Racconti africani: essere gentili con gli anziani

Racconti africani: essere gentili con gli anziani

Padre Oliviero Ferro

Tanto tempo fa, quando vivevano i grandi antenati, il più potente degli uccelli si chiamava Mungu-Bata. Era ancora forte, anche se molto vecchio, ma soffriva di essere solo. Fece venire lo sparviero e gli disse: “i si dice che tu sei un grande cacciatore; vai e portami qualcosa per organizzare una grande festa. Allora, per te e per i tuoi discendenti riceverai il diritto di cacciare dappertutto nei miei territori”. Lo sparviero partì. Vide un topo di boscaglia (brousse). Si slanciò su di lui come un fulmine e lo portò da Mungu-Bata. Diede l’incarico al pappagallo di fare la guardia al topo e lo sparviero ripartì. Il pappagallo disse al topo: “Cantami qualcosa”. Il topo cominciò: “Swii, swii, swii”…E continuò: “Crrr, crrr, crr” il pappagallo lo imitò, al punto che il topo non ebbe più voglia di salvarsi. Poco dopo, lo sparviero portò un serpente, che bisognò mettere da parte perché voleva mangiare il topo. Avvicinandosi la sera, la caccia era stata abbondante. Mungu –Bata chiamò tutti gli uccellini dei dintorni. Lo sparviero ricevette il topo e gli altri si spartirono il resto. Ci fu una grande gioia nella foresta, soprattutto per Mungu-Bata, perché tutti quegli uccellini, felici e sazi, andarono a dormire sulle sue spalle e sulla sua schiena. Era per lui come una nuova gioventù e una nuova vita.

Come dice il proverbio: “Io, grande albero secco, soffro di non avere più le foglie; eppure, avevo dei rami”. (sii gentile verso gli anziani che restano soli; va a parlare con loro, sii per loro come il loro proprio figlio ).