Eboli: Consiglio Comunale, assessore Marisei su collegamento stradale tra autostrada e variante

Eboli: Consiglio Comunale, assessore Marisei su collegamento stradale tra autostrada e variante

INTERVENTO CONSIGLIO COMUNALE DEL 28 GENNAIO 2023 avente ad oggetto ‘Collegamento stradale veloce tra l’autostrada A2 “del Mediterraneo” e la variante alla statale 18 ad Agropoli. – Progetto di fattibilità tecnico economica. Atti propedeutici all’avvio del procedimento di dibattito pubblico’.

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

Con nota prot. n. 785573 dell’11 novembre 2022, Anas SpA ha richiesto l’avvio della procedura di Dibattito Pubblico avente ad oggetto “Collegamento stradale veloce tra l’autostrada A2 “del Mediterraneo” e la variante alla statale 18 ad Agropoli”.  Con successiva nota prot. n.55026 del 29/11/2022 il Dibattito Pubblico è stato formalmente indetto e la documentazione tecnico amministrativa dell’opere trasmessa ufficialmente al Comune.

L’intervento è inserito all’interno del Patto per lo sviluppo della Regione Campania, stipulato il 24 aprile 2016 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Campania, per un importo previsto di 40 mln di euro per il tratto di 8 km in adeguamento della SS.18 e di 330 mln di euro per il tratto ex novo di 24,8 km.  Il finanziamento è inserito nella delibera CIPE 1/2022 “Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 – Anticipazioni al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili” con una assegnazione per i lavori di 370.000.000,00 mln di euro.

L’esigenza posta a base dell’opera è smaltire il traffico sulla SS18 che si registra attualmente soprattutto nei mesi estivi.

Il progetto di fattibilità tecnica economica dell’intervento, finanziato sempre con i fondi FSC 2014-2020 (Delibera CIPE 26/16) con € 1,6 milioni di euro, risponde all’obiettivo con un collegamento a scorrimento veloce tra Agropoli e l’autostrada A2 del Mediterraneo mediante una strada che, dallo svincolo di Agropoli Sud della SP430, attraversa i territori dei comuni di Agropoli, Capaccio, Albanella, Altavilla Silentina, Serre ed Eboli sino ad arrivare sulla A2 per interconnettersi con l’autostrada A2, nel tratto compreso tra lo svincolo di Eboli e quello di Campagna, che consenta, soprattutto nei periodi estivi quando si registrano elevati flussi di traffico dovuti alla vocazione turistica del territorio, di ridurre le situazioni di congestione.

L’infrastruttura di progetto prevede una lunghezza di circa 34,7 chilometri di cui circa 25 con una piattaforma stradale di categoria di tipo B (due corsie per senso di marcia e banchine laterali), per i restanti chilometri sono previsti interventi di adeguamento dell’attuale SS 18 ad una categoria stradale di tipo C (una corsia per senso di marcia) secondo il D.M. 05/11/2001.

Sono previsti 7 svincoli di cui 3 da adeguare alla normativa vigente e 4 di nuova realizzazione; sono state studiate tre alternative di tracciato, che differiscono solo lievemente tra loro nel tratto di attraversamento dell’area di confluenza del fiume Calore nel fiume Sele.

ANALISI DEL TRACCIATO PROPOSTO

Il territorio attraversato dall’opera è di notevole rilevanza naturalistica e paesaggistica; sono infatti presenti numerosi vincoli territoriali di carattere ambientale, antropico ed idrogeologico di cui si segnalano i più importanti:

  1. Area UNESCO;
  2. Zona di interesse archeologico;
  3. Vincoli Militari (Caserma di Persano);
  4. Aree Parchi (Fiume Sele):
  5. Aree SIC (Siti di Interesse Comunitario);
  6. Aree ZPS (Zone di Protezione Speciale);
  7. Aree di perimetrazione del rischio idraulico PAI (area di confluenza nel fiume Calore nel fiume Sele);

L’obiettivo dell’opera non è stato ricercato mediante il confronto tra VERE alternative progettuali, quali potevano essere,

  1. il completamento dell’Aversana,
  2. l’adeguamento delle reti esistenti (SS.18, SP 30, reti stradali tra Albanella,

Capaccio, Agropoli, etc.),

  1. una nuova bretella (come da progetto),

bensì confrontando tre alternative progettuali che si differenziano tra loro solo su lievi traslazioni e modifiche puntuali del tracciato che invece, dal punto di vista dello sviluppo funzionale del traffico, sono equivalenti.

Nel PFTE il modello di previsione della domanda di mobilità su ruote è visto al rialzo (tra il 30 e il 40 % al 2040) senza spiegarne a fondo le basi. Ovviamente questo punto è dirimente nel definire l’opera “conveniente” dal punto di vista economico per lo Stato. Il famoso VAN dell’opera.

Il modello di traffico locale utilizzato è stato calibrato mediante rilievi del traffico giornaliero medio in determinate sezioni di rilevamento, specie lungo la SS.18. Tra queste sezioni di rilevamento, però, non ce ne è nemmeno una sulla Aversana. In altre parole, il dato di traffico sulla Aversana è dunque un dato dedotto e non direttamente misurato, per cui non si riesce a sapere quanto traffico ci sia sull’Aversana.

Il modello di simulazione dello scenario futuro prevede, a seguito della realizzazione della nuova bretella, una diminuzione del traffico sulla SS18 pari al 60 – 70 % a partire da Battipaglia, fino quasi ad azzerarsi verso Capaccio.

Questo avrebbe ipotetici risvolti positivi sulla viabilità della SS.18 e delle strade ad essa interconnesse, ma non è trascurabile la ricaduta negativa dal punto di vista commerciale. Si tratta ovviamente di modello di sviluppo previsto, e aggiungo ‘voluto’, per giustificare la ‘convenienza’ dell’opera.

 

RISCHIO IDRAULICO

Il tracciato prescelto si inserisce nell’area interclusa tra i due fiumi Sele e Calore, area caratterizzata da un’alta sensibilità dal punto di vista idraulico. In particolare in molte aree ricade in zona a rischio R3 (il massimo è R4) della mappatura dell’ex Autorità di Bacino. Per questi tratti, non pochi, sono previsti dei viadotti (Casina di Persano e ‘Femmena Morta’).

Ed infatti ogni anno, in diverse occasioni, quando vi sono precipitazioni solo un po’ più copiose, i terreni che lambiscono il fiume Sele in quest’area vengono allagati. Decine di ettari coltivati ‘in campo aperto’ vengono sommersi dall’acqua e le produzioni agricole irrimediabilmente perdute. Un danno da milioni di euro. La strada di collegamento tra Fiocche e Borgo Carillia è sovente chiusa, non solo nella stagione invernale, per l’esondazione del Sele quando incontra il Calore, con gravi disagi per cittadini ed imprese.

Non è questa la sede per dibattere della necessità di manutenere il territorio, e tuttavia dalla tragedia di Sarno a quella recente di Casamicciola in Campania vi è stato un susseguirsi di disastri, spesso annunciati, verificatisi anche nelle nostre zone, ricordo l’alluvione che colpi la frazione di Teglie, a San Gregorio Magno, cui dovrebbe porsi rimedio con scelte coraggiose.

Più che la carta del rischio è significativa la carta della pericolosità. Infatti, come è noto in ambito tecnico ingegneristico, il valore del Rischio è determinato dal prodotto di varie componenti, tra cui la probabilità che l’evento si verifichi, appunto il pericolo, dalla sua magnitudo e, però, anche dai danni attesi a cose e persone in funzione della loro presenza/esposizione e vulnerabilità.

Va da sé, perciò, che la presenza di nuove opere in un a zona già a rischio 3 ne potrebbe determinarne, con buona probabilità, anche l’ulteriore incremento della fascia di rischio, quantomeno per un’aumentata esposizione.

L’aumento della categoria di rischio, a sua volta, determinerebbe ulteriori vincoli per tutte le aree interessate.

Ed infatti, come si evince dal progetto di fattibilità, la bretella nel tratto esaminato, in funzione del RISCHIO è in area a Rischio 3, ma in funzione della PERICOLOSITA’ è nella categoria maggiore, ovvero nella fascia fluviale ad inondazione frequente, determinata con una portata di progetto avente periodo di ritorno di soli 30 anni (si tenga presente che nella scala del rischio, il valore minore ha un periodo di ritorno a 500 anni).

Preoccupa, insomma, il pesante impatto ambientale, paesaggistico e sociale sul territorio del tracciato che andrebbe a dividere aree protette e terreni con colture di pregio, traducendosi in un impatto diretto su 317 particelle catastali, di cui 147 in agro di Eboli, aziende agricole di primaria importanza destinate ad essere espropriate.

CONSIDERAZIONI FINALI

E’ condivisibile e va sostenuta la necessità di infrastrutturale il Mezzogiorno per diminuire il gap di sviluppo con il resto del Paese. Ma occorre farlo nel quadro complessivo delle politiche pubbliche a sostegno della qualità della vita dei cittadini, dell’aumento dei servizi, del rafforzamento di settori strategici per la nostra economia come il turismo e l’agricoltura. L’opera, invece, non tiene in nessun conto il quadro complessivo.

Inoltre, in assenza di certezza sul finanziamento dell’intera infrastruttura, nasce priva della concreta possibilità di realizzare gli obiettivi per cui è stata prevista, in quanto non risolve in alcun modo l’esigenza di un collegamento veloce tra il Cilento e le aree a Nord e Sud della Campania, ma non risponde neanche all’esigenza di mobilità dei cittadini dell’area interessata, mancando un miglioramento delle viabilità esistente.

Ed infatti, come già ricordato, dalla lettura dei documenti progettuali si evince che non sono state considerate le alternative, molto meno impattanti, del tracciato proposto, come il miglioramento della viabilità presente ed il completamento delle arterie viarie con tratti di nuova realizzazione, come nel caso della strada provinciale ‘Aversana’.

Nel progetto non si tiene in alcun conto dell’altro progetto, sempre redatto dall’ANAS, di ammodernamento dello svincolo autostradale di Eboli di località San Giovanni che migliorerà sensibilmente lo scorrimento del traffico, progetto definitivo all’attenzione della Commissione per la Valutazione di impatto ambientale presso il Ministero della Transizione Ecologica, oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

L’opera non risolve il congestionamento della SS.18 che, invece, viene ‘abbandonata’ al suo destino. Senza interventi volti a decongestionarne il traffico e ‘liberare’ anche lo svincolo autostradale di Battipaglia, la statale non potrà mai assorbire il traffico veicolare presente tutto l’anno, non solo ai mesi estivi nei quali si concentra il flusso di auto dei turisti da e per il Cilento.

Ma vi è di più. Anche ad accettare la logica, a mio avviso del tutto inattuale, del miglioramento dei collegamenti verso il Cilento per rilanciare il turismo, si è del tutto ignorata la mobilità sul ‘ferro’ e le vie del ‘mare’.

Noi tutti sappiamo che alla Piana del Sele è negata, almeno per ora, la possibilità di ospitare un HUB dell’Alta Velocità per le persone e le merci, cosi impedendo di riconvertire il trasporto delle produzioni agroalimentari della piana dalla gomma al ferro. In assenza del famoso ‘lotto 0’ l’Italia resta divisa in due, con l’Alta Velocità che arriva ad Afragola, si ferma per entrare in Salerno sotto la galleria ‘Santa Lucia’, per poi riprendere da Eboli verso Reggio Calabria. Una scelta che anche il nuovo Governo sembra accettare, impegnato ad avviare il progetto del Ponte sullo Stretto che, tuttavia, non collegherà il Sud al Nord del Paese, ma Eboli a Palermo.

Liberare le nostre strade e le nostre aree industriali dal traffico pesante renderebbe le arterie esistenti già molto più praticabili, non solo nei mesi estivi. Collegare l’aeroporto di Salerno – Costa d’Amalfi con la metropolitana leggera sino ad Eboli, e poi ad Agropoli, consentirebbe alle persone di circolare liberamente e in sicurezza.

Le Vie del Mare, il servizio di traghetti che collega Napoli al Cilento e alle isole, dovrebbero funzionare con continuità e non solo tre mesi all’anno con poche corse e ad orari spesso improponibili. Bisognerebbe crederci davvero ed investire di più.

La bretella ANAS Eboli – Agropoli è quindi una risposta sbagliata a problemi esistenti. Potenziare il turismo nel Cilento è un obiettivo condivisibile, ma dovremmo chiederci quale turismo? Quello mordi e fuggi, libero di correre sulle superstrade, che consuma il territorio e le sue risorse? Alcune borghi del Cilento stanno qualificando il loro turismo innalzandone il livello, hanno compreso che non è la quantità che serve, ma la qualità degli arrivi e delle presenze. Il tema è non solo più turisti, ma soprattutto migliori turisti, con più capacità di spesa, sensibili all’ambiente e rispettosi del territorio.

Vi sono esempi di destinazioni turistiche di valore nazionale ed internazionale che hanno fatto della loro ‘inaccessibilità’ un punto di forza. Le Cinque Terre, in Liguria, sono raggiungibili solo con il treno, le auto non possono circolare nei borghi, eppure attraggono migliaia di turisti da tutto il mondo.

Dobbiamo esprimere una ferma contrarietà al tracciato prescelto nel progetto di fattibilità tecnica economica, per l’elevato impatto ambientale che produce ed il concreto rischio di non assolvere agli obiettivi alla base della sua previsione. Il Consiglio comunale si esprima in tal senso per portare la sua voce nel Dibattito Pubblico ed avviare, concretamente, ogni azione utile a modificarne il tracciato favorendo soluzioni alternative basate sul miglioramento della viabilità esistente, il suo completamento con nuovi tratti, oggi mancanti, e, in subordine, il rammaglio dell’intervento proposto con la viabilità della provinciale SP. 30.

La pensante ricaduta negativa su tutta l’area interessata dal tracciato che sta alimentando questa vasta mobilitazione può e deve trovare quest’oggi una risposta unanime affinché l’opera sia davvero condivisa e al servizio del territorio e non venga invece calata dall’alta e imposta senza alcuna concertazione.

C’è lo spazio per votare all’unanimità una delibera ‘aperta’ al contributo di amministratori, cittadini ed operatori economici ed avviare un percorso virtuoso per un nuovo disegno infrastrutturale di Eboli che è già nel redigendo PUC e che ben presto sarà presentato alla città.

Non si sciupi quest’occasione per farne oggetto di una polemica ‘locale’ tra maggioranza e opposizione del tutto fuori luogo o, peggio, per obbedienza a logiche di partito di cui Eboli non ha alcun bisogno.

Non si sperperi il denaro pubblico per inseguire ricette vecchie di decenni, è tempo invece di invertire il paradigma della rincorsa ad uno sviluppo che sfrutta il territorio senza valorizzarlo e aprirsi alla modernità, coniugando produzione, ambiente, agricoltura e turismo guardando alle esigenze delle future generazioni.

L’Assessore ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica Salvatore Marisei