La Voce e la Vita della Chiesa: “Ricordo di un martire, Beato Giuseppe Puglisi”

La Voce e la Vita della Chiesa: “Ricordo di un martire, Beato Giuseppe Puglisi”

Diac. Francesco Giglio

Il credente che abbia preso in seria considerazione la propria vocazione

          cristiana, per la quale il martirio è una possibilità annunciata già nella

          rivelazione non può escludere questa prospettiva dal proprio orizzonte di vita.

          I 2000 anni dalla nascita di Cristo sono segnati dalla persistente testimonianza

          dei martiri” (Giovanni Paolo II, Incarnationis Mysterium, n.13)

Queste brevi considerazioni sono dedicate al Beato Giuseppe Puglisi, più conosciuto come don Pino Puglisi, che qualcuno ha definito il “Beato delle 3 P”. P come “Pane Eucaristico”; P come “Pane della Parola” e P come “Poveri”. Questa definizione è forse il suo vero testamento spirituale e il fine della sua vita. Don Giuseppe Puglisi ebbe i suoi natali nella borgata palermitana di Brancaccio, cortile Faraone numero 8, il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio, Carmelo e di una sarta, Giuseppa Fana.  Ebbe il suo battesimo di sangue, per mano della mafia, nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno. Presbitero della Chiesa di Palermo, inizia il suo cammino vocazionale nel seminario di Palermo nel 1953. Il 2 luglio del 1960 per l’imposizione delle mani del Card. Ruffini Ernesto, venne ordinato sacerdote. Dal 1961al 1969 ricopre vari incarichi pastorali in diverse chiese. Oltre all’impegno ecclesiale si dedica all’insegnamento presso alcuni Istituti scolastici della città. Pur avendo avuto una formazione preconciliare seguì, approfondì e diffuse i documenti del Concilio Vaticano II. Da essi scoprì l’importanza di essere una Chiesa al servizio del Popolo di Dio e soprattutto il bisogno di condividere le vicissitudini della sua gente. Nacque subito in lui la necessità di seguire in modo particolare i giovani e di interessarsi alle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città. Dal 1970 al 1978 è parroco nella parrocchia di Godrano, dove si adoperò per far cessare una sanguinosa faida tra famiglie e a far nascere il seme della pace e della concordia. Nel 1979 l’arcivescovo Pappalardo lo nomina direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Nel 1980 diviene vice delegato regionale del Centro Vocazioni e dal 1986 ricopre l’incarico di direttore del Centro regionale vocazioni e membro del Consiglio nazionale. In questi anni si dedica con paterna sollecitudine, attraverso una serie di campi scuola, alla formazione pedagogica e cristiana degli studenti e dei giovani del Centro Diocesano Vocazioni. Il 29 settembre 1990 riceve la nomina di parroco della chiesa di San Gaetano, a Brancaccio. Il 29 gennaio 1993 inaugura in quel rione il centro “Padre Nostro”, che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere e si adopera per rivendicare i diritti civili della borgata, denunciando collusioni e malaffari e subendo minacce e intimidazioni. Don Pino conclude la sua avventura terrena in modo violento nel giorno del suo compleanno; i suoi esecutori e mandanti mafiosi sono stati arrestati e condannati con sentenze definitive. Il 25 maggio 2013, dopo il riconoscimento del martirio, don Pino viene beatificato nella sua Palermo. Con la beatificazione la Chiesa ha riconosciuto che, la sua vita e la sua morte sono state il segno della sua testimonianza e della sua fedeltà all’unico Signore e al Suo messaggio evangelico.