Siliquastro “l’albero di Giuda”     

Siliquastro “l’albero di Giuda”     

Maria Amendola

Carlo Linneo (1707-1778) nel 1758 classificò e gli diede la nomenclatura binomiale (nome botanico) di “Cercis siliquastrum” (appartenente al genere “Cercis” e alla famiglia delle “Fabaceae” cioè “leguminose”) o chiamato semplicemente “Siliquastro”, ed è una pianta ornamentale elegante e in primavera regala una abbondante fioritura violaceo-lilla a mazzetti da marzo ad aprile, che lasciano poi posto in luglio-agosto ai frutti appuntiti di color bruno-rossastro a forma di baccello (silique) che contengono semi neri. Le antiche leggende cristiane vedono questa pianta citata nei Vangeli, complici l’origine della pianta, il periodo della fioritura che cade durante la “Passione di Gesù” ovvero Pasqua e di colore violaceo-lilla della fioritura (colore dei paramenti liturgici cristiani). Nello specifico il suo nome deriva dal termine greco “kerkís” che significa “navicella” e dal latino “siliqua” che significa “baccello” prende spunto dalla forma dei frutti che in antichità venivano confusi con il peperoncino (capsicum). Proviene dal Mediterraneo Orientale e dall’Asia Minore. Questa pianta è famosissima, e nella tradizione cristiana è conosciuta con il nome di “albero di Giuda o di Giudea (Palestina)” per via della leggenda legata all’apostolo traditore Giuda Iscariota  che dopo aver tradito il Messia ( “vendendolo” ai romani per 30 denari e “baciandolo” per farlo identificare), si impiccò a questo pianta. Da questa leggenda prende il significato di “albero del tradimento”. Nonostante questi spunti le vere origini del suo nome sono misteriose, in quanto sembra che ci sia stato un errore di trascrizione, e questo nome potrebbe essere legato alla Giudea (Palestina), la regione di provenienza non all’apostolo Giuda. Questo pianta è perenne e resistente all’inquinamento atmosferico ed è quindi perfetta per le città, per i parchi e per i giardini in quanto necessitano pochissime cure. Studi hanno dimostrano che il siliquastro ha avuto una nomea legata alla “passione” sin dai culti precristiani europei. Per altre leggende il famigerato albero potrebbe essere il “sambuco”, per altri il “fico comune” o il “fico sicomoro”, tutti considerati “alberi traditori” per via dell’aspetto robusto dei suoi rami ma in realtà fragili, se vi si sale sopra essi si spezzano.

Curiosità: Il Siliquastro produce fiori commestibili si a crudo (nelle insalate) che fritti, nonché ottimi in salamoia o sottaceto.