Roma: celebrazioni religiose e pandemia, indicazioni per Settimana Santa

Enrico De Santis

Le problematiche organizzative legate al Covid 19 hanno interessato tutte le celebrazioni religiose, rendendo necessarie rigide misure di prevenzione del contagio per i fedeli che parteciperanno alle funzioni. Sulla base al Decreto emesso dal Dicastero su mandato di Papa Francesco, valido fino al 25 marzo, la Congregazione per il Culto Divino indica i cambiamenti al consueto modo di celebrare la liturgia. Il Cardinale Robert Sarah e il Segretario l’arcivescovo Arthur Roche, hanno inviato una nota ai Vescovi delle Conferenze episcopali di tutto il mondo tenendo conto delle diverse disposizioni e restrizioni presenti nei vari Paesi, che in alcuni casi rendono impossibile la partecipazione in presenza dei fedeli ai riti.

La celebrazione della Domenica delle Palme si dovrà svolgere all’interno delle Cattedrali utilizzando la seconda forma prevista del Messale Romano, nelle Chiese Parrocchiali e altri luoghi la terza; viene data la possibilità in base alle normative vigenti in ogni diverso Paese per un eventuale slittamento della data per la Celebrazione. Anche la Messa Crismale potrà essere spostata temporalmente in modo da consentire a fedeli, ai pastori ed ai ministri una partecipazione più numerosa.

Il Giovedì Santo verrà celebrata la Messa in Coena Domini che non vedrà rappresentata la “lavanda dei piedi”, mentre viene abolita anche la tradizionale processione conclusiva dove il Santissimo Sacramento verrà esposto nel tabernacolo.

Il Venerdì Santo durante la preghiera universale, vedrà i Vescovi predisporre “una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento come i malati e i defunti”, mentre il consueto bacio della Croce “sarà limitato al solo Celebrante”.

La Veglia Pasquale sarà celebrata “esclusivamente nelle chiese Cattedrali e Parrocchiali” e durante la liturgia battesimale verrà mantenuto il solo rinnovo delle promesse.

Queste decisione prese nel rispetto dei diversi ordinamenti vogliono preservare la salute pubblica e garantire il regolare svolgimento delle funzioni previste durante la settimana Santa, nonostante conclude la nota: “le decisioni prese non sono sempre state facili da accettare da parte di pastori fedeli e laici”.

In Oboedientia Veritas