Scafati: Cisl FP, variante salernitana del manicomio nel nuovo millennio

Il discorso programmatico alla camera del neo premier Mario Draghi arriva una settimana dopo la chiusura del CSM di Scafati del 9 febbraio 2021 e suona come una sberla data a chi ha permesso tale chiusura. Nel discorso del premier colpisce quel passaggio sulla sanità territoriale nell’ambito del quale ha voluto citare esplicitamente le due riforme più significative, quella istitutiva dei consultori nel 1974, che ha introdotto misure di assistenza alla maternità e quella che ha attivato I servizi di salute mentale, voluti dalla legge 180 e passata alla storia come “legge Basaglia”, promulgata pochi mesi prima della complessiva riforma sanitaria che l’ha inclusa integralmente nel testo definitivo, la legge 833 del 1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, portando il nostro paese ad essere fornito di un sistema sanitario all’avanguardia. Con la legge Basaglia sono stati chiusi definitivamente I manicomi in Italia, unico paese al mondo, e sono stati istituiti i servizi di salute mentale, al fine di attivare i servizi territoriali realizzando una rete diffusa di piccoli servizi di prossimità, in grado di superare i manicomi. La chiusura del Centro di Salute Mentale, nell’ambito dell’ASL Salerno si scontra con il discorso del premier, mai sentito in precedenza, che pone l’accento sul depotenziamento di tali servizi producendo nuove forme di abbandono. Se a ciò, si aggiungono i danni registrati ai pazienti per effetto degli esiti dei lockdown quali paura, ansia, sconforto, limitazione imposte dal “distanziamento sociale”, come dimostra un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità, allora si aggiungono nuove forme di reclusione, di limitazione della libertà e di emarginazione, ovvero “la variante salernitana del manicomio del nuovo millennio”, perché un manicomio per esserci non ha bisogno di una struttura con pareti e una porta chiusa ma può essere creato virtualmente a cielo aperto dai disservizi e dalla pandemia. Durante questa crisi pandemica da coronavirus, si è assistito e tutt’ora si assiste all’assenza di assistenza ospedaliera dedicata all’epidemia, per gli utenti malati di mente se Covid positivi, in quanto, considerati incompatibili con gli altri pazienti ospitati e quindi respinti, nonché le cure specialistiche negate dalle limitazioni di accesso ai servizi della rete territoriale a loro dedicata, hanno prodotto una condizione di “doppio stigma”. La chiusura del Centro Diurno di Scafati non è altro che la beffa del danno pandemico che ha costretto ad una sorta di nuova emarginazione all’interno delle loro case, con assenza di monitoraggio clinico e soprattutto senza fruire di quei centri di riabilitazione che hanno svolto un prezioso lavoro di ripristino della socialità, negata ancora di più dalle restrizioni messe in atto per fronteggiare il Covid. Investire in salute mentale, come ha annunciato il nuovo governo, dovrà necessariamente significare colmare gli enormi vuoti di organico di operatori sanitari, sociali e della riabilitazione, riprendere e incrementare programmi di reinserimento sociale e lavorativo. Questi pazienti hanno bisogno di interventi declinati nel loro ambiente di vita con iniziative di vero reinserimento. Servono piccole comunità di convivenza o attivare nuove forme di lavoro con operatori competenti e accoglienti. Si auspica che invece di depotenziare e chiudere i servizi, si incrementino, in modo tale da poter utilizzare nuove risorse, percorsi e presidi per continuare la lotta agli esiti della pandemia che produce inevitabili ripercussioni psicologiche e psichiatriche, non solo sugli utenti fragili ma anche sulla popolazione in generale che ha subito danni a volte irreparabili. Confidiamo che gli impegni assunti da questo nuovo governo saranno rispettati a tutti i livelli in modo tale da poter garantire una adeguata protezione sociale alle fasce più deboli della popolazione e scongiurare la nuova forma di reclusione, invece di ritornare indietro utilizzando una macchina del tempo che ci riporta ai metodi custodialistici che la “legge Basaglia” ha frantumato.

Il Segretario Aziendale DS Angri/Scafati CISL FP

Francesco Pagano