San Giovanni Rotondo: turismo religioso in ripresa

Con l’avvicinarsi dell’Estate, si aprono gli scrigni turistici ed inizia il Covid-19 a far passi indietro, consentendo la ripresa anche del turismo religioso. E San Giovanni Rotondo, dove San Pio da Pietrelcina visse fino all’ultimo istante, lasciando il 23 Settembre 1968, all’esercito dei Suoi Figli spirituali, sparsi in tutto il mondo, la certezza che non sarebbero restati orfani, perché avrebbe continuato ad assisterli ed a guidarli dal Paradiso. Ecco perché non mancano in ogni tempo le presenze tra la terra rossa garganica, per rinsaldare il cammino, lasciare preghiere e suppliche dianzi allo Stigmatizzato gigante di Santità. Naturalmente il piccolo paese pugliese rivela in ogni scorcio un’aria sacrale ed ancora tanti continuano ad avere memoria del Santo, ricevendone grazie.

Il caso di Piazza 28 Luglio, progettata dall’architetto Giovanni Scaramuzzi, sulla quale insiste l’abitazione dal cui balcone s’affacciarono i genitori del Santo. Una storicità che si fonde alla modernità fa comprendere Emanuela Savino, figlia di un contemporaneo del Santo, che tramandò ai familiari ricordi ed aneddoti di Padre Pio. E la Savino, che detiene viva fede e schegge di un passato che patina il presente, recentemente ha dato alle stampe, edito da Il Saggio, la silloge “Ladra di Vita…Io”. Singhiozzi del cuore, tra bandoli di memorie, che sorvolano affetti e ricordi, con un tocco di raffinato lirismo. Quello che le permette di prender parte ad iniziative culturali, animando incontri anche in remoto. Il tutto all’ombra della fede, nella speranza che San Pio continui ad avere soprattutto per i sangiovannesi, un occhio di riguardo! La Savino rivela che la ridente abitazione dei nonni ebbe il privilegio d’ospitare in occasione della Festa della Madonna delle Grazie, i genitori del Santo, giunto a San Giovanni Rotondo per l’aria salubre. Al passaggio della processione della Madonna, Peppa e Grazio s’affacciarono per salutare il sacro simulacro. “Con rinnovata emozione- rivela la Savino- quando m’affaccio al balcone ricordo l’episodio raccontatomi più volte dai miei cari e naturalmente mi sento così privilegiata nell’aver potuto ricevere in eredità dai nonni, tale dimora.”