L’Italia e la sociologia in oltre 50 anni di Storia

L’Italia e la sociologia in oltre 50 anni di Storia

Giuseppe Lembo

L’Italia e la sociologia, in cinquanta anni di storia italiana. Purtroppo, nella società italiana, ancora oggi non ha avuta grande e saggia fortuna. Tanto, nelle prospettive di un futuro che non può farne assolutamente a meno, trattandosi di una scienza del sapere, utile a dare le risposte giuste ai tanti interrogativi che vengono dalla società sempre più universalizzata, nella sua dimensione locale-globale. la sociologia utile a camminare insieme, per costruire quel ”sociale” da mondo nuovo che, serve al futuro del mondo, per evitarne la diffusa disumanità, di un futuro rassegnato ad essere sempre più sempre tristemente negato. la sociologia può aiutare l’uomo a ritrovare se stesso e la sua saggia umanità di insieme.

Nata, come Studi Universitari a TRENTO, alla fine degli anni sessanta, la SOCIOLOGIA ITALIANA, nonostante i suoi 5O Anni ed oltre di vita, in ITALIA non ha avuto, purtroppo, la fortuna sperata e meritata, come SCIENZA DEL SAPERE, saggia risorsa del Futuro Italiano. Dal Nord al Sud in Campania, alcune Università Italiane pensarono (e pensarono assolutamente bene!) che, nel nostro Paese era assolutamente necessario introdurre e dare impulso agli Studi Sociologici e ed all’applicazione delle Scienze Sociali, risorse di un saggio sapere in movimento, utile a studiare la nostra Società, analizzandone i cambiamenti, le complessità, le dinamiche comportamentali.

La Sociologia Italiana doveva avere un ruolo naturale di saggio accompagnamento al cambiamento, per ed in una Società Moderna, aperta alle sfide epocali ed ai processi di accelerato cambiamento dei nostri giorni (globalizzazione e mondializzazione) che hanno cambiato e tanto, in poco tempo, la Vita ed i Comportamenti dell’Uomo in tutti i suoi spazi di Vita e di UMANITÀ DI INSIEME. Il malessere delle periferie urbane, dei quartieri/dormitori, dell’automazione-innovazione nel Mondo del Lavoro, sempre più alienante per la sua ripetitività, la solitudine delle periferie, la crescita della fasce deboli e delle nuove povertà, dovevano rappresentare anche per il nostro Paese, materia di studio applicato e di attente analisi sociologiche, affidate soprattutto alla ricerca sociologica. Dopo i primi anni di interessante attività italiana di studi e di ricerca sociologica (a Trento, Gorizia, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Salerno), dopo un periodo di attivismo intenso da parte di singoli studiosi italiani CAVALLI, GALLINO, MARTINOTTI ARDIGO’, FERRAROTTI, DE MASI, STATERA, MARSELLI ed altri), dopo i tentativi di aggregazione della categoria, alla fine degli anni settanta e per i primi anni ottanta, di quella accademica attraverso l’AIS – Associazione italiana Sociologi e di quella di base attraverso l’ANS -Associazione Nazionale Sociologi, si ebbe in tutta ITALIA, un triste calo di attenzione e di impegno, sia come risorse di insieme professionale, sia come percorsi applicati di studi e di ricerca sociologica. Chi scrive ha fatto parte dell’ANS, come promotore, poi padre costituente-fondatore nazionale e come responsabile ANS del Dipartimento Campania e prima ancora, Fondatore dell’ASL-Associazione Sociologi Lucani. Dopo le iniziali attese di un saggio e diffuso impegno sociologico, la Sociologia italiana, sull’intero territorio italiano subisce, purtroppo, vere e proprie battute di arresto, sia nelle attività culturali che nella ricerca sociologica.

Le iniziali attese da parte del mondo incerto dei Sociologi italiani, purtroppo, cammin facendo, sono andate in gran parte deluse, sia da parte del Mondo Accademico che da parte delle istituzioni del Paese, indifferenti come sempre, alla Cultura in generale ed alla Sociologia in particolare. Per tanta sofferta indifferenza sociologica, a pagarne le conseguenze in termini di occupazione e di scarso utilizzo della professione, sono stato ed ancora oggi sono, gli oltre 80.000 laureati nell’arco di circa un cinquantennio di studi sociologici nelle Università italiane dalle porte finalmente aperte al sapere sociologico. Tanto, a causa di un grande e diffuso disinteresse istituzionale per una Scienza di grande utilità per il “Nuovo” della Società italiana, in una fase di grandi cambiamenti umani e di altrettante grandi trasformazioni sociali, dal locale al globale.

L’Italia si andava rinchiudendo in un passato staticamente chiuso in se stesso. Tanto, tradendo il “Nuovo” di una Società che aveva un saggio bisogno di essere analizzata, studiata e seguita nel suo cammino, con saggia umanità sociologica. Purtroppo, nel corso degli anni, i “tuttologi”, tragicamente estranei alle Scienze Sociali ed alla stessa professione sociologica, hanno compromesso anche il cammino della Sociologia italiana considerata patrimonio di conoscenze già facenti parte ed applicate dal mondo sindacale, dal mondo politico, dal mondo della comunicazione. Soprattutto il mondo politico, in tutto il breve tempo sociologico italiano, ha fatto in modo che la Sociologia, inizialmente voluta in Italia per formare i quadri della Democrazia Cristiana (Piccoli a Trento, De Mita in Campania a Napoli, Salerno), non avesse un saggio ed attivo ruolo di Scienza correttamente ed attivamente applicata alla conoscenza ed alla organizzazione della Società del nostro Paese, per studiarla e migliorarne i comportamenti, tra l’altro, compromessi da facili strumentalizzazioni, a causa delle quali i Sociologi erano visti come terroristi e come nemici giurati del Potere negli anni di piombo, da un qualunquismo diffuso, in virtù del quale il Sociologo, era considerato, tra l’altro, un “Tuttologo chiacchierone”, creando, così facendo, un clima virale di diffusa ostilità istituzionale nei confronti della Sociologia Italiana.

La Società italiana nell’ultimo cinquantennio ha subito dei grandi e sempre più inarrestabili e profondi cambiamenti. A partire dagli inizi degli anni ottanta è stata interessata da una serie di nuove opportunità di partecipazione attiva (Scuola, Sanità, Territorio), con percorsi di Umanità condivisa utili per farne una SOCIETÀ MODERNA, in epoca post-industriale e di grandi cambiamenti tecnologici-innovativi. Si è trattato di appuntamenti importanti, in quanto al centro di tutto, c’era l’UOMO/CITTADINO nel ruolo di potenziale protagonista di UMANITÀ. Di saggia UMANITÀ. Si è trattato di nuovi scenari anche nelle politiche del ”WELFARE”, a sostegno dei più deboli, degli emarginati e dei DIRITTI della dignità umana, contro le violenze Uomo-Uomo e contro tutte le forme possibili di un grave sfruttamento umano. Purtroppo il percorso della partecipazione attiva, del saggio e sacro protagonismo democratico, della solidarietà sociale verso le fasce deboli ed i diseredati del Paese, non ha avuto e tanto meno ha, un cammino facile. Nel corso degli anni, molte delle aspettative di solidale socialità e di saggia UMANITÀ di insieme sono state tristemente cancellate.

Sono state rubate all’insieme dell’UMANITA’ italiana dalla DISUMANITÀ sempre più diffusa. La solidarietà è andata scomparendo, sopraffatta da un fare umano, con l’anima triste dei soli atteggiamenti del pensiero e del fare, tragicamente egoistici e disumani.

Il welfare, per esigenze di conti pubblici, è stato quasi del tutto cancellato. È così, anche il mito della Partecipazione addomesticato e con indifferenza, sempre più cancellato.

L’appuntamento dell’Italia, Paese dai grandi disagi, con il nuovo millennio ha visto crescere gli scenari di insieme UMANITA’ sempre più DISUMANA. Si è trattato di un appuntamento di disumanità, accompagnato da un grande malessere sociale ed economico e da diffusi scenari di incertezze sia sul piano socio-comportamentale dell’identità individuale e collettiva sempre più egoisticamente attenta solo a se stessa creando, in modo diffuso ,le condizioni tristi di un’UMANITA’ DISUMANA ed egoisticamente ripiegata tutta su se stessa.

I soggetti più deboli ed umanamente disorientati, in questo triste camminare insieme orfano di umane certezze, sono stati e sono soprattutto i Giovani, orfani di Futuro, mancando e sempre più, di riferimenti sociali forti e di prospettive, proprie di un Paese moderno e capace di stare al passo con i processi della globalizzazione e della sempre più crescente e diffusa mondializzazione.

In questi scenari di crescente UMANITÀ DISUMANA è cresciuta e cresce diffusamente nel Paese il dualismo delle condizioni sociali con la forbice che segna le distanze umane e sociali tra chi ha e chi non ha.

Le realtà umanamente deboli, continuando il trend di lungo periodo, sono sempre più deboli. E’ soprattutto il Sud a vivere in crescenti condizioni di grave e disumano disagio, facendo crescere le fughe di braccia e cervelli giovani,con la Terra dei padri, sempre più abbandonata a se stessa e sempre più desertificata, mancando così di risorse umane, senza le quali non c’è assolutamente alcuna prospettiva di Futuro umanamente possibile.

Il mondo dei giovani meridionali in fuga, sempre più tristemente abbandonati a se stessi, non hanno visto negli ultimi decenni e non vedono ancora oggi, all’orizzonte prospettive di un Futuro possibile. Tanto, data la sempre più assente e concreta condizione di opportunità lavorative. Attualmente la società italiana e meridionale in particolare,con rabbia vive la triste condizione di un grande malessere italiano. Purtroppo,mancano segnali positivi di inversione di un trend italiano fatto di crescenti negatività umane.

Il malessere, il degrado urbano,la crisi di identità, ovunque nel Paese, avanzano con feroce prepotenza.

La Ricerca Sociologica, quella seria poteva e può studiare, riflettere ed indicare un’azione realizzatrice di UMANITÀ Nuova, pensando al Futuro. Una saggia azione del fare sociologico, frutto di un’altrettanta saggia conoscenza dall’interno delle cose, risorsa di LIBERTÀ individuale e di una saggia sicurezza interiore necessaria per affrontare ed affermare il nuovo che avanza,senza preoccuparsi troppo di andare contro le “Verità consolidate”.

Questa è la Sociologia, Saggia Scienza della Conoscenza dell’UOMO SOCIALE e della sua UMANITÀ-SOCIETÀ DI INSIEME. In questo suo ruolo è una saggia risorsa del conoscere italiano presente e futuro. Per questa utile e saggia funzione, recuperando all’indifferenza di un passato italiano poco attento al SAPERE SOCIOLOGICO, è importante ed umanamente utile, fare tesoro della SOCIOLOGIA e della risorsa umana dei sociologi italiani professionalmente dotati, sia nella ricerca che nell’organizzazione degli spazi sociali.

Grazie alle loro specifiche competenze possono fornire, tra l’altro, percorsi di conoscenza umana-sociale allargata all’insieme Società, fatti di documentazione e di individuazione di tutte le opportunità programmatico-progettuali che vengono offerte dall’EUROPA e dal MONDO con cui c’è interazione sociologica, utile a non restare indietro.

La Sociologia, la nostra identità e formazione sociologica è parte di una SCIENZA DELL’ESSERE che pone come problema centrale del suo SAPERE, il modo di affrontare i problemi del vivere umano e sociale nella loro quotidianità. Da qui l’importanza del Sociologo nel suo ruolo di studioso dei comportamenti umani e sociali di cui è professionalmente capace di offrire in senso concreto ed operativo dati,analisi e riflessioni,percependone e rappresentandone i diversi caratteri Contestuali. La Sociologia, nel conoscere,analizzandole, le situazioni di interazione umana dal locale al globale, riesce a percepire ed a valutare il comportamento sociale dell’individuo e con esso l’atteggiamento di ciascuno nei confronti della PARTECIPAZIONE e dei PROCESSI DECISIONALI. I modelli ed i comportamenti della singola identità sociale nei propri ambiti ambientali ed umano-sociali, attentamente osservati dal Sociologo, rappresentano importanti elementi di conoscenza per PROGETTARE al meglio il Futuro, dal percorso sfida rispetto ai generici e senz’Anima modelli gestionali ed organizzativi del presente. La saggia conoscenza sociologica può contribuire a produrre nuova e più funzionale sostenibilità sociale, ambientale e culturale, importante risorse di sviluppo, in termini di nuove opportunità, di innovazione, di crescita e di nuovi equilibri territoriali. Le complessità sociali, ce lo dice la Saggia SOCIOLOGIA, possono diventare risorse compatibili e rappresentare fattori di spinta capaci di muovere e generare SVILUPPO. Da qui, l’importanza sugli scenari sociali del Terzo Millennio, in cammino verso un Futuro sempre più globalizzato, sia della Sociologia che del ruolo del Sociologo. Dal percorso di ricerche e conoscenza sociologica attente ai valori umano-sociali, alle forme di aggregazione ed ai processi relazionali, possono scaturire, dal locale al globale, nuovi processi di qualificazione e di riqualificazione dell’insieme Società, assolutamente necessari per pensare, come umanamente possibile, nuovi Modelli di Sviluppo, sempre più vitali per la Società del Terzo Millennio, nella sua dimensione locale-globale.

Il nostro Paese, in grave difficoltà è di fronte alla sfida dei grandi problemi epocali e prima di tutti, di fronte a quelli di una Società multietnica, dall’inarrestabile cammino ed il non facile rapporto tra l’individualismo e la globalizzazione. Siamo di fronte a problemi estremamente complessi, causa di crisi profonde, con scenari mutanti e sempre più in fretta. Sono problemi che affliggono la Società del nostro tempo e che pongono sempre più con forza l’interrogativo umano del “CHI SIAMO” e del “ DA DOVE VENIAMO”.

Le Scienze Sociali nell’attuale fase di un cambiamento travolgente e sconvolgente e dei nuovi scenari planetari, hanno un ruolo di saggia importanza. Possono fornire all’UOMO, nella sua dimensione sempre più globale, soluzioni ai più importanti ed irrisolvibili problemi sociali, dando risposte ai grandi interrogativi del nostro tempo, quali l’individualismo e la globalizzazione, il frutto amara di un’egoistica e disumana azione comune, chiamata ”MODERNITÀ”. Nelle future generazioni, come già prospettato dai diversi contesti nazionali ed internazionali, cambierà anche il soggetto dei Diritti che non sarà più il singolo, ma l’insieme del genere umano. Nello scenario mondiale, sia nella sua macro-dimensione che nella sua micro-dimensione, la SOCIETÀ del FUTURO, deve sapersi misurare con l’attuale vuoto di orientamento umano per crisi crescente di UMANITÀ. Per un superamento possibile e sempre più necessario occorrono nuovi comportamenti umani. Si tratta di saggi comportamenti da costruire con l’importante ed insostituibile contributo delle Scienze Sociali e con l’apporto maieutica del SOCIOLOGO.