Cosa sta realmente accadendo in Afghanistan

Marco Squitieri

Domenica 15 agosto, con l’arrivo delle milizie talebane a Kabul e l’immediata fuga del Presidente Ashraf Ghani, nasce l’Emirato Islamico dell’Afghanistan. La costituzione di un regime privo di due principi essenziali, quali libertà e democraticità, spinge i cittadini afghani a scappare dal proprio paese. Eloquenti sono le immagini che ritraggono gli ingorghi creatisi in città così come l’assalto all’aereo statunitense C-17. Sminuita è la figura della donna all’interno dell’assetto sociale. Alle donne afghane viene negato il diritto all’istruzione, vengono riportate in casa e si ha la riproposizione del burqua azzurro. Inizia quello che possiamo considerare un vero e proprio processo di ridimensionamento del sesso femminile. È così che nel giro di pochi giorni, l’Afghanistan compie un passo indietro di circa due decenni. L’avanzata delle milizie afghane, differentemente da quanto si possa pensare, non è stata rapida. Tutto ha inizio nel febbraio 2020 dove, con l’accordo siglato a Doha tra D.Trump e i talebani, si ha il ritiro delle truppe USA. È così che inizia la scalata talebana al potere. Mesi su mesi, territorio su territorio, questi raggiungono proprio la capitale Kabul (individuata come punto d’arrivo) dove, con l’arrivo al palazzo presidenziale, si dichiarano pronti a governare. Inizia quindi una fase particolarmente buia per il paese che, dopo anni di lotta, grazie anche all’aiuto e all’addestramento degli esercizi internazionali, ha visto vanificare quanto fatto nell’ultimo ventennio.