70 Associazioni scrivono a Governo: priorità Recovery Plan su rinascita demografica

Anna Monia Alfieri

Un governo inedito si sta presentando alle Camere, raccogliendo, seppur in modi diversi, una pressoché unanime disponibilità delle forze politiche per combattere la pandemia e usare la straordinaria dotazione del Recovery Plan per aiutare il Paese a rialzarsi. A ripartire.

Settanta associazioni no profit  hanno inviato al premier, Mario Draghi e ai parlamentari un documento unitario unitario in 5 punti, proponendo che con le straordinarie risorse del Recovery Plan si scelga di realizzare prioritariamente un grande piano per la rinascita demografica, drammatica emergenza del Paese, sostenendo la natalità, la famiglia e le comunità intermedie.

Per questo ritengono che lo stesso Recovery Plan debba abbandonare la matrice centralista con cui è stato sinora pensato, per essere rifondato scommettendo su politiche di sussidiarietà e per la vita, ad esempio:

a) riformando radicalmente il fisco con una imposizione inversamente proporzionale alla composizione del nucleo familiare;

b) imprimendo alla sanità un salto di qualità con cure palliative e strumenti ad alta intensità di cure (terapie intensive e semintensive) sufficienti in tutte le regioni;

c) combattendo la nuova povertà scolastica anche risolvendo le ingiuste differenze fra le scuole pubbliche paritarie e statali;

d) in generale preferendo agli strumenti assistenzialisti quelli capaci di avviare e sostenere percorsi virtuosi di tutte le comunità intermedie sia profit che non profit.

Inoltre, le settanta associazioni spiegano come una netta scelta per la vita e per quella nuova “primavera demografica” -ancora invocata da Papa Francesco il 7 febbraio scorso- dopo alcuni interventi delle “magistrature superiori” necessiti di puntuali scelte legislative, ad esempio per opporsi alla mercificazione delle donne e dei bambini impedendo la crescente prassi di ricorrere all’utero in affitto in paesi esteri.