Proverbi africani: la pigrizia

Padre Oliviero Ferro  

Se il lavoro è un valore sociale, un’attività che rende prospero e nobile un individuo, una famiglia, una etnia, ecc., la pigrizia, in quanto scarso impegno di fronte alle attività lavorative, viene considerata come realtà nociva al bene comune ed anche individuale. D’altronde, il pigro è accusato di parassitismo presso coloro che si dedicano al lavoro ed è una persona poco desiderata dalla comunità. Ecco i proverbi. “Per mangiare si ha fretta, per lavorare si è indolenti” (Zulu, Sud Africa) (si usa per parlare del pigro, il quale per mangiare è sempre pronto, ma per lavorare si fa supplicare). “Colui che si alza presto non vede mai come la lucertola si pulisce i denti” (Masai, Kenya) (un uomo laborioso, perché è sempre impegnato, non assiste facilmente a situazioni spiacevoli che succedono nel paese durante la giornata).

“La zappa della persona pigra è sempre piazzata a capo del suo letto” (Bamoun, Cameroun) (i suoi strumenti di lavoro, al pigro non mancano; ciò che gli manca è la volontà di lavorare). “Non si passa sopra il suolo per andare a mendicare” (Bamoun, Cameroun) (il pigro si rende ridicolo nel frequentare gli amici, non per collaborare, ma per chiedere aiuti). “Lo schiavo rifiuta di lavorare, invece ha una zappa” (Malinkè, Senegal)(il pigro trova sempre delle scuse per non lavorare, con il pretesto di non avere strumenti necessari). “Quando il dito non sa dove andare, penetra nel naso” (Bètè, Costa d’Avorio) (La persona pigra corre dei pericoli; non avendo occupazione, si espone a ogni sorta di stupidità). “Un uccello che non si muove, non conosce gli alberi della frutta” (Hutu, Burundi) (la persona pigra ignora le possibilità che si offrono per migliorare le sue condizioni di vita).

Non voglio essere pigro e quindi continuo con i proverbi(!). “Quando la gamba non cammina, lo stomaco non mangia” (Mongo, Congo RDC) (La persona pigra, perché non lavora, si espone alla carestia). Il pigro si dispiace del tempo perduto, quando vede gli altri godere dei frutti del lavoro svolto. “Quando arriva il tempo della raccolta, il pigro comincia a riflettere” (Mongo, Congo RDC). La persona pigra non è molto delicata nelle occasioni di consumo dei beni, alla cui produzione non ha partecipato. “Ultimo al campo, primo alla pentola” (Wanguru, Kenya). Se l’individuo, la comunità non lavora, deve accettare le conseguenze della povertà, che proviene dalla loro pigrizia. “La povertà è la primogenita della pigrizia” (Toucouleur, Senegal). E questo ci fa riflettere molto. “La polvere ai piedi è meglio della polvere sul sedere” (Peul, Nigeria) (Sporcarsi per il lavoro vale più dello sporcarsi per pigrizia, stando seduto).

“Il profitto inviato da Dio non risveglia la persona addormentata” (Toucouleur, Senegal) (Dio non risveglia le persone pigre). “Dove non c’è campo, né costruzione, perché cercarvi una ricompensa?” (Basonge, Congo RDC) (dove non c’è lavoro, non c’è nessuna ricompensa). “Il toro prepara generalmente un alloggio per la lucertola” (Basonge, Congo RDC) (Si sconsiglia le persone che si sacrificano troppo per i pigri; tale servizio non aiuta questi ultimi ad essere responsabili). “La persona che non coltiva, si interessa sempre di cose che riguardano la zappa” (Hutu, Burundi) (le persone pigre hanno il lavoro come soggetto principale delle loro conversazioni, proprio perché è la loro maggiore preoccupazione). Ne aggiungiamo qualcuno in lingua swahili. “Mchagua jembe si mkulima” (chi fa troppa difficoltà a scegliere la zappa, non è un vero coltivatore). “Ukiwa mkazi, jenga” (se sei un abitante, costruisci).