Eboli: Luca Sgroia ricorda la morte di Giovanni Falcone “Si muore spesso perché soli”

“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”

“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”
29 anni fa con 500 kg di tritolo la Mafia uccideva il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ma prima della violenza mafiosa, vi erano state le lettere anonime del corvo e la stagione dei veleni, volti a screditare Falcone ed a mettere in dubbio la sua integrità nella lotta alla mafia, nel tentativo d’impedirne la nomina a Procuratore Nazionale Antimafia. Purtroppo la mafia sapeva bene chi fosse Falcone e non gli perdonò mai i duri colpi che le aveva inflitto durante il suo impegno come magistrato.