La Voce e la Vita della Chiesa: “San Francesco e il suo Presepe”

Diacono Francesco Giglio

Chi di noi non si è soffermato davanti al presepe e non ha rivissuto le prime impressioni di quando era bambino? . Ritorna alla nostra mente la domanda di Eduardo De Filippo rivolta al figlio:” Te piace ‘o presepe?” e forse anche la nostra risposta. Ora però che siamo diventati grandi, credo, ci faccia piacere ritornare piccoli e riscoprire la vera storia del “Presepe”.

“Nelle cronache del 1200 si legge che San Francesco inventò a Greccio, vicino a Rieti, il primo presepe.

Francesco era famoso in tutta la cristianità per la vita che conduceva, e molti giovani avevano lasciato beni e professione per seguirlo nel suo ideale di povertà. Egli parlava del Vangelo con tale entusiasmo che la gente e persino gli uccelli lo ascoltavano attenti .Nell’anno 1210 era stato a Roma da papa Onorio III e gli aveva chiesto l’approvazione della sua Regola di vita con i fratelli, in povertà assoluta, predicando il Vangelo nella semplicità. Qualche anno dopo, era il 1219, egli, “armato” solo del perdono e della parola di Gesù, partì crociato in oriente. Fu ricevuto dal sultano al -Malik- al-Kamil e poté visitare in pace i luoghi santi della vita del Signore. Il ricordo più intenso di questo viaggio fu la visita all’umile grotta di Betlemme ove il Signore volle nascere. Tornato in Italia, un giorno incontrò un nobiluomo di nome Giovanni che gli chiese cosa doveva fare per seguire le vie del Signore. Francesco gli disse di prepararsi ad accogliere Gesù nel suo cuore e preparare il Natale. Allora quel tale fece costruire una stalla, vi fece portare del fieno e condurre un bue e un asino.  La notte di Natale del 1223 molti pastori e contadini, artigiani e povera gente si avviarono verso la grotta che Giovanni da Greccio aveva preparato per Francesco. Alcuni avevano portato doni per farne omaggio al Bambino e dividerli con i più poveri. Francesco disse di volere celebrare un rito nuovo, più intenso e partecipato; per questo aveva chiesto il permesso al papa. Su un altare improvvisato un sacerdote celebrò la Messa. Francesco, attorniato dai suoi frati, cantò il Vangelo. Stando davanti alla mangiatoia, egli aveva il viso cosparso di lacrime, traboccante di gioia.

Allora fu visto «dentro la mangiatoia un bellissimo bambino addormentato che il beato Francesco, stringendo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno». Fra i testimoni del miracolo molti erano personaggi degni di fede e questo contribuì a divulgare la notizia in tutto il Lazio, l’Umbria e la Toscana fino a Genova e Napoli. Da quel miracolo molti trassero benefici spirituali e corporali: alcuni si convertirono e diventarono più buoni, altri guarirono da malattie, altri trovarono forza e pace interiore. Tutto il paese sapeva di questi prodigi e teneva memoria di quella notte santa, quando un Bambino era apparso a Francesco, che aveva voluto ricostruire l’ambiente del primo Natale in un bosco dell’Appennino”.

Questa è la vera storia del presepe da narrare ai “piccoli di ogni età”, in modo particolare in questo periodo di pandemia. Sperando che questo racconto abbia fatto brillare una lacrima nei nostri occhi, non ci resta che augurarci di sostare davanti al presepe e, in modo particolare, volgere lo sguardo “all’umile grotta di Betlemme con gli occhi di quando eravamo bambini” e farci tornare alla mente la promessa fatta a Gesù: “ti prego, Bambino Gesù, fammi crescere e diventare come te buono ed obbediente”. Buon cammino di Avvento verso il Santo Natale.