Salerno: 2 misure cautelari per agevolazione mafiosa

Salerno: 2 misure cautelari per agevolazione mafiosa

Il Tribunale del Riesame di Salerno, con provvedimento depositato il 24 ottobre 2022, in accoglimento dell’appello proposto da questa Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto nei confronti di D. C. V. e D. B. V. la misura cautelare degli arresti domiciliari riconoscendo nei loro confronti la sussistenza dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno aveva ritenuto in capo ai due indagati la sussistenza di gravi indizi per i reati contestati (omessa dichiarazione dei redditi ed emissione di fatture per operazioni inesistente riferite a due società cartiere salemitane che operavano nel settore della commercializzazione di carburanti e rientranti, secondo la prospettazione accusatoria, in un più complesso sistema fraudolento a livello nazionale) e disposto nei loro confronti la misura interdittiva del divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese escludendo la sussistenza dell’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp.

Ugualmente il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno non aveva ritenuto la sussistenza dei gravi indizi del l’aggravante mafiosa nei confronti di B. A. pur applicando nei suoi confronti la più gravosa misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il Tribunale per il Riesame, anche in relazione a tale posizione, ha ritenuto invece sussistente la circostanza aggravante ipotizzata da questo Ufficio confermando la misura applicata.

Le vicende oggetto del procedimento sono collegate a quelle del processo nell’ambito del quale, a seguito giudizio abbreviato, il 12 ottobre scorso, B. A. e la figlia D. C. V. sono state condannate dal Tribunale di Roma, rispettivamente, alla pena di anni 13 e mesi due di reclusione e alla pena di anni 9 e mesi 4 di reclusione per condotte commesse con la finalità di agevolare clan camorristici. Il provvedimento cautelare del riesame risulta allo stato sospeso in attesa di eventuale gravame.

Il Procuratore della Repubblica

Giuseppe Borrelli