Napoli: Cgil su Concorsone “Confronto democratico ma nel rispetto dignitoso di borsisti”

 Il confronto tra idee ed opinioni diverse, che a volte può anche divenire acceso, è il sale della democrazia. Il dibattito democratico però dovrebbe sempre svolgersi all’interno dei confini del reciproco rispetto, avendo cura di ascoltarsi e non di sopraffare e delegittimare l’altro, specie quando il ruolo sociale ed istituzionale ricoperto può indurre ad un cauto silenzio chi la pensa diversamente. Voltaire diceva “non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita affinché tu possa dirlo”. Nelle ultime ore si è purtroppo assistito ad una vera e propria offensiva verbale da parte di primari esponenti politici ed istituzionali contro i borsisti del corso-concorso Ripam Campania che, francamente, non la meritano. Si è detto che questi giovani si aspettano di entrare nella P.A. senza un concorso, ma per il solo fatto di aver espletato un corso di formazione. Si è detto che questi giovani hanno paura di confrontarsi, che sono vittime di un sistema clientelare, assistenzialistico, che non mette al centro il merito. Invitiamo per un attimo a mettersi nei panni proprio di questi giovani che hanno ascoltato parole così mortificanti, quando da ben 2 anni si stanno per l’appunto confrontando con un concorso che, senza alcun favoritismo clientelare (e se mai ci fosse stato sarebbe da imputare a chi ha gestito la procedura e che è sotto il controllo del Ministero), li ha già visti superare una prova pre-selettiva, una prova scritta concorsuale a tutti gli effetti ed il cui punteggio è incluso nelle graduatorie finali, una fase formativa presso gli enti della durata di 10 mesi. Si è costruito con la recentissima normativa un modello concorsuale semplificato, che prevede l’accesso alla P.A. nel giro di 100 giorni attraverso anche solo una prova scritta. Orbene, a confronto di questo percorso abbreviato, per i borsisti del Concorsone Regione Campania si sta chiedendo non di assumere senza concorso, ma solo di considerare sufficienti 730 giorni di studio ed impegno, 2 prove espletate e 300 giorni di tirocinio/lavoro svolti esponendosi al rischio di contagio pandemico. Non si è d’accordo con questa richiesta? Non comprendiamo la contrarietà, ma rispettiamo le opinioni diverse. Chiediamo però che altrettanto rispetto venga riconosciuto alla dignità del percorso sostenuto dai borsisti ed al ruolo del Parlamento, chiamato a pronunciarsi nei prossimi giorni. Ed invitiamo tutte le Istituzioni coinvolte ad ascoltarsi anziché attaccarsi, trovando almeno una soluzione adeguata, di forte semplificazione rispetto alla prossima – eventuale ulteriore – prova, tenendo in considerazione l’impegno che i borsisti hanno profuso durante il tirocinio e, di conseguenza, il poco tempo che avranno per affrontarla.

Il Coordinatore FP CGIL Luciano Nazzaro

Il Segretario FF.LL Salvatore Tinto

Il Segretario Generale FP CGIL Campania e Napoli Alfredo Garzi Cosentino