole o le omelie che vanno oltre i pochi minuti. Il Popolo di Dio deve portarsi qualche cosa a casa altrimenti esse finiscono per essere delle conferenze. Bisogna far silenzio prima, durante e dopo le celebrazioni. Il silenzio apre e prepara il mistero. La Messa non deve essere un’abitudine ma una sorpresa continua”. Alla domanda:“ Perché andare a Messa e in modo particolare la domenica?”,  Papa Francesco, nell’udienza del 13 dicembre 2017 risponde così: “Noi cristiani andiamo a Messa la domenica per incontrare il Signore risorto, o meglio per lasciarci incontrare da Lui, ascoltare la sua parola, nutrirci alla sua mensa, e così diventare Chiesa, ossia suo mistico Corpo vivente oggi nel mondo… Non basta rispondere che è un precetto della Chiesa; questo aiuta a custodirne il valore, ma da solo non basta. Noi cristiani abbiamo bisogno di partecipare alla Messa domenicale perché solo con la grazia di Gesù, con la sua presenza viva in noi e tra di noi, possiamo mettere in pratica il suo comandamento, e così essere suoi testimoni credibili”. Nella tradizione biblica degli Ebrei il sabato è il giorno del riposo. Nella società romana non era previsto un giorno della settimana, che fosse dedicato all’astensione dai lavori servili. Fu il senso cristiano del vivere da figli e non da schiavi, animato dall’Eucaristia, a fare della domenica, quasi universalmente, il giorno del riposo. Da allora in modo particolare la domenica è il giorno in cui il cristiano vive da vero “ figlio di Dio” e, animato dalla forza dell’Eucarestia lo trasforma nel “giorno del riposo”.  Riposo del corpo e dello spirito che nella Messa e nell’Eucarestia trova  “ la scuola dove impara a dire grazie a Dio per i doni ricevuti, a scoprire il senso autentico dell’Amore di Dio e la vera sorgente della speranza”. Di Domenica in domenica, come comunità di credenti e di battezzati che formano la Chiesa di Cristo anticipiamo, nell’Oggi di Dio, quel giorno radioso e splendido della “Domenica senza tramonto dove risplende senza fine la bellezza di Dio”.