Roma: Fsi-Usae, Consiglio Nazionale di Federazione, Bonazzi “Abolizione vincolo esclusività e richiesta posizionamento infermieri, professioni sanitarie tecniche e prevenzione in dirigenza”

Una grande e partecipata riunione quella del Consiglio Nazionale di Federazione della Fsi-Usae di ieri sera. La riunione è servita a fare il punto  sulla situazione giuridica contrattuale degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale alla luce della avvenuta sottoscrizione del contratto collettivo nazionale quadro per  per la definizione dei comparti di contrattazione della pubblica amministrazione che ha sostanzialmente confermato gli assetti precedenti andando a mortificare le aspettative degli infermieri e delle professioni sanitarie tecniche riabilitative e della prevenzione che ambivano a vedersi riconosciuto un diverso status professionale alla luce  delle competenze e delle responsabilità attribuitegli a livello professionale dal contesto  legislativo approvato negli ultimi anni.

Nella  sua relazione il Segretario Generale, Adamo Bonazzi, ha individuato 7 punti che necessitano di una azione di revisione profonda a livello giuridico e professionale dichiarando: “Lavoriamo per l’abolizione del vincolo di esclusività e la richiesta di posizionamento degli infermieri e delle professioni sanitarie tecniche riabilitative e della prevenzione in una apposita sezione dell’area contrattuale della dirigenza”  che continuando ha anche affermato:

“Sta per aprirsi il contratto nazionale del settore è già sappiamo che i soldi stanziati per il comparto sono briciole rispetto alle aspettative del personale interessato che attende dal 2018 la revisione del sistema di classificazione ed un posizionamento contrattuale che dia soddisfazioni giuridiche ed economiche che alla luce delle premesse saranno tradite anche quest’anno.  Non è la prima volta che questa organizzazione combatte una battaglia solitaria per cambiare le cose lo abbiamo già fatto nel 1998 e lo faremo nel 2021. In gioco c’è molto di più degli aumenti contrattuali scarni in gioco c’è il riconoscimento sociale delle professioni che operano specificatamente ed esclusivamente per la salute dei cittadini italiani.  Se vogliamo che le cose cambino e gli utenti  abbiano una sanità universale, altamente qualificata e capillare sul territorio  dobbiamo smettere di pensare ad una sanità medicocentrica  e dare spazio alle 22 professioni  che in questi anni hanno dimostrato di essere determinanti ingranaggi del sistema. Ma lavoriamo anche per il ruolo e le competenze degli operatori socio sanitari e per le problematiche di carriera del personale amministrativo. Basta con l’ipocrisia degli aumenti proposti dalla triplice a cui tutti gli altri si accodano.”

Nella sua relazione, che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Nazionale di Federazione, il Segretario Generale ha anche chiesto un ampio mandato  per costruire una serie di alleanze nel mondo sindacale autonomo ed indipendente per cambiare il paradigma  le pubbliche amministrazioni dove da troppo tempo la Triplice (Cgil-Cisl-Uil) fa da cinghia di trasmissione ai vari governi che nel tempo si avvicendano ma anche alle pseudo organizzazioni di categoria che sfruttando slogan desueti ingannano i lavoratori.