La Voce e la Vita della Chiesa: “Terza Domenica del Tempo Ordinario“

La Voce e la Vita della Chiesa: “Terza Domenica del Tempo Ordinario“
"Full church, with Roman Catholic service.Location: Belgium."

Diac. Francesco Giglio

Nella celebrazione della Messa domenicale del 22 gennaio, con le parole della seconda colletta (orazione che fa parte della liturgia della Messa) recitata dal celebrante, la Chiesa così prega: “O Dio, che hai fondato la tua Chiesa sulla fede degli apostoli, fa’ che le nostre comunità, illuminate dalla tua parola e unite nel vincolo del tuo amore, diventino segno di salvezza e di speranza per coloro che dalle tenebre anelano alla luce”. Paolo nella seconda lettura dice: “Cristo, infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo” (cfr. 1 Cor 1,10-13.17).

Da queste parole si evince che è Gesù che “chiama”. Il Vangelo di questa domenica (cfr. Mt 4,12-23) è la conferma di quanto detto:  “Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazareth e andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Néftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che  abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo”.

Da giovane Gesù vive nello sconosciuto villaggio di Nazareth. Da adulto lascia la sua casa e si trasferisce a Cafàrnao, una cittadina sul lago, sulla frontiera tra due regioni, che diventa il cuore della sua missione in Galilea. Gesù va con i suoi Apostoli nelle periferie, preferisce la gente semplice, non sempre di buona condotta, povera e vittima delle ingiustizie. E annuncia: ”Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Non inizia con un rimprovero morale, né con discorsi saggi, ma annuncia il “Regno”, la sua venuta nuova e gioiosa. Gesù parla di ciò che gli sta a cuore, porta un messaggio di vita, di speranza: liberazione per i prigionieri, vista per i ciechi, libertà per gli oppressi. Il messaggio  passa, lo attestano le lodi che riceve. Gesù può parlare con convinzione e con forza perché in Lui c’è profonda coerenza tra ciò che predica e ciò che vive. Sarebbe bello se anche noi riuscissimo a stabilire coerenza tra ciò in cui crediamo e la nostra vita. Dire ciò che ci appassiona in qualche modo, ci impegna a fare. Gesù non si impone, lancia un invito, se scegliamo di seguirlo è necessario seguire le sue orme. La strada che Lui ha seguito è quella della sofferenza, però colma dell’immensa gioia di camminare con Lui e dietro di Lui.

Ogni mattino noi ci svegliamo con il desiderio di essere serviti, stare al riparo, essere al centro, anzi alla sommità. Diciamo “ no ” a noi stessi per dire  “a Lui e a quella umanità che da Lui è inseparabile, particolarmente i più piccoli. Ogni giorno si tratta di scegliere mossi dalla stessa compassione. Giovanni nel suo Vangelo (cfr. 8,12) ci riporta le parole di Gesù: “ Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita ”. Raccogliamo l’invito del diacono che nello sciogliere l’assemblea, alcune volte, la congeda dicendo: “ la Messa è finita, ma continua nella vostra vita”.