L’intelligenza prodigiosa degli Angeli

L’intelligenza prodigiosa degli Angeli

 don Marcello Stanzione

In che maniera conoscono gli Angeli?

L’intelligenza angelica è senza comune misurata con la nostra. Per conoscere, gli Angeli non hanno bisogno di quei contatti che sono indispensabili a tutti noi, ovvero i sensi. La conoscenza è presso di loro interamente di ordine spirituale. Questa natura e questa conoscenza spirituali perfette, raddoppiate dalla loro santità innata, li rende adatti, fin dall’istante della loro creazione, a conoscere la verità e ad amare il bene, con proporzioni che nessun uomo può immaginare. Quando ci occorre apprendere penosamente, a prezzo di uno sforzo e di un apprendistato, l’Angelo conosce immediatamente e perfettamente. Questa prontezza permette loro di vedere in un lampo fino alle ultime conseguenze delle loro decisioni.

Gli Angeli non sbagliano mai?

Estranei alle nostre inquietudini, i nostri dubbi, le nostre tergiversazioni e la nostra maldestria nel prevedere il seguito dei nostri atti, gli angeli sono incapaci di esitazione poiché sanno sempre esattamente quello che fanno e quello che vogliono, senza alcun rischio di sbagliarsi. La loro intelligenza è retta, la loro logica di un implacabile rigore.

Lo spirito umano si stanca e si affatica, esige del riposo, quello dell’Angelo è instancabile ed infaticabile, essendo libero dalle pesantezze della materia. La memoria umana è capricciosa, quella dell’Angelo è incapace della minima dimenticanza; quello che egli sa, lo sa definitivamente e perfettamente. Ancora non smette mai di arricchire le sue conoscenze, in una perpetua sete di apprendere e di sapere. Questa intelligenza è chiusa alle distrazioni, dandosi interamente a quello di cui si occupa, senza mai smettere pertanto di essere rivolta verso Dio ed assorbita nella contemplazione.

L’intelligenza naturale degli Angeli era perfetta fin dall’inizio perché, creandoli, Dio fece loro conoscere l’idea di tutto quello che Egli creava. Essi si conoscevano tra di loro, conoscevano tutte le anime, tutte le creature e tutti i segreti della Creazione. Tutte le evoluzioni naturali possibili erano loro familiari. Essi potevano inquadrare nel minimo dettaglio tutte le ipotesi di tutte le condotte umane in virtù di tutte le circostanze con una grande probabilità, solamente intravista dall’esercizio della libertà lasciata ai figli di Dio. Tuttavia, questa conoscenza naturale era insignificante paragonata a quella che Dio riservava loro quando essi se ne sarebbero dimostrati degni. Allora, essi conoscerebbero tutto non da sé stessi ma dalla conoscenza stessa di Dio ed in Dio. Sarebbe per essi come passare dalla notte al giorno La teologia chiama dunque la conoscenza naturale degli Angeli vespertina, conoscenza della sera, e mattutina, conoscenza del mattino, quella che essi trarrebbero direttamente da Dio. La prima implicava di non percepire che una immagine della divinità, la seconda era il faccia a faccia eterno.

Dio non privò gli Angeli ribelli dell’intelligenza naturale che Egli aveva dato loro creandoli, tanto più che i demoni, col loro peccato, avevano irrimediabilmente falsato il regalo divino. Ma, benché ammaccata, questa intelligenza permane quella di Angeli prima della prova ed essa sorpassa infinitamente la nostra. Tuttavia, il più piccolo degli Angeli fedeli, illuminato dall’intelligenza divina, sorpassa in saggezza il Principe degli Inferi, ridotto alle sue proprie luci.

Fino a che punto gli Angeli conoscono il futuro?

 Conoscono il futuro per quanto Dio lo vuole e lo permette e nella misura in cui essi ne hanno bisogno per portare a termine le missioni loro affidate. Essi non rischiano mai e non si azzardano mai nel predire qualcosa senza avere la garanzia che si compirà e che la libertà divina e la libertà umana coniugate non lo modificheranno in profondità, uno scrupolo questo di cui i demoni, bugiardi tra i bugiardi, non si occupano, visto che essi profetizzano a torto e all’opposto.

Gli Angeli conoscono il passato

Non essendo ubiqui, non possono conoscere naturalmente il passato nella sua integrità. Ma essi possono istruirsi vicendevolmente attraverso gli eventi di cui sono stati attori o testimoni. Assieme all’intelligenza, Dio diede loro la volontà, ed Egli la diede loro perfetta. La nostra è soggetta ai desideri, alle passioni, alle concupiscenze, la loro ne è esente e non può dunque fare atto che non sia morale. Non più della loro intelligenza, essa non reclama riposo, e questa volontà incessante è libera. Un Angelo non può agire che essendo pienamente illuminato sui suoi atti, volendoli assolutamente ed in tutta libertà.