Cordoglio per Gen. Raymond Th. Odierno

The New York Times nell’edizione digitale del giorno 9 ottobre 2021 pubblicava un articolo di Eric Schmitt, senior writer della testata americana ed esperto di terrorismo internazionale e di sicurezza nazionale con esperienza sul campo fin dal 2007 in Pakistan, Afghanistan, Nord Africa e Sudest Asiatico. Nel lungo articolo è tracciato un profilo del generale Raymond Th. Odierno (1954-2021), scomparso per complicazioni causate da un cancro contro cui stava combattendo da tempo coraggiosamente, come era suo carattere.

Il nostro gruppo di lavoro seguiva da tempo gli impegni del generale Odierno, interprete del piano delle forze armate americane che, durante la guerra in Iraq, ha posto fine alle uccisioni settarie e garantito stabilità politica al paese. L’ultimo suo incarico prima della pensione, tra il 2011 ed il 2015, è consistito nella rielaborazione del sistema di addestramento ed il nuovo dispiegamento delle truppe americane. Subito dopo aver appreso della sua morte il presidente americano Biden ha dichiarato che il generale «ha reso migliore la nostra nazione, più forte e più sicura». In precedenza, infatti, Odierno aveva servito per tre turni consecutivi in Iraq dal 2003 al 2010, diventando comandante in capo delle forze alleate dispiegate in Medioriente. Alla sua unità, la Fourth Infantry Division, si deve la cattura nel dicembre 2003 di Saddam Hussein nel nord del paese, grazie ad una spettacolare missione che vide Odierno coordinare mezzi corazzati per impedire ogni via di fuga e commandi antiterrorismo, un corpo d’élite dell’esercito USA.

I primi nostri contatti con il generale si devono all’interessamento di Agostino Odierna, poi in seguito coautore di “Studi Storici Sarnesi – 2”, il quale nel 2007 informò lo statunitense dell’avvenuta pubblicazione di una prima ricerca famigliare sugli Odierna a firma di Carmelo Currò e sotto la sua curatela. Il generale rispose dichiarando che, effettivamente, conosceva in parte la sua storia di famiglia e che – sì! – quello che risultava dalle nostre indagini corrispondeva alla verità: suo nonno Silvio Odierno era sarnese ed era giunto a New York all’inizio del Novecento. La saga di questa linea famigliare, a partire da questo Silvio e dal padre di costui Biase-Basilio che già stava a New York alla fine dell’Ottocento, è tracciata con precisione nel saggio di Agostino Odierna contenuto nel nostro recente volume L’affermazione dei civili: il caso Hodierna (2020). Da questo saggio traiamo le seguenti notizie: capostipite del ramo nordamericano fu Giuseppe figlio di Antonio Odierna che sposò nel 1849 Maria Domenica De Franco dalla quale ebbe ben undici figli. Sei di costoro, afflitti da una difficile congiuntura economica, partirono verso il 1885 per gli Stati Uniti assieme ad alcuni membri della famiglia Auletta, di cui erano cognati. Da questo momento inizia la storia americana degli Odierno (le forme cognominali registrate dagli ufficiali di stato civile americani per la compilazione degli U.S. Census tra il 1903 ed il 1930 sono assai varie, e oltre Odierna-Odierno sono attestate anche le varianti Utierno, Ondierno, Oadierne).

La cittadinanza americana giunse a cavallo tra il 1905 ed il 1910 e gli Odierno non mancarono di partecipare alla Seconda Guerra Mondiale nell’esercito statunitense con Raymond Joseph Odierno che servì da sergente radioantennista nel Pacifico. Dopo la guerra si iscrisse all’università e conseguì la laurea in ingegneria con la quale trovò un impiego a Rockaway, contea di Morris, New Jersey. Da sua moglie Helene ebbe due figli, Nancy e Raymond Thomas, che sarebbe poi entrato nell’Accademia di West Point ed avrebbe conseguito i più alti gradi militari.

Contattato successivamente il generale Odierno, quasi scusandosi, riferì che avrebbe di buon grado incontrato Agostino Odierna per scambiare le informazioni sulla sua storia di famiglia, ma il suo lavoro di altissima responsabilità lo tratteneva a Baghdad per un periodo di tempo non facilmente quantificabile. Sarebbe infatti ritornato in patria, come abbiamo detto più sopra, soltanto nel 2011. Durante gli ultimi anni della sua carriera, per la precisione nel 2013, con motu proprio del Presidente della Repubblica Italiana gli fu conferito il collare di Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica in considerazione della sua origine italiana e «per aver contribuito allo sviluppo della cooperazione tra la Forza Armata e l’Esercito USA nel quadro delle attività dell’Alleanza Atlantica e nella cornice degli impieghi in scenari internazionali».

Non ci fu possibilità di incontrarlo in quel mentre, ma tramite email rinnovammo i nostri rapporti epistolari e ci ripromettemmo di averlo tra noi alla presentazione del volume “Studi Storici Sarnesi – 2. L’affermazione dei civili: il caso degli Hodierna”. Sulle prime il generale scrisse di avere alcuni impegni famigliari, in quel periodo infatti il figlio fu ferito al fronte, ma poi inviò altre informazioni dicendo che stava per andare in pensione e che, allora, sarebbe stato più libero. Gli ultimi due anni che hanno visto, da una parte, la stampa del volume, e, dall’altro, ulteriori indagini pubblicate su riviste specialistiche, hanno segnato anche un nostro nuovo tentativo corale per avere Odierno in Sarno. Sono state spedite a Rockaway, residenza della famiglia, delle copie del volume con una difficilissima procedura tramite canali militari via Consolato Generale USA – le norme Covid avevano impedito per più mesi le spedizioni transatlantiche di plichi cartacei–. Purtroppo non sapevamo delle gravissime condizioni di salute che il generale stava attraversando e non ricevemmo mai risposta.

Alla luce del rilievo internazionale di questo personaggio, il Comitato editoriale di “Studi Storici Sarnesi” omaggerà Odierno durante la presentazione del volume che si terrà verso la fine di quest’anno e chiederà con una sottoscrizione che, in sua memoria, gli sia conferita la cittadinanza onoraria del nostro Comune. La concessione della cittadinanza, benché sia un atto del tutto simbolico e privo di effetti giuridici reali, significherebbe però molto per la nostra città. Significherebbe riconoscere il valore di questo lontano figlio della nostra terra che ha lottato per anni contro il terrorismo e per la stabilità del Medioriente; l’atto avrebbe anche il valore di riconciliazione con quanti furono costretti dalla miseria ad abbandonare questo paese che non riuscì loro a garantire una esistenza dignitosa. Con le gesta di Odierno sembra quasi che una intera generazione di emigrati sia stata riabilitata e che gridi il proprio biasimo alla lontana madrepatria-matrigna che li abbandonò al proprio destino, che per moltissimi fu triste ed oscuro. Nella mia qualità di direttore responsabile di una collana di studi storici, credo onestamente che Sarno debba considerare seriamente di porre in essere un tale atto che sarebbe in linea con diverse altre iniziative analoghe che si vanno sempre più diffondendo.

Alfredo Franco

Direttore responsabile

di “Studi Storici Sarnesi”

*Foto L’edizione straordinaria di Fox News con la notizia del decesso di Raymond Odierno