Salerno: PD, Antonio Visconti “Aperta riflessione su attuale crisi sociale”

Salerno: PD, Antonio Visconti “Aperta riflessione su attuale crisi sociale”
Dal 25 settembre scorso (a ragion veduta), è in atto nel centro sinistra italiano una profonda riflessione sulla crisi di identità del principale partito e sul rinnovamento dei valori progressisti, riformisti, laburisti, dai quali ripartire. Le crisi, come ci ha insegnato il filosofo tedesco Kant, rappresentano momenti di rottura tra due fasi spazio-temporali, ed è solo grazie a queste che si apre la possibilità di ritornare al vero e alla natura essenziale delle cose.
A questo punto non si può che partire da un tema centrale: Qual è il primo scopo di una forza politica progressista?
Il primo dovere di un movimento politico che si ispira a questi valori, ci hanno insegnato, é quello di diminuire le disuguaglianze, garantire pari opportunità a tutti, aiutare chi è più indietro e far crescere i diritti nella società. Ebbene, condivisa questa base, ci si interroga su quali debbano essere le “politiche”, i grandi temi da porre al centro della piattaforma programmatica, per perseguire gli obiettivi e le finalità che rappresentano (o dovrebbero rappresentare) il fulcro di questa proposta.
Si legge sui giornali che ormai i bisogni del popolo siano meglio incarnati dai Cinquestelle, che la Meloni abbia interpretato il disagio delle periferie e di chi è indietro e che il Pd sia ormai distante da tutto questo. Si, ma su quali proposte si basa questo giudizio?
Io credo che in Italia le disuguaglianze siano ricominciate a crescere da quando l’istruzione, la scuola, l’università aperta a tutti, non sono state più considerate come l’unico, vero e giusto ascensore sociale.
Le disuguaglianze in Italia si sono ridotte quando, grazie a politiche lungimiranti, negli anni 50, 60 e 70 del secolo scorso, i figli dei contadini diventarono insegnanti di liceo, ingegneri, medici, artigiani, operai specializzati. Viceversa sono aumentate da quando i figli di quella generazione sono, al cospetto dei pari europei, quelli con la più bassa conoscenza di lingue straniere, con la più alta divaricazione tra la formazione scolastica e universitaria e i fabbisogni del mondo delle professioni, delle imprese, della PA, il più basso tasso di spesa in ricerca, la più bassa spesa in borse di studio etc, etc.
Fa male sentire, ogni giorno, che le aziende e le istituzioni perdono competitività perché non riescono a trovare profili con adeguate competenze e allo stesso tempo la disoccupazione giovanile è ai massimi storici!
La diffusione di valori devianti (i tiktoker, gli influecer, e chi più ne ha), l’abbandono della formazione come obiettivo principale, ha disorientato una generazione e in generale la società, condizione aggravata dal miraggio che l’assistenzialismo statale (RdC, et similia), rappresenti l’unica via possibile alla risoluzione del proprio stato di disagio. Insomma le disuguaglianze non diminuiranno fin quanto ai nostri giovani non verrà offerta una occasione di futuro!
Accanto a questo, il paese subisce, a mio avviso, altre due gravi condizioni che accentuano le disuguaglianze tra i nostri cittadini: la profonda distanza tra i livelli di civiltà dei servizi pubblici essenziali (sanità, istruzione, servizi sociali, etc.) e delle opportunità (infrastrutture, accesso al credito, sicurezza) tra Nord e Sud del Paese e il costo debito pubblico, tra i più alti al mondo.
Ancora oggi, o forse – sarebbe meglio dire – ancora di più oggi, un bambino nato a Cosenza non ha gli stessi diritti e le stesse opportunità di un bambino nato a Bologna. E questo è tanto vero, quanto inaccettabile, per una forza progressista che mira, appunto, a diminuire le disuguaglianze.
In ultimo, bisogna uscire dall’ipocrisia delle promesse e delle bugie da campagna elettorale e chiamare a responsabilità tutte le forze politiche su una base di realismo e responsabilità: il costo del debito pubblico in Italia (gli interessi che paghiamo sul nostro debito), drenano ogni anno più risorse della spesa sanitaria, di quella per l’istruzione e per la ricerca messe insieme. Qualsiasi azienda su queste premesse sarebbe fallita da un pezzo!
Gli investimenti del PNRR devono creare condizioni coincidenti di crescita e di riduzione del debito, altrimenti non ci sarà futuro per l’Italia. La sinistra da sempre attenta all’integrità dello Stato, deve essere “garante” della “spesa” virtuosa. Basterebbero, a mio modesto avviso, questi tre grandi temi (istruzione, nord-sud e debito) per costruire una adeguata piattaforma e finalmente avere anche in Italia un grande partito laburista, riformista, progressista, superando i retaggi del passato, le correnti e tutto quanto ci ha fatto del male fino ad oggi.