Salerno: Covid-19, Liceo Scientifico “F. Severi” PCTO – “Io nativo digitale”: tra musica e sport

Un Sanremo alternativo

Amadeus e Fiorell0 veri mattatori del Festival di Sanremo

È calato da poco il sipario sulla 71esima edizione del festival di Sanremo, e come al solito non mancano mai le polemiche sia per quanto riguarda il podio dei vincitori, sia per quanto riguarda la gestione di tutta la kermesse. Eppure in questo difficile momento di pandemia con la relativa chiusura dei teatri, cinema e di tutte le manifestazioni di spettacolo, questo evento, ad avviso della maggior parte dei telespettatori è stato un piccolo spiraglio per il ritorno alla “normalità”, anche in questo settore così tanto provato rispetto ad altri. Spesso ci si sofferma a valutare solo la vastità di questo evento, che tiene incollati allo schermo televisivo di ogni italiano, milioni di telespettatori, senza tenere presente che sono tanti coloro che lavorano dietro le quinte: sarte, truccatori, costumisti, coreografi, autori, tecnici e così via, in qualche modo era necessario che il mondo dello spettacolo dovesse ripartire, la sobrietà dei conduttori ha favorito la ben riuscita del festival, i quali sono riusciti, simpaticamente a porre l’accento anche sulle tematiche importanti, come l’avere invitato l’infermiera Alessia Bonari, la quale con suo autoscatto fece comprendere l’enorme difficoltà del personale sanitario, alle prese con la prima ondata di covid-19.         Contrariamente alle passate edizioni, il direttore artistico Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus, ha avuto il coraggio di premiare e di conseguenza ospitare una vasta panoramica della canzone italiana d’avanguardia. Pur essendoci molti cantanti esponenti della canzone melodica, Amadeus, ha dato largo spazio ai giovani, tanto da conquistarsi un ampio consenso sulle piattaforme social. A discapito dello share televisivo ma sicuramente dando spazio ad una platea molto più vasta e variegata, tanto che la media d’età dei fruitori sanremesi, si è notevolmente abbassata. Per la prima volta, quindi, trionfatori del festival, sono stati quattro giovanissimi ragazzi romani, il gruppo dei “Maneskin”, gruppo rock che si è formato facendo grande gavetta, che hanno stravolto il palco di Sanremo con il loro brano “Zitti e buoni”. Al secondo posto un duo molto amato dai social, la coppia Francesca Michelin e Fedez, con il brano: “Chiamami per nome”, e al terzo posto un grande esponente della musica leggera italiana, Ermal Meta, autore di grande sensibilità e talento artistico, con il brano: “Un milione di cose da dirti”. La categoria Sanremo nuove proposte, quest’anno veramente ricca di talenti e ragazzi professionali, ha dedicato, però vincitore Gaudiano con il brano “Polvere da sparo”. Unica nota stonata la platea vuota a causa del corona virus, che ha penalizzato sua la performance artistiche, sia l’ambientazione della diretta, sia le performance artistiche. Guardano la platea vuota, si poteva pensare a quanti lavoratori dello spettacolo stanno soffrendo e quanti piccoli teatri, hanno purtroppo dovuto chiudere. Un messaggio chiaro da inviare è che lo spettacolo non è solamente un diversivo, ma un modo piacevole per far veicolare messaggi culturali che possono essere recepiti da un pubblico sempre più vasto e che rappresentano un motore per far ripartire l’economia italiana così provata in questo periodo.

Chiara De Chiara

La Salernitana, la serie B: gioie e dolori

La squadra granata intrappolata nei problemi logistici

Dal 21 luglio 2011, in società con Marco Mezzaroma l’imprenditore romano Claudio litigo acquista la Salernitana, o meglio il Salerno Calcio. Il 7 luglio 2012 dopo appena ad un anno dalla ricostruzione e con la solita squadra campana il lega pro seconda divisione, il duo Lotito Mezzaroma acquista il logo e i colori sociali dello storico sodalizio ricostituendo di fatto la “Us Salernitana”, che il 14 aprile 2013, conquista la promozione in lega pro seconda divisione. Dopo un escalation di successi e vittoria grazie all’allenatore Leonardo Menechini, ottenne la promozione in serie B nella stagione 2014/2015, con due giornate d’anticipo. Dopo ormai sei anni di militanza nel campionato cadetto, la squadra granata ha diviso gli spettatori e la rigoderà cittadini in vari gruppi: coloro i quali sostengono unicamente la maglia e gli altri divisi tra l’amore per la stessa e contemporaneamente la contestazione verso la multiproprietà. Purtroppo se da un lato gli stessi tifosi erano grati al presidente Lotito per averli fatto superare la crisi economie a e la perdita del cavalluccio simbolo ufficiale del team, riscattandolo, dall’altro gli interessi calcistici di Lotito che è presidente anche della società calcistica In serie A: “SS Lazio”, mantengono gioco forza, la società granata, impantanata nella diatriba delle multiproprietà, che non consente al sodalizio il salto di qualità nella massima serie. Difficile stabilire dato che le regole della lega calcio fin ora non sono cambiate, chi ha torto o ragione. Se da un lato il presidente Lotito rivendica la mancanza di gratitudine da parte della tifoseria per avergli restituito la dignità che le aspettava, dall’altro i tifosi si sentono prigionieri di un sogno stando alla realtà dei fatti non potrà mai avverarsi e nutrono forti risentimenti nei confronti del patron perché ritengono la Salernitana quasi una succursale della Lazio, con continui scambi e acquisti di cartellini dei giocatori i quali dopo un periodo di prova indossando la casacca granata, se si dovessero scoprire talenti, vengono trasferiti nella società maggiore. Dato che anche il mondo del calcio ormai è un difficoltà economica, i tifosi, preferiscono mantenere la stabilità nella cadetteria anziché retrocedere nel limbo della serie C. Si augura però che la legislatura societaria possa cambiare perché effettivamente è altresì penalizzante non poter perseguire il sogno della serie A.

Chiara De Chiara