Santa Lidwina ed il suo angelo custode

don Marcello Stanzione

Santa Lidwina, mistica olandese, così celebre per la pazienza ammirabile con la quale sopportò dolorose infermità per trentotto anni, viveva in una fraterna e dolce intimità col suo santo angelo custode. Egli le appariva sovente accompagnato da diversi altri angeli, sotto forma di ragazzi aventi sulla fronte una croce splendente di luce; il loro volto era d’una seducente bellezza e più eclatante del sole.

Tutto il tempo che questi spiriti rimanevano presso la santa, le sue sofferenze cessavano, ella non provava che un’indicibile gioia e si credeva trasportata in cielo. Così per gioire più spesso e per molto tempo di queste caste delizie, ella si sforzava di conservare e di aumentare la purezza della sua anima e di preservarla dalle più leggere sozzure. Si sforzava anche di ispirare a tutte le persone che la visitavano una tenera devozione verso i loro santi angeli custodi.

Le grazie ed i favori che ella riceveva per intromissione del suo buon angelo erano prodigiose. Sovente egli la trasportava in purgatorio, affinché, toccata dalle sofferenze delle anime sante che vi erano rinchiuse, esse le liberasse col fervore delle sue preghiere. Una volta, egli le fece comprendere la gloria di cui gioivano i felici abitanti del cielo.

Un giorno, il suo buon Angelo trasportò santa Lidwina a Gerusalemme e le fece visitare tutti i luoghi santificati dalle sofferenze del nostro divin Redentore. Là, per uno speciale privilegio, ella risentì gli stessi dolori che il nostro adorabile Salvatore provò nelle diverse circostanze della sua passione, e si trovò come tutta trasformata in lui. Egli la condusse anche in molti altri luoghi dove la sua pietà poteva ricevere delle consolazioni.

Quando quella celeste guida doveva trasportarla da qualche parte, la prendeva per mano e la conduceva dapprima nella chiesa di San Giovanni Battista, sua parrocchia, la portava davanti all’altare della Santa Vergine e, dopo aver riverito con lei l’immagine dell’augusta Regina degli angeli e degli uomini, la trasportava al luogo di pellegrinaggio che il Signore voleva che vi fosse.

Questo divin messaggero rese a quest’anima così pura e così provata ogni sorta di buoni uffici. Eccone un esempio: Un mercoledì delle Ceneri, il sacerdote che doveva portargliene si faceva attendere, il suo celeste custode si incaricò di rimpiazzarlo e segnò lui stesso la sua fronte con la santa polvere benedetta che la Chiesa dispensa in quel giorno sulla testa dei suoi figli.

I benefici del suo buon angelo custode durarono fino alla sua morte che giunse il 14 aprile 1433. egli la assistette nei suoi ultimi momenti; si tenne vicino a lei, accompagnato da un gran numero di altri angeli che, con musiche deliziose, sembravano convitarla ad andare a cantare in cielo le lodi del suo amato Signore.