Salerno: Il leggendario “Pont ro riavl”

Salerno: Il leggendario “Pont ro riavl”

Maria Amendola

L’acquedotto medievale è uno dei simboli di Salerno: 21 metri circa di altezza per una lunghezza approssimativa di 650 metri (di cui 255 solo di archi e di pilastri, mentre i restanti metri sono distribuiti tra condutture su muri e quelle sotterranee). Esso è situato nella zona del centro storico (in via Arce, chiamata “a discesa re crap”). Fu eretto nel IX secolo d.C. per poter fornire l’acqua al monastero San Benedetto (ora adibito a caserma), presso le mura orientali, successivamente per poter rifornire anche il convento della Piantanova (in via Mercanti), tramite una diramazione sotterranea. Costituito da due sezioni, una proveniente da nord delle colline mentre  l’altra dal lato est di Salerno. Per la costruzione dell’acquedotto fu usato per la prima volta l’arco ogivale (a sesto acuto). La complessità della struttura diede un grande impulso alla superstizione popolare, dando adito a leggende e dicerie:

– si narra che fosse stato costruito nel XII s d.C., in una sola notte di tempesta da diavoli o dal diavolo stesso in accordo con il mago-alchimista salernitano Pietro Barliario (1055/marzo 1148, venerdì santo), assumendo perciò la denominazione popolare di “Ponte del diavolo” o “Archi del Diavolo” (in dialetto salernitano “Pont ro riavl” o “l’Arc ro riavl”), e il prezzo dell’aiuto fu la promessa dell’anima di chi fosse passato sotto al ponte nella fascia oraria che va dall’imbrunire all’alba, e lo si additava quale luogo infestato di esseri malvagi e di diavoli. In realtà questa diceria è frutto di dati storici, fino al 900 la zone adiacente al torrente Rafastia era impervia, inabitata e a ridosso della zona più alta delle mura, luogo propizio per i malfattori;

– una leggenda lo indica come il luogo dove si incontrarono quattro medici durante una notte di tempesta nel IX secolo, si trattava di Salernum (latino), di Elino (ebreo), di Adela (arabo)e di Ponto (greco), i leggendari fondatori della Scuola Medica Salernitana ( VI secolo d. C. o data attendibile XI secolo d. C./ inizio XIX secolo d. C.). Leggenda diffusa in ambito clericale dal priore del seicento del collegio medico  Antonio Mazza, per simboleggiare l’unione dei saperi scientifici sotto la protezione del Cattolicesimo. Si evince che nel medioevo la Scuola Medica Salernitana aveva una fama internazionale, poiché la città di Salerno era considerata luogo di benessere e di guarigione, dove i saperi di diverse culture e religioni si fondevano e coabitavano, grazie anche al fiorente commercio. La scuola è nata nel VI secolo d. C. secondo alcuni studiosi, e considerata la prima vera Università occidentale. Tante leggende che si intersecano fra di loro, ma che non hanno un vero filo logico e temporale, in quanto la costruzione del ponte risulta posteriore alla nascita della scuola e lo stesso Barliario (di nobile famiglia nato nel 1055) avrebbe studiato medicina presso il “giardino dei semplici” oggi Giardino della Minerva, luogo dove gli studenti della Scuola Medica potevano fare pratica e studiare le proprietà delle erbe. Tante voci popolari che ancora persistono e si tramandano. Nonostante il ponte sia un’opera architettonica importante ricca di storia esso ha subito vari danni nei secoli tra i più: crescita esponenziale ed invasiva di vegetazione ruderale, perdita di pietre piccole usate nei rinzaffi, distacco della malta nei giunti e crolli. Si sono succeduti nel tempo interventi e proposte di interventi mirati. Non sono mancati accordi e disaccordi tra Enti, e altri eventi tra i quali: i piccoli crolli del 9 maggio 2015 e del luglio del 2021; l’accordo siglato tra Comune, Università degli Studi di Salerno e la Soprintendenza nel marzo 2020, per uno studio atto alla valorizzazione, alla rimozione della vegetazione e di consolidamento dell’acquedotto, e in merito a questo a gennaio 2022 è stato istallato un ponteggio, è stata lanciata la raccolta di fondi “ART BONUS (ne sono state lodate le donazioni, ma la voce popolare ne ha evidenziato lo scarso esito) ed infine un disaccordo tra gli Enti ha fermato i lavori dopo tutto l’iter burocratico. A fine luglio scorso, un tratto dell’acquedotto è stato coperto da una imbracatura per fini preventivi e di sicurezza, lo sfogo sui social dei salernitani a cui non è piaciuto questo“impacchettamento” è stato immediato. Uno dei riferimenti più evidenti è stato quello all’artista Christo Javašev (1935-2020). Il 2 agosto una tempestiva segnalazione ha evitato il distaccamento di alcuni marmi. Il Fai (I luoghi del cuore) ha censito il ponte sotto il titolo di “Archi dei diavoli- acquedotto medievale –Salerno (SA)” nel 2012, nel 2014, nel 2016, nel 2018, nel 2019, nel 2020 e questo corrente (termine 15 12 2022). Nel 2021 il regista salernitano Alfonso della Rocca vi ha girato il docufilm “Arcana- La leggenda del Ponte dei diavoli”.