L’Apostolo San Paolo e il potere degli Angeli cattivi

L’Apostolo San Paolo e il potere degli Angeli cattivi

don Marcello Stanzione

Le lettere paoline pongono l’accento anche sugli angeli del male. Il mondo di Dio è la luce, di Satana sono le tenebre. Però quest’ultimo si maschera di luce, così come i falsi maestri si travestono da servitori della giustizia (cfr. 2 Corinti 11, 14). Quando arriverà il regno di Dio alla fine dei tempi, i dominatori di questo mondo e di questo tempo saranno privati dei loro poteri (1 Corinti 15, 24). Paolo voleva visitare una o due volte la comunità di Tessalonica: “però Satana glielo impedì” (1 Tessalonicesi 2, 18).

È insistente il doloroso lamento dell’apostolo: “Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di Satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Corinti 12, 7-9). Paolo deve sopportare una grande sofferenza. Lui la interpreta come una prova che gli manda Dio, e descrive il dolore come un fatto naturale, sebbene si serva di immagini per riferirsi ad esso. La sofferenza è come una spina nella carne o come un bastone, giacché il supplizio dell’impalamento è una pena particolarmente crudele. Però Paolo interpreta la sua malattia come se un angelo di Satana lo schiaffeggiasse. Satana e i suoi aiutanti cercano di impedire la sua missione. Si tratta di principati e potestà di questo mondo (cfr. 1 Corinti 15, 24). Satana causa anche malattie (cfr. Giobbe 2, 6). Lo stesso Gesù parla di una donna che Satana aveva paralizzato da quando aveva diciott’anni (cfr. Luca 13, 11). Dio è il creatore della vita. Il nemico di Dio la distrugge.

Paolo ricorda tre momenti di lotta spirituale, nella preghiera in cui ha invocato la liberazione dal potere di Satana. La risposta del Signore è la promessa di grazia e forza divina. Paolo si sente liberato nella comunità di Dio e del cielo, che è sempre presente. Egli è in condizione di profetizzare “Il Dio della pace schiaccerà molto presto Satana, vincendo su di lui” (Romani 16, 20). Dio è il Signore della pace, per contrasto Satana provoca discordia e suscita false dottrine e divisioni (cfr. Romani 16, 17). Con una severa avvertenza, l’apostolo parla già della prossima apostasia in cui incorre “dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando sé stesso come Dio…il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca…” (2 Tessalonicesi 2, 3. 4.8).

 

Il combattimento spirituale

Se questi poteri angelici sono sotto il dominio del Signore, è ovvio che la sua forza – pur grande che sia – non è sufficiente per separare da Cristo chi è radicato nel suo amore e incorporato in Lui: “Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Romani 8, 38).

Tuttavia il cristiano deve curare i suoi valori ed è chiamato per il combattimento spirituale.

La lettera agli Efesini esorta a resistere al male. “Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo”. (Efesini 6, 10). L’odio e l’ira sono occasioni che provoca il demonio. Efesini 6, 12 poteva riferirsi alla tradizione delle potestà maligne che sarebbero presenti anche in cielo, come appariva in Giobbe 1,6.