Avventure missionarie: pellegrinaggio alla Grotta mariana di Nfap-Nega (CMR)

Avventure missionarie: pellegrinaggio alla Grotta mariana di Nfap-Nega (CMR)

Padre Oliviero Ferro

Ogni anno, nella parrocchia di Nefa (nata dalla divisione con quella di Koptchou a Bafoussam-CMR), c’è l’abitudine di fare un pellegrinaggio mariano alla grotta-santuario di Nfap. Tutta la parrocchia (comunità di base-associazioni) sono invitati a partecipare. Ci si raggruppa nei pressi di una chef ferie (casa di un capo tradizionale) e da lì si partirà per camminare insieme a piedi su una strada polverosa (e non asfaltata). Sono almeno 5 km. Sotto il sole. Nel frattempo si erano preparate delle meditazioni da fare durante le 5 soste, insieme ai canti. Quando tutti sono arrivati, inizia la processione. Davanti la croce con i chierichetti e dietro tutti quelli che hanno deciso di vivere la fine del mese di maggio in un modo diverso dal solito. Le preghiere si alternano ai canti. Ogni tanto ci si ferma e viene proposta una meditazione  in cui si mette in evidenza il ruolo della mamma di Gesù nella vita cristiana. A turno viene letta da qualcuno, sia della co9munità di base, come dalle associazioni. E così, piano piano, si scende sempre più in basso. Siamo in mezzo al verde, tra i bananeti, i campi di mais, le piante di avocado e qualche animale che ci segue (soprattutto capre). Dopo un paio d’oro o forse più, arriviamo al santuario. C’è una statua della Madonna e una cappellina con una tettoia per il sole. Ci si siede in cerchio per poter partecipare alla messa. Si mangia e si beve qualcosa per riprendere le forze. Poi si comincia con il solito entusiasmo del trovarsi insieme. E’ un momento importante della vita della parrocchia. Al momento delle offerte, vengono portati i doni che poi saranno condivisi tra tutti i partecipanti. Prima di terminare, vengono benedetti gli oggetti di culto (corone del rosario, l’acqua…che aiuteranno nella preghiera personale e di comunità al ritorno a casa). Ancora una preghiera davanti alla statua della mamma di Gesù. Poi si con divide il cibo in allegria e serenità. Nel primo pomeriggio inizia il ritorno a casa. Avremo tante cose da raccontare a quelli che non hanno potuto partecipare, ma un po’ della gioia, vissuta insieme, sarà donata a loro in tutta semplicità.