La Voce e la Vita della Chiesa: “Il vero valore dell’uomo”

Diac. Francesco Giglio

“In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!» (cfr. Lc 12, 1-7).

Gesù ci chiama amici e lo fa perché tutto quello che gli ha detto suo Padre lo ha fatto conoscere anche a noi. Ce l’ha confidato. Non facciamo forse così anche noi con quelli che consideriamo amici? Gesù, che è nostro grande amico, ci dà un consiglio dicendoci di non avere paura. Questo stesso invito lo abbiamo ricevuto da San Giovanni Paolo II, quando all’inizio del suo pontificato disse: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!”.

Allora chiediamoci:” di cosa abbiamo paura?”: dell’ignoto, degli altri, della povertà, della malattia, della morte?. Oltre a queste paure menzionate c’è anche quella dei tanti cristiani,  che oggi non hanno il coraggio di parlare di Gesù a quanti non credono, di testimoniarlo, di riprendere i tanti che offendono Dio. Da duemila anni Gesù continua a ripeterci, di non avere paura rassicurandoci che Egli è sempre accanto a noi, ogni giorno e in tutte le prove della vita. Il 25 giugno del 2017, Papa Francesco ebbe a dire:“Non abbiate paura!”. Non dimentichiamo questa parola: sempre, quando noi abbiamo qualche tribolazione, qualche persecuzione, qualche cosa che ci fa soffrire, ascoltiamo la voce di Gesù nel cuore: “Non abbiate paura! Non avere paura, vai avanti! Io sono con te!”. Non abbiate paura di chi vi deride e vi maltratta, e non abbiate paura di chi vi ignora o “davanti” vi onora ma “dietro” combatte il Vangelo (…) Gesù non ci lascia soli perché siamo preziosi per Lui”.

Il cristiano è chiamato a discernere il lievito che muove la sua vita. La paura fondamentale da vincere è quella della morte, con la quale satana domina il mondo (cfr Eb 2,14-15). La morte fisica è superficiale, non tocca la realtà più profonda dell’uomo, non lo priva della vera vita . L’immagine di Dio che punisce con la dannazione eterna è la più contraria alla predicazione di Gesù, che è imperniata sulla rivelazione di Dio Padre, pieno di amore e di misericordia con i giusti e con gli ingiusti. Temere Dio significa accettare concretamente la verità che Dio è Dio, e non volerlo perdere perché lui è la nostra vita (Dt 30, 20). Se l’uomo non vuole la morte come suo Dio, tema solo Dio come Signore della sua vita. Il vangelo parla dell’inferno non per terrorizzare l’uomo, ma per renderlo cosciente del male che fa a se stesso, quando segue come guida la paura della morte. La paura dell’inferno non deve portare ad avere paura di Dio, ma del male che ci allontana da Dio.  Il vangelo concretamente dice, di temere il giudizio di Dio più di quello degli uomini. Il timore deriva dalla coscienza della nostra piccolezza e, soprattutto, dalla consapevolezza del nostro peccato.

Ma Dio è amore e misericordia e si prende cura dei suoi piccoli e dei suoi poveri. Anche i capelli del nostro capo sono tutti contati. Dio veglia e si prende cura delle sue creature. E la conoscenza che Dio ha delle sue creature è benevolenza e amore. La conclusione perciò è che chi ha scelto Dio non deve avere alcun timore. Oggi molte volte l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso non ha certezza del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Proprio in questo mese missionario, particolarmente dedicato alla Vergine del santo Rosario, preghiamo perché le parole di vita del Cristo giungano a tutti gli uomini e siano da essi accolte come messaggio di speranza, di salvezza, di liberazione totale.