«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla Terra?»

«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla Terra?»

Rita Occidente Lupo

Il Vangelo di Luca sembra porre ai nostri giorni tale interrogativo. A quanti stanno vivendo in un caos di “mode” abroganti ogni etica ed azzerando valori di riferimento. Intanto l’onda della violenza non cessa di striare nuclei familiari, apparentemente tranquilli, rapporti amicali, non casuali… Mai come in questo delicato volger dei giorni, sempre scanditi da un Coronavirus che non batte la fiacca nelle sue prevedibili varianti, seminando qua e là lutti e preoccupazioni per contagi in crescendo, perfino il rombo degli aerei bellici, alle porte dell’Europa, crocifiggendo il popolo ucraino. Come se Norimberga fosse archiviata! Si sta decisamente in tensione per tanti motivi, per troppi problemi, che non restano appannaggio della sola classe politica, che anche se liceizza il balletto del mondo scientifico, in corsa per dosi vaccinali contro il Covid-19, già sullo starter per le prossime politiche, tra spaccature ed alleanze. In molti a rimpiangere il passato, ad andare a ritroso nella belle epoque pre virtuale, che orfana di comunicazione digitale, riusciva a tener da conto i rapporti sociali. Ed in piedi valori tradizionali, a partire da quelli familiari. Perché la religione, stimata non accessoriale al sedersi a mensa! L’osservanza delle leggi evangeliche, la base sulla quale fondato il vivere quotidiano. Oggi, invece, sfrattato il Crocifisso dalle aule, riposto l’habitus della preghiera, il Cristianesimo sembra appannaggio di pochi tradizionalisti “bigotti”, non al passo coi tempi. Questo quanto spesso pensano le nuove generazioni, sempre più abbarbicate all’ultimo smartphone, che alla relazione diretta. Proiettate verso un futuro accelerato da costruire in ossequio all’imperativo d’avere, per essere! A qualunque costo e con qualsiasi mezzo! Senza andar per il sottile, indulgendo in sbavature melanconiche, gli stessi rapporti affettivi, scanditi da chat strizzapost! E fiori d’arancio, per un SI di breve durata, già nella convinzione che alle prime schermaglie, il divorzio liberatore! Davvero oggi, raccapezzarsi nel puzzle dell’anormale, che si vuol far passare per modernismo, dell’immorale, che si etichetta per evoluzione, impresa acrobatica.

Come se Francesco Guccini, col famoso brano del 1965 “Dio è morto” avesse anticipato quanto sotto gli occhi del 2000, nella solitudine dell’uomo:  “...La gente della mia età andare via–Lungo le strade che non portano mai a niente- Cercare il sogno che conduce alla pazzia-Nella ricerca di qualcosa che non trovano-Nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate- Lungo le strade da pastiglie trasformate-Dentro le nuvole di fumo del mondo fatto di città-Essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà-E un dio che è morto…” Ma nel bellissimo testo c’è la risurrezione, quella che dipende da ogni uomo che, continuando a camminare sull’asfalto del tempo, deve saper sollevare il capo verso il cielo, sapendo che il coraggio della testimonianza non dev’ esser imbavagliato. Oggi più che mai occorre rievangelizzare perché il Cristianesimo, da oltre 2000 anni, è l’unica risposta vera alla sete dell’uomo d’ogni tempo!”