Padre Giuliano di Renzo
“Pilato disse: Tu sei Re? Gesù rispose: Sì, io sono Re. Ma il mio regno non é di questo mondo. Se il mio regno fosse di questo mondo i miei sudditi si sarebbero battuti perché non venissi consegnato in mano ai giudei. Ma il mio Regno non é di quaggiù. Pilato disse: Dunque tu sei Re.
Rispose Gesù: Sì, io sono Re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità. Chi é dalla Verità ascolta la mia voce. Pilato (da scettico) disse: Che cos’é la verità? E subito uscito fuori dai giudei disse loro:  Io non trovo in Lui nessuna colpa.” 
(Gv 18,33-40).
Come ogni brano del Vangelo questa é una scena immensa, immense sono le sue parole, immenso lo stare fronte a fronte Dio incatenato e la sua creatura. Dio legato e umiliato e la creatura con un potere che apparentemente la vince su Dio. Ma se si ascolta bene il giudice é Dio e il colpevole é la sua creatura davanti a Lui. Ma s’indovina il disagio psicologico e interiore del giudice umano di fronte alla sovrana mansuetudine del giudice divino che giudica tendendo la mano per illuminare, salvare e guarire. E il dramma della creatura in fuga davanti alla luce della verità, verità di Dio e per riflesso contrapposto della verità dell’uomo. L’uomo scettico che fugge e si chiude alla Verità che gli va incontro, alla mano che   stesa che vorrebbe salvarlo e lui invece si allontana nel silenzio immenso degli spazi dello  spirito che verso il suo destino della non-Verità. “Che cos’é la verità? E così dicendo andò fuori….”
Inginocchiamoci davanti al Dio “mite e umile di cuore” e apriamoci a Lui. Verrà il momento a parti visibilmente invertite l’umile mansueta Verità sfolgorerà di gloria davanti a noi e lascerà il nostro privo di Luce, l’anima perciò accecata perché la Verità allontanata andrà via lontano.
Mi viene come un’eco un frammento della grande finissima Saffo: “Verginità, verginità, dove vai…. Non verrò mai più, mai più verrò da te”.