Giornalismo sportivo: intervista ad Anna Maria Baccaro

Marco Squitieri

Una carriera ancora giovane, come la sua età, ma con tante esperienze sia nel mondo del giornalismo sportivo che della conduzione televisiva. Il punto d’incontro, tra le parti, è proprio la passione per il calcio. Bella, preparata e disponibile, la giornalista salernitana ha gentilmente concesso un’intervista, nella quale ripercorre i momenti principali della sua carriera e ci svela anche qualche piccolo aneddoto.

Chi è Anna Maria Baccaro- “Sono salernitana, ho 24 anni e ho la fortuna aver reso la mia più grande passione un lavoro. Faccio la giornalista sportiva e la conduttrice tv. Ho iniziato a seguire dai 16 anni e da sempre ho avuto le idee chiare su chi volessi diventare da grande. Giorno dopo giorno spero di raggiungere tutti i miei obiettivi”.

In merito alla passione per il calcio, Anna Maria ci racconta anche un piccolo aneddoto, che ha come protagonista il papà- “È nata grazie a mio padre. Tifoso sfegatato della Salernitana, mi ha portata allo Stadio Arechi, ed è stato impossibile non farsi travolgere. Nascere in una città che vive di calcio ha aiutato”.

Nonostante abbia avuto qualche approccio con la serie A, Anna Maria si occupa prevalentemente del campionato italiano di Serie B. Alla domanda sulle peculiarità del torneo  e sugli altri interessi calcistici, ci dice- “Quest’anno sto lavorando prevalentemente con la Serie B. È un campionato che mi piace molto, perché più di altri è imprevedibile. Mi diverte. Nessuna partita è scontata, ogni turno regala colpi di scena. È il calcio della gente che decide di sostenere la propria città. Una realtà più piccola rispetto alla Serie A, ma tanto passionale. Non la reputo né un punto d’arrivo né di partenza, ad essere sincera. È una categoria che seguo con interesse e continuerò a farlo. Mi capita già di lavorare e di dover curare la Serie A, sia maschile che femminile. L’uno non esclude l’altro insomma. Basta ci sia calcio. I campionati esteri quando ho modo li vedo. Gli highlights de la liga e della premier li guardo sempre. Così come le estere in Champions”.

Ha tenuto a precisare come si occupi da vicino anche del campionato femminile di serie A. Un movimento in forte sviluppo nell’ultimo triennio, che a suo modo di vedere ha avuto due momenti decisivi- “I momenti di svolta sono stati due a mio avviso. Il primo, quando big come la Juve ed il Milan hanno iniziato a credere in questo movimento e ad investire nelle quote rosa. Il secondo, è stato sicuramente, lo scorso mondiale, in grado di coinvolgere migliaia di italiani davanti alla tv”.

L’intervista termina con un’analisi circa l’esperienza acquisita e la scelta di trasformare la propria passione in lavoro- “La passione per il calcio e per la conduzione hanno sempre fatto parte di me. Ho iniziato a condurre un programma tutto mio in Rai a 16 anni. Dopo qualche anno, sapendo della mia passione per lo sport, decisero di affidarmi la conduzione di “Calcio che passione”. Ho avuto il piacere e l’onore di intervistare calciatori come Simone Perrotta e Massimo Paganin, a soli 21 anni. Li ho capito che avrei voluto unire i miei due interessi. Ho iniziato a studiare, ad accumulare esperienze ed oggi sto vivendo l’inizio di questo entusiasmante percorso”.