Coronavirus: pandemia, occasione per crescita interiore

Diac. Maurizio Scorza

La pandemia è un deserto, un “luogo spirituale” che può tradursi in un’opportunità di crescita interiore. In una visione cristiana dell’esistenza, il deserto è una condizione “impossibile” che rende “possibile” la vita. Il cammino del popolo ebraico nel deserto, dopo la liberazione dalla schiavitù egiziana, non fu una punizione divina. Il popolo doveva attraversare il deserto per imparare a vivere nella libertà, con la responsabilità che la stessa comporta. Essere liberi non è una cosa facile, e l’emergenza che stiamo vivendo lo sta dimostrando chiaramente.

Il deserto è una sorta di premessa per vivere un’autentica libertà. È il luogo dell’incontro con se stessi, ovvero con la persona a noi più vicina e paradossalmente meno conosciuta. Eppure, in questa desolazione fisica, psicologica e spirituale, rimane pur sempre la speranza, che è il fondamento su cui può svilupparsi la vita umana. Ma quale speranza possiamo cogliere in questa pandemia? Tutti siamo convinti che questa tragedia contribuirà a farci apprezzare di più le piccole cose della vita, a valorizzare i rapporti interpersonali, a relativizzare tante cose a cui noi diamo un’importanza eccessiva. Tutto vero. Forse, però, potremmo cogliere un ulteriore aspetto, che non è proiettato verso il futuro, quando usciremo da questo incubo e inizieremo a vivere una vita “normale”. Un’esperienza, invece, che possiamo vivere qui, già ora, mentre siamo ancora in cammino nel deserto. L’aviatore precipitato nel deserto con il suo aereo, protagonista del celebre racconto de Il Piccolo Principe, incontra, proprio in quel momento disperato della sua vita, un bambino che gli indica una strada nuova da percorrere, ovvero un cammino interiore alla riscoperta di quel fanciullo nascosto dalle maschere e dalle convenienze che l’aviatore, come tanti uomini, si è fatto imporre dalla vita cammin facendo. L’aviatore riscopre se stesso, la sua dignità e, incoraggiato dal bambino misterioso, osa fare ciò che sembra impossibile: trovare un pozzo nel deserto. Ci prova, crede che, come gli ha suggerito il bambino, il deserto nasconda da qualche parte un pozzo, cioè una possibilità di attingere acqua per sopravvivere.

Ci ricorda l’acqua nuova, che zampilla per la vita eterna, che Gesù offre alla samaritana appunto presso un pozzo. La pandemia, allora, può essere quel deserto in cui anche noi possiamo trovare un pozzo, con acqua nuova, che disseta per sempre. Quest’acqua nuova, per il cristiano, può essere donata solo da Gesù. Non perdiamo, allora, l’occasione di fare questo incontro, l’unico capace di trasformare il deserto in libertà. foto: vaticannews.va