Salerno: Centri Verrengia, continua screening 1° livello malattie epatiche e pancreas, oncologia e Covid-19

Rita Occidente Lupo

Continuano gli appuntamenti per lo screening di 1° livello delle malattie del fegato, vie biliari e pancreas, presso i Centri Verrengia.  Infatti a prezzo agevolato, ecografia addome superiore gratuita e  consulto gratuito con il professore Giuseppe Confuorto, noto chirurgo oncologo e con il professore Salvatore D’Angelo, epatologo di fama mondiale dell’Istituto Clinico Humanitas, che il Sabato mattina ricevono tanti pazienti. “Nella convinzione che la diagnosi precoce- sostiene il prof. Domenico Verrengia- fondamentale per evitare l’insorgenza e la progressione di  patologie epatiche, quali epatite cronica, cirrosi e cancro abbiamo attivato tale assistenza sanitaria ai numerosi pazienti che, soprattutto in questa fase pandemica, si ritrovano spesso irretiti da mille dubbi, per patologie non strettamente legate al Covid-19. Infatti nel nostro territorio circa una persona su sei ha alterazioni delle transaminasi; di queste il 40% può sviluppare una malattia cronica di fegato e vie biliari che può condurre a un tumore. Di qui la nostra risposta agli oncologi con tale campagna di prevenzione, partita il mese scorso. Un’occasione per tanti Pazienti di sottoporsi ad esami necessari per individuare eventuali patologie e a consulti con specialisti di fama mondiale. Il Covid non può e non deve bloccare gli screening.”

“Con la pandemia da Coronavirus, mutata anche l’impostazione chirurgica- ha dichiarato il  professore Giuseppe Confuorto, Fellow American College of Surgeous, chirurgo della Società americana di chirurgia e Register al GMS di Londra, responsabile del Dipartimento chirurgico della Clinica Andrea Grimaldi di San Giorgio a Cremano -. Infatti anche i tempi previsti per intervenire  sulle patologie oncologiche, diversi. Da uno studio importante, pubblicato il 9 Marzo ’21 sulla nota rivista Anestesia, messo in luce il rapporto sulla tempistica interventista in seguito ad infezione da Covid-19. Esaminati 140.230 pazienti di 116 Paesi: la mortalità di base, dopo interventi chirurgici, all’1,4% a 30 giorni dall’intervento. Le percentuali, divise a seconda delle settimane, per cui aumentando a 3-4, la percentuale spostata al 9,1%. Più settimane trascorse dalla contrazione del virus, minori i rischi di letalità.
Noi chirurghi oncologi, durante il lockdown e la fase clou pandemica siamo intervenuti solo in casi gravi, posti in rianimazione occupati da pazienti Covid, ma ora che la curva dei contagi decresce, grazie alla massiccia campagna vaccinale, i posti liberi in rianimazione stanno permettendo anche la ripresa d’interventi oncologici delicati. I trattamenti alternativi oncologici o endocrinologici, efficaci quando insiste sensibilità del tumore a terapia endocrinologica. In merito alle perplessità di molti pazienti di ospedalizzarsi, per paura di contrarre il Coronavirus, stiamo registrando minori ansie giacché il personale sanitario, quasi integralmente vaccinato.  Abbiamo la fortuna di tale antidoto, che ci fa sperare nell’immunità di gregge tra non molto. E’ importante però monitorare la carica anticorpale, per le difese antispike. Pertanto quanti devono esser sottoposti ad intervento chirurgico tradizionale o in laparoscopia, dopo vaccinazione con entrambe le dosi, guardano fiduciosi ai camici bianchi, ai quali affidano la propria salute.”