Nocera Superiore: IC “Fresa Pascoli”, Venerdì Pedagogico “La Felicità – una meta da raggiungere o un qualcosa di innato e da disoccultare”

Nocera Superiore: IC “Fresa Pascoli”, Venerdì Pedagogico “La Felicità – una meta da raggiungere o un qualcosa di innato e da disoccultare”
 Generoso Trombetta*
La Felicità – una meta da raggiungere o un qualcosa di innato e da disoccultare.
Per essere felici basta un minuto. Riconsiderare e rivedere noi stessi…. Dentro…. Ma molto dentro….. fino ad arrivare alla parte più nascosta del nostro cuore.
In  ogni tempo e in ogni luogo si parla di curva “marginale”, nel senso che c’è sempre un individuo che, ad un certo punto del suo percorso esistenziale, inizia a fare i conti con la storia di se stesso, con le proprie scelte di vita e con tutto ciò che si è accumulato dietro di sè.
Pertanto, nasce il desiderio di abbandonare una realtà in cui non si riconosce e non lo “sazia” più e, consapevolmente, si mette alla ricerca di se stesso, sperando di raggiungersi… e di riuscire a far emergere sé da sé.
Riuscire in questa impresa sta diventando uno dei nostri obiettivi prioritari.
Da questa prospettiva, una delle questioni decisive da tenere presente riguarda un’ulteriore qualificazione del sistema scolastico e delle sue numerose interdipendenze.
La Scuola rappresenta  il pilastro originario del sistema di riproduzione del capitale umano, che comprende, oltre ai contenuti delle diverse discipline della natura e dell’uomo,  anche la capacità di dare continuità e identità ad un percoso di esperienze e competenze intergenerazionali.
Si comprende perciò come, nell’epoca attuale,  il mantenimento del livello di coesione del sistema scolastico rappresenta una priorità assoluta, non solo per l’utilizzo critico e creativo degli strumenti culturali, ma soprattutto per lo sviluppo dell’identità e della capacità di convivenza civile dell’allievo.
Ai fini del raggiungimento di questo obiettivo si rendono necessarie rilevanti risorse pedagogiche  trasversali, che dovrebbero costituire l’anima della struttura profonda di ogni percorso.
Esse, inoltre, potrebbero essere intese come risorse necessarie per sviluppare formazione ed educazione, ovvero per elaborare, esprimere ed argomentare le proprie opinioni, idee e valutazioni, per ragionare sul perché delle cose, con l’obiettivo  di promuovere la conoscenza di se stessi, il rafforzamento della propria identità.  Altresì, esse sono necessarie per superare i limiti di prospettive di analisi – a volte parziali – per riprendere coscienza delle dinamiche che portano all’affermazione della propria identità, attraverso rapporti costruttivi con adulti e coetanei, nonché per raggiungere la consapevolezza delle proprie capacità, attitudini, aspirazioni e  condizioni della realtà che possono valorizzare e realizzare.
In riferimento a James Hillman, ospite dell’Ottantaduesimo appuntamento del Venerd^ Pedagogico, la società odierna ha bisogno di riconoscere il  “Bambino Interiore” presente in ognuno dei suoi membri.
Si rende necessario, infatti, vincere il terrore di non meritare amore che ci porta ad evitare l’esperienza introspettiva che ci metterebbe a contatto con l’ipotetico  senso di colpa che  temiamo. Per questo motivo ogni singolo individuo tende a ricorrere all’esterno, agli altri estranei e/o a immergersi nelle attività  e nel possesso.
In coerenza con Hillman, mettere la nostra pace fuori di noi provoca, tuttavia, dipendenza, come se il nostro vuoto potesse essere colmato da qualcos’altro.
Come lo stesso J. Hillman ci ricorda, la saggezza filosofica ha come effetto anche una certa serenità, tranquillità d’animo, e questa si può ottenere liberandoci dalle paure nei confronti di noi stessi e del mondo e permettendoci di amare la realtà.
Lui vuole che l’individuo raggiunga la libertà interiore in modo da poter esprimere il  proprio talento. Altresì,  che si liberi anche da se stesso e continui a scoprirsi all’infinito.
Da questa prospettiva, il primo passo è dato dal senso della felicità,  che ci permette di compiere una scelta in base al semplice principio del piacere.
Il senso della felicità, come del resto tutti gli altri sensi,  ci aiuta  a percepire ciò che per noi è buono.
A tal riguardo, bisogna sottolineare che il senso della felicità non è un qualcosa da raggiungere, ma abita in noi. Infatti, per percepirlo basta volerlo, perché questa nostra capacità (soprattutto tipica del bambino e affine all’istinto animale) è andata in noi parzialmente perduta.
Oggi anche se di felicità si parla ovunque, tv, social, chat tra amici,  se ne parla, tuttavia, con affanno, come se conquistarla fosse un’impresa impossibile. La si racconta, ormai, come obiettivo inarrivabile, merce per pochi, dimenticando che la felicità è un’emozione.
La felicità, infatti, è la compiuta esperienza di ogni appagamento.
Sempre più spesso si avverte la sensazione di non ricordare più come si fa ad essere felici. Cosa peggiore e che quando lo siamo abbiamo il terrore di perderci. Per questo motivo, terrorizzati dal pensiero che non sia durevole,  finiamo per non goderne pienamente.
In base ai risultati di accurate indagini conoscitive, viviamo  l’epoca delle emozioni di superficie, delle relazioni virtuali a botte di social, pertanto, la diffusa infelicità del nostro tempo è dovuta all’assenza di desiderio e all’incapacità di farsi carico di chi e cosa amare.
In coerenza con Hillman,  i desideri sono uno strumento potentissimo di conoscenza, l’unico in grado di farci trovare la via della felicità – la nostra – l’unica per cui valga la pena vivere.
Uno dei doni  più grande che possiamo farci e quello di educarci ad educare l’interiorità  e ripeterci ogni giorno: “Io mi accetto come sono”.
Probabilmente, ancora oggi molte persone incontrano difficoltà a  definire il proprio stato d’animo, a dare un senso al proprio vissuto. Si avverte un bisogno di conoscersi e di comprendersi, ovvero di ritrovare la strada perduta.
In riferimento a Hillman, ogni emozione, ogni sensazione può essere percepita come piacevole o spiacevole a seconda delle situazioni e del grado d’intensità con cui essa emerge, ma ogni volta essa ha una sua funzione, una sua richiesta di attenzione che non va nascosta.
Senza esagerazione, Hillman  rappresenta uno dei maggiori  esperti di psicologia del profondo, nonché divulgatore di sapienza filosofica.
Nell’epoca in cui viviamo, si rende necessario , quindi, promuovere un percorso formativo del diritto-dovere formativo, onde evitare il rischio di appiattire l’offerta formativa sullo sviluppo di strumentalità e di formatività, dimenticando gli aspetti educativi, finalizzati a completare la costruzione della propria identità, della personalità, del proprio essere al mondo e nella società, con la consapevolezza  di dover vivere in continua interazione con gli altri.
*Referente piano di zona consorzio  alta Irpinia
Giornalista e politologo
Componente comitato scientifico