La Voce e la Vita della Chiesa: “In ricordo di Papa Gregorio VII”

Diac. Francesco Giglio

Oggi 28 maggio 2021 la Chiesa che è in Salerno-Campagna-Acerno festeggia solennemente, a distanza di tre giorni dalla data della sua festa liturgica, la figura del grande santo Papa Gregorio VII.

Il solenne rito sarà presieduto dall’arcivescovo Mons. Andrea Bellandi.

Pensiero del giorno: “Ho amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò muoio in esilio”.

Riflessione del giorno:  “Ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli (Mt 16,19)”.

Gregorio VII, nato Ildebrando di Soana nell’anno 1020, è stato il 157º papa della Chiesa cattolica. Monaco benedettino nel monastero di Santa Maria sull’Aventino (Roma), fu eletto Papa il 22 aprile del 1073, ordinato sacerdote il 22 maggio del 1073 e consacrato vescovo il 30 giugno del 1073, morì a Salerno il 25 maggio del 1085. Fu scelto come uomo di fiducia dal papa Leone IX e da quel momento divenne l’anima della riforma della Chiesa e consigliere fidato di papi. Nel 1054 e nel 1056, fu legato pontificio in Francia e nel 1073 venne acclamato dal popolo come successore di papa Alessandro II e assunse il nome di Gregorio VII. Come pontefice portò avanti con grande energia l’opera della riforma, per purificare la Chiesa da ogni forma di simonia, trovandosi a lottare contro interessi coalizzati e casate aristocratiche da tempo abituate a scegliersi i loro vescovi. In particolare fu il campione della “lotta delle investiture”: il suo pontificato iniziò con l’annuncio che si sarebbe battuto fino in fondo per la libertà della Chiesa dalle ingerenze politiche. Il suo Dictatus papae codifica la sua visione di una Chiesa fortemente accentrata sul pontefice, con il potere anche di destituire l’imperatore, esonerando i sudditi dall’obbedienza. Enrico IV gli si oppose apertamente, rifiutandogli l’obbedienza e sobillando alla ribellione non solo i principi tedeschi ma anche i vescovi dell’Italia settentrionale e il prefetto di Roma.

Il papa lo scomunicò e l’imperatore fu costretto poco dopo a umiliarsi, ottenendo a Canossa il perdono, alla presenza della marchesa Matilde e dell’abate Ugo di Cluny. Subito dopo, però, riprese a nominare vescovi e abati. Nuovamente scomunicato, fece eleggere a Bressanone un antipapa e con lui scese a Roma con un forte esercito, occupandola. Chiuso dapprima in Castel Sant’Angelo, Gregorio VII si rifugiò a Salerno, dove morì il 27 maggio 1085, pronunciando la famosa frase: “Ho amato la giustizia e ho odiato l’iniquità, perciò muoio in esilio”. Papa Paolo V ne autorizzò il culto nel 1606. I suoi resti mortali sono conservati nella stupenda cattedrale di Salerno. La Cattedrale fu fondata da Roberto il Guiscardo. Nel Marzo del 1081 venne inaugurata la cripta e nel luglio del 1084, la chiesa venne consacrata dal papa Gregorio VII.