Salerno: Fonderie Pisano, lavoratori contro strumentale informazione

“E’ il momento di dire basta alle crociate strumentali contro le Fonderie Pisano, difendiamo il nostro lavoro e accertiamo con chiarezza le vere fonti di inquinamento”.

Come era abbastanza prevedibile, nonostante le chiare indicazioni contenute nello Studio Spes Valle dell’Irno – divulgate a tutte le parti richiedenti – ci troviamo di fronte al consueto tentativo di diffusione di notizie specificamente addebitate, senza alcuna cognizione di causa, alle Fonderie Pisano.

Come è ben noto, lo studio di esposizione nella popolazione suscettibile (Spes) è uno studio di biomonitoraggio che ha l’obiettivo di valutare la relazione tra esposizione ambientale e salute in Campania, misurando in maniera sistematica biomarcatori di esposizione, di effetto biologico precoce e di suscettibilità, con la presenza di inquinanti chimici di diversa natura (Metalli, IPA, PCB, Diossine, Nanoparticelle, pesticidi, bisfenoli, ftalati, parabeni) in fluidi biologici, al fine di verificare eventuali differenze di rischio salute fra i residenti nelle diverse aree territoriali campane.

Lo studio, invece, non ha come obiettivo la valutazione delle caratteristiche e composizioni di ogni presunta o accertata fonte inquinante, né permette di valutare l’eventuale contributo di ognuna di esse alla totale pressione ambientale, in considerazione anche delle caratteristiche geologiche del territorio oggetto di studio.

Lo studio ha esaminato 4.200 cittadini della regione Campania, residenti in 175 comuni. Di questi, 400 individui provengono dai cluster Valle dell’Irno 1 e Valle dell’Irno 2, che includono aree del comune di Salerno, Baronissi e Pellezzano.

Nella Valle dell’Irno – che è l’area geografica in studio a cui la stampa fa frequentemente riferimento – insistono molteplici fonti inquinanti tra le quali si annoverano la fitta rete autostradale, l’area industriale tra Pellezzano e Salerno (di cui le Fonderie Pisano costituiscono soltanto uno dei siti industriali) e il fiume Irno nonché quella relativa alle aree urbane.

Benché non sia possibile valutare qualsiasi associazione o interferenza causale abbia una di queste fonti con il territorio, resta comunque un fatto: i risultati raggiunti dal citato studio indicano livelli di mercurio nel siero dei cluster della Valle dell’Irno maggiori rispetto a quelli di altre aree incluse nello studio Spes. Svariate sono le fonti responsabili da inquinamento da mercurio nelle matrici ambientali, alla stregua delle indicazioni della Agenzia Europea dell’Ambiente, che includono altre attività industriali, diverse dalle fonderie di ghisa di seconda fusione.

Va detto che le Fonderie Pisano sono monitorate da tempo in modo continuo dall’Ente pubblico. E va detto che i livelli di mercurio – misurati dall’Arpac – sono insignificanti, così come sono assenti o molto inferiori rispetto ai limiti di legge gli altri metalli esaminati sempre dall’Arpac.

E tutto ciò è perfettamente in linea con il dato della Agenzia Europea dell’Ambiente.

Tali premesse inducono a ritenere le Fonderie Pisano estranee a qualsivoglia interferenza causale con i risultati dello Studio Spes Valle dell’Irno.

L’eventuale associazione tra i risultati dello studio sulla popolazione e l’attività svolta dall’azienda, non è suffragata da nessun dato, neppure in via presuntiva, salve le convinzioni prive di prova di ben individuate associazioni.

 Come pure è da bene accogliere la notizia della predisposizione di uno studio epidemiologico sulla popolazione residente – nella zona dove insiste lo stabilimento delle Fonderie Pisano – da parte dell’Istituto Superiore di Sanità in quanto potrà costituire materiale di riferimento per ogni ulteriore approfondimento, tenendo, però, bene in conto che ogni specifica analisi fino ad oggi condotta esclude scientificamente qualsiasi collegamento.

Di fronte, poi, alla diffusione di notizie che fanno riferimento alla diffusione di fenomeni tumorali, associandoli all’attività delle Fonderie, ci limitiamo ad evidenziare nuovamente che non si sono mai registrati episodi del genere tra noi  lavoratori dello stabilimento – circa 120 addetti – come risulta confermato dalle cartelle cliniche analizzate dai medici di riferimento del sito di Fratte.

 

                                                                                  I lavoratori delle Fonderie Pisano