Nocera Inferiore: Villa dei Fiori, nuovo accesso atti per documentazione su autorizzazione sanitaria al centro Lars

Nocera Inferiore: Villa dei Fiori, nuovo accesso atti per documentazione su autorizzazione sanitaria al centro Lars

Il 5 aprile 2022 l’avvocato professor Silverio Sica manda una diffida al sindaco, al segretario generale e a due funzionari del Comune di Nocera Inferiore. Chiede che, a norma di legge, venga fornita a Villa dei Fiori, che l’ha regolarmente chiesta, “tutta la documentazione connessa all’autorizzazione sanitaria rilasciata al Centro di Riabilitazione Lars s.r.l.”. Ma il Comune ha risposto negativamente, ritenendo di aver già fornito quello che doveva. La storia è nota ma la riassumiamo. Il Comune dopo aver concesso l’autorizzazione sanitaria al Centro Lars per i locali di via Buonoscontro (secondo alcuni in un tempo record, ovvero 37 giorni) pubblica sull’albo pretorio l’avviso per cui chiunque può prendere visione della relativa documentazione. Villa dei Fiori chiede di farlo, con tanto di regolare accesso agli atti, per verificare che tutto sia in regola. Ma dopo trenta giorni ottiene, scrive l’avvocato Sica, “la sola autorizzazione manchevole di tutti gli atti ” il che “è del tutto insufficiente a verificare la regolarità del procedimento”. Da qui la diffida del 5 aprile. “Che il Comune – dice Vuolo – ha pensato bene di non considerare, confermando che nel vocabolario di questa amministrazione le parole trasparenza e diritti non esistono”. “Abbiamo tutto il diritto formale e sostanziale – aggiunge – per chiedere di verificare la documentazione, anche perché la struttura autorizzata, che era un laboratorio di radioterapia, ci sembra inadatta ad essere trasformata in centro di riabilitazione. Sicuramente sarà tutto in regola, ma allora perché ostinarsi a negare i documenti? Come è possibile trattare i cittadini da sudditi? Fare carta straccia perfino delle diffide di un avvocato? E non c’è nessun consigliere di questa amministrazione, neanche tra i candidati sindaci che in astratto promettono mari e monti, che in concreto prenda posizione, che dica o faccia qualcosa. Per loro è normale, e lo sarà sempre…”. “Non procederemo per via giudiziaria – informa Vuolo – perché non ce la sentiamo di disturbare la magistratura per fatti di tale banalità. Siamo stati quindi costretti a fare un secondo accesso agli atti, e il Comune ci farà aspettare altri 30 giorni per rispondere, vedremo come. Fa sorridere, ma con molta amarezza, che per dare l’autorizzazione sanitaria siano bastati 37 giorni mentre per avere la documentazione ce ne vorranno, se va bene 70 giorni”. “Resta la solita domanda – conclude – se una struttura come la nostra, che ha 200 dipendenti e può rivolgersi ad un avvocato di prestigio, viene trattata così, cosa deve aspettarsi un singolo cittadino? Domanda retorica, lo so, la risposta la conosciamo, purtroppo…”.